C’è l’adrenalina ancora in circolo nel sangue di Danilo Iervolino. Un sangue diventato granata negli ultimi cinque mesi, da gennaio a maggio, dall’acquisizione alla salvezza sul campo. “Devo dire che ero in ansia, ma ho dormito felice su due guanciali perché ripensavo a questa storica impresa. Ho vissuto tante emozioni. In primis penso ai tifosi che hanno magistralmente mostrato al mondo la più bella, dinamica e commovente scenografia mai messa in scena in uno stadio di calcio – dice il patron sulle colonne de Il Mattino – Poi i tanti sacrifici che sono stati fatti da tutti. Abbiamo compiuto un’impresa. Porterò nel cuore l’immagine indelebile della festa a fine partita”. Iervolino ripercorre la rincorsa salvezza: “Neppure lo scenografo di thriller più spericolati avrebbe pensato a un finale così. Ma questo è il bello del calcio italiano. Tutti hanno onorato la maglia. Confesso che dal 75’ in poi ho cominciato a pensar solo alla gara del Penzo di Venezia… e poi gli ultimi minuti sono stati infiniti. La sconfitta con il Torino all’Arechi è stato il momento più buio di tutta la mia gestione. Ho pensato che forse ci voleva più tempo per creare un gruppo. Avevamo preso tanti giocatori, ma non eravamo una squadra. Ma da lì ci siamo ritrovati. Contro l’Atalanta ho capito che potevamo farcela. A Bergamo abbiamo fatto un calcio spettacolare. Al termine di una partita bellissima”.
Futuro importante
Una traguardo arriva grazie all’unità d’intenti e al lavoro di squadra: “Il segreto è non essere un uomo solo al comando. Adoro lavorare in team – dice il presidente – Lavorare con persone capaci. Il vero segreto è quello di creare una gruppo importante, non solo di giocatori, ma anche di manager”. E ora la testa è gia al 2022/23 con la voglia di alzare l’asticella: “Spero che non soffriremo così tanto e di assestarci in A. Poi si vedrà. Conteranno i risultati. Ma partiamo già da una buona base. Spero che Nicola resti. Ancora devo parlare con lui e con il ds Sabatini: mi auguro che si possa continuare insieme. Io ho le idee chiare. Costruire una squadra importante, puntare sui giovani, attraverso uno scouting internazionale. Creare una Salernitana che possa essere un polo di attrazione del mezzogiorno d’Italia e non solo. Sarà il modello Iervolino, insomma. Salerno può diventare l’outsider del calcio italiano. In qualche anno spero di poter essere tra le prime dieci del campionato. Personalmente poi non mi pongo mai limiti e paletti. Non inizierò certo il campionato pensando di salvarmi a stento. Avrò sempre nel cuore e come obiettivo quello di costruire una squadra che possa solo migliorare”.
Pazza idea di mercato
Il patron parla anche del positivo operato di Sabatini, con un occhio già al mercato: “Mi auguro resti. Il suo bilancio è molto, molto positivo. Lui ha portato i giocatori, molti dei quali risultati fondamentali. Altri un po’ meno. Ma il bilancio è ultra positivo. Lo voglio trattenere, ma mai contro la volontà sua così come di nessun altro. Non voglio dirigenti o calciatori delusi dal fatto che a causa mia non hanno accettato una proposta altrove. Voglio sempre persone ultra motivate e felici al mio fianco. L’intenzione comunque è quella di confermare il 65% circa della rosa. L’ipotesi Cavani mi solletica. Ma non abbiamo ancora parlato a fondo e non conosco le sue condizioni fisiche”.
Il pagellone di fine anno
Iervolino si sofferma anche sui rapporti tra tifoserie, spesso rivali nella stessa regione: “Abbiamo l’obbligo di avere una particolare sensibilità. Queste cose da guerriglia sociale vanno stigmatizzate totalmente. Per me è intollerabile l’odio e sono certo che parliamo di piccole frange di tifosi e questo non va bene. Dobbiamo impegnarci tutti”. Il presidente ricorda anche la tragedia del treno di Piacenza nel 1999, oggi la triste ricorrenza: “Non dobbiamo mai dimenticare queste cose, portandocele sempre nel cuore. Parliamo di giovani e preziose vite spezzate. Abbiamo il dovere di essere sempre vicino alle loro famiglie e alle loro sofferenze”. Per chiudere voti altissimi per tutti: “Sono pronto, ma gioco d’anticipo. A tutti un 10 pieno, con una lode per i tifosi che fino all’ultimo minuto sono sempre stati vicino ai giocatori e al club. Stavolta mi do un 10 anche io”.
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