Ventisette minuti di chiacchierata e vari temi affrontati. L’intervento radiofonico di Danilo Iervolino a “La Politica nel Pallone” sulle frequenze di Rai Gr Parlamento è partito ovviamente dalla disperata rincorsa salvezza, nella quale il patron non smette di credere. La prossima fermata è la Juventus: “Non abbiamo tantissime chance, ma ci sono ancora. Sono amareggiato. In casa abbiamo fatto due gol con lo Spezia, col Milan e col Sassuolo, ma non abbiamo vinto. La squadra sa manovrare, incidere e segnare, ma manca ancora la quadratura giusta per portare a casa il risultato. Bastava qualche punticino in più per avere qualche chance in più. Ma ce la metteremo tutta. Mi dicono che i bookmakers hanno quantificato al 7% la nostra salvezza, ma per entusiasmo e motivazione direi di più, almeno il 20%. Le prossime due partite saranno decisive, abbiamo la Juventus e sarà difficilissima, ma la squadra la vedo motivata e ben messo in campo. Parlo spesso col direttore e con l’allenatore e sono fiduciosi nel poter fare punti con tutti. La Juventus è una corazzata, con giocatori stellari e con la mentalità giusta e vincente. È evidente che sulla carta è una lotta impari, ma il calcio è bello perché si gioca tutti insieme e ce la andremo a giocare. Siamo in forma e l’allenatore ci crede. Speriamo di trovare un risultato positivo”.
Gli uomini di fiducia e la situazione in Lega
Gli artefici di questa impresa dovranno essere Walter Sabatini e Davide Nicola: “Sabatini l’ho scelto perché io sono un neofita e lui è una leggenda. Volevo mettere la squadra in mani sicure. È oggettivamente uno dei dirigenti più bravi e più esperti. La scelta di Nicola è per la capacità di reagire in momenti difficili come questi, è riuscito in imprese impossibili. È uno stratega, un visionario, uno arcigno e uno che parla molto alla squadra e dà tante motivazioni. Penso di aver fatto scelte consapevoli che possano portarci alla salvezza”.
Fin dal suo insediamento Danilo Iervolino si è subito messo in primo piano anche nella Lega Serie A: “Spesso ho definito una chiassosa e disordinata riunione di condominio l’assemblea di Lega. C’è bisogno di metodo, di ritrovata coesione e di una visione strategica comune che ad oggi purtroppo non c’è – spiega l’imprenditore – C’è la cultura del fare da sé, non c’è una visione unitaria e c’è competizione che si riverbera dagli stadi all’interno della Lega. C’è tanto da fare e c’è bisogno di ammodernare un’industria che patisce scelte sbagliate degli ultimi anni. Mi dispiace, con il rispetto degli altri presidenti, che Casini venga bollato come il candidato di uno, ma è il candidato di tutti quelli che lo hanno votato. C’è qualche presidente che si è voluto assumere la paternità, ma non è così. Casini ha esposto il suo programma, si è fatto apprezzare, ha un curriculum ricco, ha grande esperienza, è un giurista incredibile, è molto competente, giovane e ha passione. Etichettarlo così è ingiusto. La Salernitana lo ha votato. Con i colleghi De Laurentiis e Cairo ho legato molto”.
La classe arbitrale e il mercato
L’imprenditore napoletano commenta anche i discussi episodi arbitrali delle ultime partite e l’utilizzo del Var: “Il Var è una tecnologia che utilizziamo poco e forse male. Va messa in campo sempre per aiutare le decisioni arbitrali. Il Var andrebbe sempre chiamato in causa, non si capiscono bene le dinamiche delle chiamate. La tecnologia può dare una mano straordinaria. L’industria del calcio ha investimenti incredibili e una decisione arbitrale sbagliata può avere effetti nefasti su una società, Spero che col passare del tempo si possa capire che gli arbitri vanno aiutati. Non credo alla malafede. Gli arbitri devono prendere decisioni difficili in poco tempo e capita di sbagliare. Gravina è un grande leader al posto giusto e al momento giusto. Come presidente della FIGC fa sintesi delle varie esigenze e sono convinto che possa dare tanto perché vede in maniera rotonda delle problematiche di questo sport. Da parte mia ha fiducia e stima”.
Iervolino conclude anche con considerazioni sulle strutture e su mancati e possibili colpi di mercato: “Lo stadio e il centro sportivo dovranno essere efficienti, moderni, innovativi e accoglienti. Se saranno di proprietà, vedremo. Stiamo valutando l’Arechi, affidandoci ad una società specializzata per capire criticità e vantaggi. Stiamo vedendo nell’hinterland luoghi per fare dei centri sportivi all’avanguardia. Ce la stiamo mettendo tutta. Non ho preclusioni. Gattuso è stato una bandiera per Salerno, è un campione del mondo ed allenatore apprezzato. Non mi precludo nulla, mai dire mai. Mi auguro che Nicola però possa proseguire per un po’, ad oggi siamo contentissimi di lui. Volevo prendere Diego Costa, mi è rimasto l’amaro in bocca. Eravamo vicinissimi, poi in 48 ore è sfumato. Mi sarebbe piaciuto avere tutti insieme Diego Costa, Ribéry, Djuric, Verdi e Bonazzoli per una squadra ipertecnica”.
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