Ianna ce l’ha fatta. Da poco trentenne, il portiere che fu primo (fresco) over a sposare senza esitazioni la causa dell’allora neonato Salerno Calcio in D è riuscito finalmente a raggiungere il traguardo della promozione in Serie B. Antony Iannarilli lo ha fatto difendendo i pali della corazzata Ternana, con le sue 32 presenze in cui ha incassato 24 gol e ha lasciato la porta inviolata in ben 14 occasioni. Così, dopo tanta gavetta è riuscito a scalare categorie. Dalla primavera della Lazio a Salerno nel 2011 a titolo definitivo, il campionato di Seconda Divisione vinto, la relativa Supercoppa e la Coppa Italia di C l’anno seguente, l’ultimo, in cui giocò poco dopo un balletto con Berardi poi “risolto” con l’ingaggio di Gori. Ianna salutò dopo 53 presenze complessive (compresa annata blaugrana), una milza asportata e tanto rammarico. Proseguì con Pavia, Pistoiese e Viterbese, prima della maglia rossoverde.
“Meglio tardi che mai, quando sono venuto a Terni si vociferava di una piccola possibilità di ripescaggio. Ma l’obiettivo era arrivare in B guadagnandola sul campo: ci abbiamo messo 3 anni, però ci siamo riusciti. Anche a livello personale sono contento e sento di essere arrivato a questo step all’età giusta, dopo una lunga maturazione. Credo di poter dare ancora tanto”, ha detto ai nostri microfoni dopo il roboante 7-2 alla Cavese che ha consacrato la Ternana regina indiscussa del torneo, con tanto di premiazione ufficiale allo stadio Liberati. Iannarilli sarà il portiere degli umbri anche l’anno prossimo in cadetteria. Il team rossoverde tornerà in cadetteria dopo tre stagioni. Ha macinato record, con ben 84 punti e 87 gol in 33 partite. E non è ancora finita. “La nostra forza è che dal primo giorno abbiamo sempre guardato a far bene nella gara singola, senza fare troppi calcoli. Non è stato un campionato vinto, ma stravinto e aggiungo anche meritato. – continua Ianna – Quando vinci con così tanti punti di distacco, vuol dire che hai un livello tecnico importante e, nello stesso tempo, un gruppo forte con mentalità vincente. Il segreto è stato la compattezza, fin da subito abbiamo lavorato per creare un obiettivo comune, tutti insieme. L’unico rammarico della nostra cavalcata è stato non poter vedere la festa della gente sugli spalti. Preferisco sempre lo stadio pieno, nel calcio è tutto, anche in piazze calde che possono annoverare tifosi critici: ci sono i fischi e ci sono gli applausi, chi paga il biglietto ha il diritto di fare entrambe le cose. Ho vissuto anni splendidi a Salerno e il ricordo più bello è legato proprio al pubblico: è normale che in alcune giornate in cui le cose vanno male può paradossalmente ritorcersi contro, ma la spinta che ti dà la gente è unica”. Questo campionato è stato anche preceduto da un’amichevole contro la Salernitana durante il ritiro dei campani a Sarnano. Vuoi vedere che è stata di buon auspicio? “Allora la nostra squadra era in fase di costruzione, ma era già proiettata verso un gran campionato. Speriamo di viverne un altro e… a questo punto mi auguro di non dover giocare all’Arechi: mi piacerebbe che la Salernitana riuscisse ad approdare in Serie A al termine di questa stagione, sta facendo un campionato importante. Tutto è ancora in ballo, spero che i tifosi possano realizzare questo sogno perché se lo meritano. Chiaramente, se così non dovesse essere, mi farà tanto piacere scendere in campo nello stadio dove sono cresciuto”, la risposta del giocatore nato a dicembre del 1990.
Ancora da delineare i nastri di partenza della B 2021/22: “Sappiamo che è un campionato difficilissimo, basti pensare a squadre come il Monza che hanno investito tanto e fanno più fatica di altre. Ci aspettiamo un torneo impegnativo, di livello. Aspettiamo di vedere anche chi retrocede dalla massima serie”. Già così com’è, sulla carta, l’organico della Ternana potrebbe ambire alla salvezza tranquilla. Su tutti, il nome di Falletti è quello più prezioso. Ci sono anche altri ex granata, oltre al portiere, che hanno conquistato la promozione agli ordini di Lucarelli, come il difensore Dario Bergamelli (4 presenze ufficiali nel 2006/07), l’esperto terzino 39enne Carlo Mammarella (“Il calciatore è indiscutibile ma l’ho conosciuto anche come uomo e ha uno spessore incredibile, spero resti ancora con noi”), l’altro terzino Lorenzo Laverone (alla Salernitana dal settembre a dicembre 2016) e il centrocampista Palumbo, transitato per Salerno nella prima parte del campionato 2018/19. Per quest’ultimo grandi complimenti da parte di Iannarilli: “Per le qualità che ha c’entra ben poco con la Serie C. A Terni ha trovato la sua dimensione, sono convinto che anche il prossimo anno dimostrerà tutto il suo valore”. A Carpi contro Castori la sua ultima apparizione in granata (5 in tutto in campionato). Fu anche l’ultima di Colantuono, poi a gennaio fu ceduto proprio alle fere.
Drasticamente diversa la squadra granata oggi rispetto a quella di due stagioni fa. Lo dice ovviamente la classifica. “La Salernitana ha un organico importante, mister Castori ha portato quella giusta cattiveria agonistica che secondo me mancava da un po’. – afferma l’estremo difensore – In B hai bisogno di gruppo, mentalità e voglia di portare a casa anche partite sporche e il gruppo granata lo sta facendo alla grande. Anche dopo un passo falso come quello di Lecce ha dimostrato di essere mentalizzato ed unito, ripartendo alla grande. Il tecnico ha creato un’impostazione di gioco importante e i ragazzi sono stati bravi a interpretarla. Si si sono messi in condizione di giocarsela a fino alla fine, vedremo come andrà a finire”, aggiunge l’estremo difensore di Alatri prima di analizzare le gesta del suo collega, Belec: “Lui è un portiere importante, sta facendo parlar bene di sé e ha dimostrato che in B è un valore aggiunto. Lo ricordo da avversario nelle giovanili dell’Inter, abbiamo giocato qualche partita contro quando ero alla Lazio (i due sono quasi coetanei, anche lo sloveno è del ’90, ndr). Ha personalità, è molto tranquillo nel gestire i momenti più difficili, non abbassa la concentrazione. Se Castori lo ha voluto un motivo ci sarà. Adamonis? Mi ha sorpreso in positivo, secondo me non era facile entrare e far bene come ha fatto. Magari non sarà stato molto impegnato, ma è stato attento e presente quando chiamato in causa. Anche uno come lui può essere importante per il gruppo”.
A Gubbio nel 2014/15 ha giocato con Tutino. “Veniva da un infortunio ed era giovanissimo, aveva 18 anni, ma si vedeva che era in possesso di qualità incredibili. – ricorda Iannarilli – Non credo che la Salernitana abbia fatto tantissimi gol, quindi i suoi dieci in una squadra cinica, che non segna molto, hanno un peso importante. E poi ci sono ancora sei partite, Gennaro può rimpinguare il suo bottino. Rispetto a prima lavora molto di più per la squadra, è un giocatore cresciuto. Se la Salernitana andasse in A dovrebbe riscattarlo e credo che questo sia un investimento giusto, perchè anche in massima serie lui potrebbe far bene”.
A proposito di “giovanissimi”. In Campania il portiere visse la sua prima vera esperienza fuori casa, dopo un prestito nella sua zona, all’Isola Liri. “Se mi guardo indietro, da quando sono giunto a Salerno ho avuto una crescita importante, dopo aver passato momenti difficili. Quelli dell’anno della D sono svaniti dubito perché eravamo subito proiettati alla C, mentre i ricordi non belli del mio ultimo anno (2013/14, ndr) per varie dinamiche sono rimasti di più, ma mi hanno dato la forza per migliorare e capire a livello caratteriale cosa poter cambiare in meglio. Quando ti rapporti con piazze così blasonate da giovane, ti porti dietro tante cose che ti aiutano: tre anni a Salerno dai 20 ai 23 anni sono stati per me importantissimi“, dice Iannarilli. A distanza di dieci anni dall’approdo della proprietà romana a Salerno, la squadra lotta per raggiungere la massima serie: “Quando c’ero io non se ne parlava, ma non perchè non si volesse. Semplicemente in D e in C era un obiettivo… lontano. Lotito e Mezzaroma hanno sempre avuto in testa un progetto importante per arrivare in B: conosco meglio il primo, ovviamente, e dico che non è un presidente che si accontenta. Nel calcio non sempre pagano nomi, ci sono tanti altri fattori e con un allenatore esperto che dà una mentalità importante, si sta giocando la Serie A, sono certo che fino all’ultimo vorrà provarci. Gente di spessore come Lotito non è masochista e non pensa alla multiproprietà come ostacolo, l’obiettivo suo sarà la Serie A e poi avrà tempo e modo per capire come risolvere il problema”.
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