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“I miei primi 100 anni”, l’obiettivo di Avallone: “Giovani si identifichino nei colori granata!”

Crescere con la passione per il cavalluccio marino, coltivarne la fede. La mission della Salernitana nell’anno del centenario inizia dai più piccini, chiamandoli a raccolta verso la creazione di una passione che sembra un po’ sopita, rallentata, rispetto a un tempo, dall’affermarsi del cosiddetto grande calcio. “Vogliamo che tanti giovanissimi possano avere riferimenti importanti e tifare per la squadra della propria città e non per Milan, Juve o Inter. Riteniamo importante identificarsi con i colori granata – ha affermato Salvatore Avallone, salernitano doc e team manager della Salernitana, in occasione della conferenza di presentazione del concorso di scrittura creativa intitolato ‘I miei primi 100 anni’ – Ci siamo prefissi di fare un campionato di un certo tipo e pensare di poter ambire a qualcosa di importante. Siamo felici di promuovere queste iniziative, perché in quest’anno importantissimo per la nostra squadra che compie 100 anni, non possiamo non dare la possibilità ai ragazzi di disegnare o scrivere qualcosa sulla gloriosa società. Un club che ha trascorsi importanti, fatti di gioie e soddisfazioni ma anche di tante pene. Da salernitano sarebbe facile scrivere o disegnare qualcosa sulla nostra tifoseria o su quello che questa squadra trasmette in termini di passione. Se dovessi fare uno spot per questa squadra, la prima cosa che scriverei è ‘a difesa di una fede’, senza dubbio”.

Il primo ricordo da bambino legato ai granata? Avallone non ha dubbi: “Quando papà non andava alla partita io… andavo lo stesso. Davanti al Vestuti chiedevo a qualcuno di fingere di essere mio padre e accompagnarmi gratuitamente. Allora si poteva fare e andavo in tribuna anche se molte volte avrei voluto essere dall’altra parte, in curva. Il primo flash è questo, quelle lunghe file di transenne che portavano fin dentro lo stadio. Papà aveva un negozio di frutta e verdura a cento metri dal campo, molte volte in settimana quando non andavo a scuola per qualche motivo, andavo a vedere gli allenamenti, la nostra storia è stata il Vestuti per 80 anni. All’Arechi abbiamo vissuto anni belli, è il salotto buono della Salernitana, dove abbiamo vissuto tanti anni di Serie B, speriamo possa continuare a farci vedere campionati di livello e tornare in Serie A dove abbiamo fatto solo una toccata e fuga per esserci in maniera costante”.

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