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Verona, GdF perquisisce la sede. Aperta indagine su sponsor sospetti. La nota del club

AGGIORNAMENTO 7 DICEMBRE ORE 16. Comunicato stampa del Verona:

Verona – La società Hellas Verona FC e il suo Presidente, Maurizio Setti, sono costretti a diffondere un nuovo comunicato perché “la misura è ormai colma” e si è oltrepassato il limite della decenza.

In passato, la Società e il suo Presidente sono stati oggetto di iniziative giudiziarie, aventi ampia risonanza mediatica, che poi l’autorità giudiziaria, su istanza e ammissione degli stessi organi inquirenti, ha archiviato, accertandone la manifesta infondatezza, acclarata anche dalla Corte di cassazione.

Ma, ora, siamo in presenza di una plateale, incivile e rozza disinformazione e mistificazione della realtà.

Da ieri, si vuole fare credere all’opinione pubblica, invocando addirittura sanzioni esemplari, che Hellas Verona e il suo Presidente siano i principali protagonisti di un unico disegno criminoso integrante una maxitruffa, in contratti di sponsorizzazione, per un valore di € 10 milioni.

La verità è una sola ed è incontrovertibile. La Guardia di Finanza non ha eseguito perquisizioni e/o sequestri ai danni della Società e del suo Presidente.

Nella giornata di ieri, gli organi di Hellas Verona, non avendo nulla da nascondere, hanno spontaneamente consegnato ai funzionari della Guardia di Finanza, nucleo di Reggio Emilia, tre fatture, risalenti al 2019, che rientrano nel materiale oggetto di una indagine, promossa dalla Procura di Reggio Emilia, contro la società D.A.L. Worldwide Distribution.

Quest’ultima società emise le tre fatture, per un totale di € 258.760,00, nei mesi di luglio e ottobre 2019. Hellas Verona le pagò regolarmente a fronte di lavori edili eseguiti.

Le tre citate fatture, nel tempo, non sono mai state contestate dall’Agenzia delle Entrate. E, nei mesi scorsi, erano state acquisite anche dalla Guardia di Finanza, nucleo di Verona, nell’ambito di un periodico e ordinario controllo fiscale.

Alla Società e a Maurizio Setti, in ordine a dette tre fatture – supposte, secondo l’accusa, essere relative a operazioni inesistenti -, viene contestato – e qui si riporta testualmente, per evitare equivoci e fraintendimenti, quanto scritto dalla Procura di Reggio Emilia – per l’anno d’imposta 2019 “costi indeducibili” e “IVA indebitamente detratta € 56.927,20”.

Hellas Verona e il suo Presidente dimostreranno, nelle sedi competenti, l’insussistenza dell’accusa.

Tuttavia, fin d’ora, è evidente che accostare “costi indeducibili” per lavori edili e indebita detrazione di IVA – per la modesta somma di € 56.927,20 – a una maxitruffa di € 10 milioni collegata a contratti di sponsorizzazione, individuando nella Società e in Maurizio Setti i protagonisti principali della vicenda, costituisce una squallida e incivile operazione mediatica, che mira a infangare l’onore, la reputazione e l’immagine di Hellas Verona, del suo Presidente e dei suoi tifosi.

La Società e il suo Presidente hanno già conferito mandato ai propri legali di fiducia di agire in ogni sede, penale e civile, contro coloro che, a vario titolo, in questi giorni, hanno contribuito o concorreranno alla canea mediatica, diffondendo notizie false, mistificando i fatti e travisando la realtà.

Infine, ma non da ultimo, ricordiamo quanto correttamente scritto ieri dalla stessa Guardia di Finanza nel suo comunicato: “In virtù del principio della presunzione di innocenza […] la colpevolezza dei soggetti sottoposti ad indagine in relazione alla vicenda giudiziaria sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”.

ARTICOLO 6 DICEMBRE ORE 12:25. La Guardia di Finanza in queste ore sta effettuando perquisizioni nella sede dell’Hellas Verona. E’ quanto si apprende questa mattina dall’Ansa. Il club di proprietà di Maurizio Setti e impegnato sabato in campionato contro la Lazio è solo una delle società coinvolte in un’indagine aperta dalla Procura di Reggio Emilia.

Si tratterebbe di un reato di frode fiscale da circa dieci milioni di euro e avente ad oggetto sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false emesse da una società ‘cartiera’. L’inchiesta ribattezzata ‘Operazione Cyrano’ – diretta dalla Procura di Reggio Emilia e condotta da guardia di finanza e polizia di Stato – vede 26 persone indagate a vario titolo, di cui 22 interessati anche da perquisizioni e sequestri in varie regioni del nord e centro Italia.

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