Fosse per Angelo Gregucci, al 36’ del primo tempo bisognava mettere pausa, fermare tutto e tornare negli spogliatoi. È stata questa la Salernitana che ha in mente il tecnico pugliese, è stata questa la Salernitana che vuole vedere il nuovo allenatore granata. Il problema è che effettivamente la Salernitana si è fermata dopo 36 minuti, ma il Pescara no. Prima la rimonta, poi l’imbarcata. Non solo un calo fisico, ma anche mentale. Tutto, secondo Gregucci, nasce “dal gol del 2-1”. Se non si prende quel gol la partita è diversa, ma con i condizionali e i congiuntivi il calcio non va molto lontano: “La prima considerazione va fatta sugli atteggiamenti e sulle letture: non possiamo prendere i primi due gol perché non mi sembra ci sia stata una prodezza loro ma solo un atteggiamento sbagliato – l’analisi di Gregucci che, naturalmente, non può essere contento – La squadra non ha riconosciuto la svolta della partita, sul 2-0 non si può prendere il gol un minuto dopo perché significa pregiudicare la gara. E infatti sul primo calcio d’angolo nel secondo tempo non eravamo attenti e la palla è scivolata in porta da sola”.
Errori da evitare, ma soprattutto condizione fisica da migliorare. C’è tanto da lavorare per Gregucci che come parola chiave punta tutto sulla mentalità: “Abbiamo abusato anche delle tre partite in una settimana, c’è stata qualche defezione atletica. Akpa si è fatto male ed è un calciatore importante per noi e per la mia idea. Nelle difficoltà è arrivato il calo fisico. Avevamo anche proposto qualcosa nel finale, con Orlando e Jallow si poteva fare il 4-3. Se segni e poi te la giochi alla morte negli ultimi minuti, è tutta questione di mentalità”.
Il bicchiere è completamente vuoto, ma per Gregucci c’è qualche goccia che può far riemergere l’ebrezza granata: “Questa squadra ha buone potenzialità, deve giocare palla a terra e dobbiamo essere lucidi nel leggere le situazioni. In questo momento abbiamo problemi di solidità, non si possono regalare i gol dopo il 2-0. Quel gol ci ha fatto girare la testa. C’è da migliorare poi nella rifinitura, mi rifiuto di pensare che è colpa solo degli attaccanti: vanno messi in condizione di fare gol. Sono convinto dell’idea di calcio che voglio fare, la mia squadra deve saper giocare. Prendiamoci i fischi, ma la proposta di gioco sarà quella del primo tempo: la terza in classifica faceva fatica a leggere le nostre traiettorie di passaggio. La palla lunga non è mai produttiva”.
E poi Gregucci continua: “Abbiamo mantenuto due partite la porta inviolata, ma sono state due partitacce. Io voglio andare avanti, questo significa cercare di proporre un calcio che fa divertire, che ha ambizione. Bisogna scegliere uomini adatti in tutti i reparti. Ho bisogno di giorni di valutazione e già adesso questi primi 45 minuti mi fanno pensare che tanti sono funzionali alla mia idea di calcio. A me interessa che i calciatori abbiano qualità, voglio portare avanti un progetto lungimirante. Se poi si comprano 11 Cristiano Ronaldo a che serve l’allenatore. Io vorrei vedere una partita per intero come quella giocata nel primo tempo. Al netto della pausa ho 5-6 giorni di allenamenti e lì la mia idea sarà rinforzata. Mercato? Ne devo parlare con la società”.
Gregucci quindi torna sulla partita di oggi. Le sue scelte sembrano portare a una Salernitana diversa dalla precedente gestione, con più qualità sulla trequarti: “Le scelte erano calcolate come distribuzione dello sforzo nella rosa. Ogni tre giorni si è giocato, molta teoria non è stata potuta fare. Io non sono per le turnazioni già predeterminate, ho messo qualità oggi perché volevo giocarmela. Questa squadra ha le qualità per proporre il calcio che ho in mente. Nel primo tempo il Pescara non ha mai tirato in porta, non è mai ripartito. Nel secondo tempo abbiamo provato a forzare e il campo si è aperto. Tutto questo è stato condizionato dall’aver regalato i primi due gol. Se andiamo 2-0 all’intervallo la partita era sicuramente diversa perché loro avrebbero rischiato. Noi invece il rischio non ce lo possiamo permettere. Adesso c’è da fare delle valutazioni e poi decideremo il da farsi. Dobbiamo pianificare tutto nel minimo dettaglio, poi quando torniamo ci saranno partite difficili e dobbiamo farci trovare prontissimi. Il cambio di Vitale? Si stava aprendo troppo il campo e dovevamo far qualcosa per recuperare, Marras lo conosco bene è un ragazzo straordinario e non gli volevo lasciare troppo spazio perciò ho lasciato Gigliotti a marcarlo. Nel secondo tempo la condizione atletica non ci ha aiutato, dovevamo essere più vicini all’uomo e non 3-4 metri distanti”.
Quindi, la chiosa finale: “Avere una mentalità solida ti permette di leggere la partita, ma al di là di questo siamo andati giù anche fisicamente. Io cercherò di dare indicazioni alla società, ci sarà un confronto sereno e cercheremo di alzare il livello tecnico e fisico della squadra. Dovremmo avere buone gambe”.
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