Connect with us

News

Grande Torino, mito indelebile 71 anni dopo Superga. Quando la Salernitana giocò al Filadelfia

Corre oggi il settantunesimo anniversario della tragedia di Superga. Il 4 maggio 1949 l’aereo che riportava a casa il Grande Torino, dopo un’amichevole disputata in Portogallo contro il Benfica, si schiantò provocando la morte dei trentuno passeggeri tra calciatori, staff, giornalisti ed equipaggio. L’Italia perse una squadra capace di vincere cinque scudetti consecutivi e che per dieci undicesimi rappresentava anche la selezione Nazionale. Perì anche Renato Casalbore, giornalista salernitano al quale fu poi intitolata la piazza antistante lo stadio Vestuti.

Nella Serie A 1947/48, la Salernitana ebbe l’onore di sfidare quella squadra mitica che ancora oggi mantiene i nomi dei suoi componenti scolpiti nella leggenda. Detto di quando la partita si giocò in Campania (clicca qui per leggere il ricordo), va ricordato anche il giorno in cui la compagine all’epoca allenata da Gipo Viani si recò al Filadelfia per far visita ai Campioni d’Italia capitanati da Valentino Mazzola. L’ippocampo quell’anno fu spesso chiamato “Torino del Sud” dalla stampa per la spensieratezza con cui si presentava al cospetto delle grandi del torneo: da un lato il vianema con le basi difensive per annullare i pericolosi attacchi avversari, dall’altro la capacità di ripartire e rispondere colpo su colpo a chiunque. Certo, era difficile farlo contro quel Torino. Era il 16 novembre del ’47 e in maglia granata la Salernitana ebbe l’onore di disputare la sfida. All’epoca si usava cosi, per dovere di ospitalità era la squadra di casa a cambiarsi l’abito in caso di somiglianza con i colori degli ospiti. Dunque, i campani non riuscirono a “matare” il Toro in bianco: Gabetto, Loik e Menti segnarono il tris in 31′, poi la Salernitana siglò il gol della bandiera con Vaschetti a pochi minuti dall’intervallo. Nella ripresa, altri due gol di Loik e uno di Grezar, prima del fischio finale… che arrivò cinque minuti prima del novantesimo.

L’arbitro era il bolognese Giovanni Galeati, classe 1901, che curiosamente era stato calciatore della Salernitana nella stagione 1921/22. Si accorse dell’errore quando alcuni giocatori erano già sotto la doccia, ma decise ugualmente di far riprendere la partita e giocare i restanti cinque minuti. La testimonianza di Vincenzo Margiotta, attaccante del cavalluccio marino, è nel volume scritto dal figlio Lorenzo con Mario Sicilia, ‘Vincenzo Margiotta, il più grande centravanti granata di tutti i tempi’. Ecco uno stralcio: “Mazzola ci disse di tornare in campo per onor di firma con un patto di non belligeranza. Accettammo tacitamente tutti, il risultato era ormai scontato. Chi era sotto la doccia, si rivestì e tornò in campo. Gli spalti erano ormai semideserti ma riprendemmo a giocare. Dopo due minuti, l’ala torinista Fabian trafisse il nostro portiere Masci dopo aver superato i miei compagni di reparto immobili. Segnò il 7-1. Non mancarono le nostre proteste, peraltro molto amichevoli, a capitan Mazzola. Il buon Valentino, con un sorriso disarmante, rispose ‘scusateci ma Fabian è straniero e non ha capito bene l’italiano. Vuol dire che quando verremo a Salerno, ci darete un gol in più’. Tutto si chiuse con una stretta di mano”.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News