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G. Novelli amaro: “Salernitana ha mollato dopo Perugia, ma domenica si salverà. Gli stimoli faranno la differenza”

Direttore sportivo, ma soprattutto tifoso della Salernitana. Gioacchino Novelli è intervenuto ai microfoni di Radio Alfa analizzando la situazione attuale in casa granata. A partire da una squadra che, sembra, sia priva di mordente e che si gioca tanto nella gara di domenica sera contro il Cosenza. Fino a giungere alla querelle tifosi, tra appelli per la diserzione e quelli per il rientro allo stadio Arechi con una politica di prezzi dimezzati: “Credo che quando i giocatori abbiano avuto la consapevolezza di non poter più raggiungere i play-off siano calati; questo lo si avverte nella gestione delle tensioni e della partita. Penso che, comunque, la Salernitana raggiungerà la salvezza tranquillamente domenica, purtroppo non ha raggiunto nell’anno del Centenario i play-off, la piazza avrebbe meritato di fare un campionato dignitoso. Sul pubblico preferisco non commentare per un semplice motivo: entrambe le prospettive possono essere giuste, in comune hanno l’affetto per la Salernitana”.

Novelli prosegue nella sua analisi: “Quando le cose vanno bene è merito di tutti, quando vanno male la colpa è di alcuni singoli, almeno questo sembra dire la storia di Salerno. Ovviamente non è così: dalla società all’ultimo dei calciatori, ci sono state dinamiche che solo all’interno delle stesse meritano un giudizio più approfondito. Dall’esterno si possono giudicare solo le prestazioni, ma le stesse non sono altro che l’esito finale di ciò che circonda il lavoro settimanale. Il calcio è fatto di episodi e organizzazione tattica, ma parte tutto dalla società. I demeriti di questa stagione non all’altezza, a mio avviso, sono da ripartire in tutte le componenti”.

Sulla gara di domenica Novelli è abbastanza sicuro: “A meno che non ci siano dinamiche particolari, il Cosenza, ottenuta la salvezza, verrà a Salerno senza alcuna pretesa. I calciatori sono già in vacanza; non è conveniente nemmeno per loro impelagarsi in situazioni che possono portare a tensioni sia in campo che fuori dallo stesso. Le rivalità appartengono alle tifoserie, ma non ai calciatori. Con ciò non voglio dire che il Cosenza regalerà la partita, anzi. Dico solamente che gli stimoli saranno diversi. Il calciatore li ritrova in sé stesso non attraverso ciò che gli dice il tifoso. Altrimenti viene meno il suo essere professionista”. 

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