Instancabile motorino della fascia sinistra, Michele Franco è stato tra i protagonisti della cavalcata che portò la Salernitana di Menichini in Serie B. Oggi veste la maglia del Monza con cui potrebbe ritrovarsi a giocare proprio in cadetteria prima del previsto: la Lega Pro infatti ha deciso di fermare i campionati promuovendo direttamente in Serie B le prime tre dei rispettivi gironi tra cui il Monza di Berlusconi e Galliani. Franco, intervenuto in diretta sul nostro profilo Instagram, ha tenuto alta l’attenzione sulla questione promozione: “Ci diciamo che ancora non siamo in Serie B, il consiglio di Lega Pro ha fatto la proposta ma la Figc deve ancora confermare. Dobbiamo ancora tenere i piedi per terra, in questo momento non è ancora chiaro cosa accadrà in tutte le categorie, sicuramente il nostro obiettivo è quello di tornare a giocare” .
La promozione vissuta a Salerno cinque anni fa arrivò al termine di una rincorsa pazzesca: “Non lo nascondo, ho sempre detto che la promozione di Salerno è stata importante, è un ricordo che mi porto dentro. L’ho vissuta intensamente, è stata un’esperienza incredibile perché la piazza di Salerno ti lascia dentro qualcosa di unico. Ultimamente ho rivisto i video di Salernitana-Barletta e nel rivedere quelle immagini mi sono venuti i brividi”. Un campionato indimenticabile scandito anche da momenti non semplici: “Ci sono sicuramente stati momenti difficili, la partita di Matera ci mise alla prova sotto l’aspetto umano ma ci compattammo. Quella fu la partita che ci fece capire di essere una squadra fatta di uomini in grado di venire fuori da momenti delicati. Quando scendevamo in campo, in casa e fuori casa, percepivamo che avremmo potuto raggiungere un traguardo storico e restare nel cuore di tutti i tifosi granata”.
Chiave del successo fu anche l’unità di intenti: “Il mercoledì andavamo sempre a fare il karaoke, c’era Moro che ha dimostrato le sue doti canore nella festa promozione ma ci divertivamo tutti. Questo ha fatto la differenza, eravamo tutti uniti e quando c’era il piacere di stare insieme si creavano le dinamiche che in campo hanno fatto le differenze. Sicuramente chi non giocava avrebbe voluto farlo ma sapevamo che l’obiettivo era troppo importante. Scherzavamo ma capivamo anche quando era il momento di farlo, è stata un’annata in cui è andato tutto bene”.
Dopo la promozione in B invece le cose non andarono per il meglio: “Cambiammo allenatore e molti interpreti, quando si cambia così tanto l’impatto con una nuova categoria lo paghi anche se partimmo bene, poi andammo in difficoltà ed è in quel momento che mancò la forza del gruppo. Tornò Menichini e tornammo ad esprimerci a buoni livelli. Prima meritavamo di perdere, anche con lui perdevamo qualche partita ma giocavamo diversamente. Dal punto di vista caratteriale ha una tranquillità nel gestire le situazioni che trasmette alla squadra. È come se cancellasse le pressioni di una piazza importante come Salerno”.
A proposito delle pressioni di Salerno: “Dipende da come uno riesce a vivere la pressione della piazza, non tutti riescono a vederla come una spinta. Noi ogni volta che attaccavamo sotto la Sud segnavamo, ribaltammo tante partite perché percepivamo questa pressione in maniera positiva”. I giocatori più forti incontrati in carriera: “Ho avuto la fortuna di giocare con tanti calciatori forti, uno che mi ha sempre impressionato è stato Omar Milanetto con cui ho giocato a Padova. Lui veniva dal Genoa, un giocatore davvero incredibile. A Salerno mi hanno colpito Coda e Donnarumma, si vedeva che avevano qualcosa in più per fare il salto di categoria”.
Franco è rimasto particolarmente legato alla città di Salerno: “Io vivevo a Pastena, ricordo che si parlava sempre di calcio ma le persone erano genuine e disponibili, tutti si mettevano a disposizione. Eppure ricordo che all’inizio tutti mi dicevano di andare a vivere a Sala Abbagnano ma mia moglie doveva partorire e quindi scelsi di vivere in città e sono stato benissimo, infatti il nostro desiderio è quello di tornare a viverci”.
Il terzino di Altamura si sofferma sull’aspetto societario, argomento sempre attuale in casa Salernitana: “Parlavo spesso con Lotito e Mezzaroma, vorrei far capire al tifoso della Salernitana che in un momento storico come questo, società solide che ti permettono di restare stabilmente in Serie B non si trovano facilmente. Non bisogna dimenticare che la storia della Salernitana negli ultimi anni è stata travagliata, avere alle spalle una società solida non è cosa da poco. Gli investimenti sono stati fatti, il budget ingaggi della Salernitana è uno dei più importanti della Serie B. So che non è facile perché il tifoso passionale vorrebbe sempre il massimo ed è giusto essere ambiziosi ma a volte bisogna contestualizzare il momento. Non credo al fatto che non vogliano andare in Serie A, un modo per aggirare il problema multiproprietà si trova. Quest’anno la Salernitana ha costruito una squadra importante con giocatori come Jaroszynski, Lombardi, Djuric, se andiamo ad analizzare ogni giocatore ci rendiamo conto che sono elementi di valore”.
In caso di ripresa del campionato di Serie B, la squadra di Ventura potrebbe dire la sua: “La Salernitana potrebbe essere la mina vagante perchè ha un’identità di gioco, nei momenti difficili ha delle certezze a cui aggrapparsi. Questo, in un momento come quello attuale, potrebbe essere un’arma in più”.
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