La Serie B è stato per lui terreno di conquista, ben cinque le promozioni in cadetteria e più di 70 presenze. Michele Franco, doppio ex di Salernitana e Monza e ora in forza alla Pro Sesto, conosce benissimo il campionato e commenta così la decisione dello stop di tredici giorni causa Covid: “Per la situazione Coronavirus, con l’episodio del Pescara, certamente andava fatto qualcosa. Questo stop immediato, senza giocare la 35^ e la 36^ giornata, potrebbe penalizzare un po’, alla ripresa, le squadre che erano lanciate. La Salernitana avrebbe sfidato il Monza con grande entusiasmo dopo la bella vittoria col Venezia. I brianzoli erano in ripresa grazie alla vittoria contro la Cremonese. Comunque non credo che gli equilibri varieranno molto. D’altra parte questo stop potrebbe aiutare le squadre che erano in difficoltà”. Il difensore pugliese ha vestito la maglia granata dall’estate 2014 fino al gennaio 2017, centrando la promozione in Serie B nella stagione 2014/15 da protagonista. B conquistata anche a Monza nella scorsa stagione (anche se con appena 4 presenze): “Il Monza certamente aveva i favori del pronostico e tutti se lo aspettavano più in alto. Il torneo di B è complicato, basta poco per ritrovarsi in alto o in basso – dice Franco ai nostri microfoni – La Salernitana sta sorprendendo in positivo perché è andata probabilmente oltre i suoi valori e sta lottando per un grande obiettivo. I granata devono crederci fino alla fine, hanno tutte le carte in regola. Il punto di distacco dal Lecce è insignificante. Certamente mancano pochissime partite, alcune anche difficili, ma sognare non costa nulla. Sabato prossimo vincerà la squadra che meriterà di più, sarà una bella sfida, giocata a viso aperto da entrambe per obiettivi importanti. I playoff sarebbero comunque un traguardo prestigioso per la Salernitana. Lì comincierà un mini torneo e l’ippocampo sarà squadra ostica da affrontare nelle partite secche, perché concede pochissimo”.
L’ex Varese conosce bene Fabrizio Castori avuto proprio, nella stagione 2012/13, in biancorosso: “La forza della Salernitana non è solo il reparto difensivo. L’identità è quella che conta, perché alla fase difensiva partecipano anche centrocampisti ed attaccanti. La squadra è brava a creare tanta densità nella propria metà campo per poi far male in contropiede. È l’atteggiamento a fare la differenza. Questa è una filosofia del mister che spesso lo ha portato a vincere. Il suo calcio non è spettacolare, ma è certamente efficace. Italiano, che ho avuto a Trapani, ha una concezione molto diversa del calcio. A lui piace occupare sempre la metà campo offensiva. Alla fine però contano solo i risultati, anche se raggiunti in modo diverso. Mister Castori è bravissimo a tenere sempre tutti sul pezzo, vuole una attenzione altissima in allenamento. Spesso riproduce in allenamento ciò che può capitarti in partita, se lo segui ti trovi quindi già pronto. Parla tantissimo e ti striglia, ha dei modi particolari, ma efficacissimi. A Varese c’erano calciatori di grande carisma come Carrozzieri ed Ebagua, ma lui non si tirava mai indietro nel confronto. Ha delle idee chiare e ha sempre avuto il merito di averle portate avanti”. Da difensore Franco commenta le prestazioni dei singoli nel reparto arretrato granata, con un pensiero particolare all’ex compagno Mantovani: “Ho guardato tante partite della Salernitana. In difesa non mi meraviglio delle prestazioni di Gyombér, difensore affidabilissimo. Sono felicissimo per il rientro di Mantovani. Valerio è un ragazzo serio e forte, giocatore importante, bravissimo sia a difendere, ma anche ad impostare. È stato molto sfortunato con l’infortunio. Centrocampo e attacco sono altrettanto forti. Calciatori come Tutino, Cicerelli, Kiyine, Anderson sono di grande qualità. La Salernitana può giocarsela con tutti, è stata costruita bene”.
Il calciatore di Altamura ha vissuto al cento per cento la torcida salernitana, nei momenti belli (come la promozione in B) e in quelli difficili (come la salvezza ai playout nel primo anno in cadetteria): “La piazza di Salerno è esigente. Personalmente ho sempre e solo ricevuto tanto dai tifosi, mi spingevano sempre a dare qualcosa in più – puntualizza il classe ’85 – Forse ad inizio campionato il malumore della gente non avrebbe aiutato la squadra, soprattutto in caso di risultati negativi. Qualche calciatore con meno esperienza e meno carisma avrebbe avuto difficoltà ad esprimersi. Per giocare all’Arechi ci vuole tanta personalità. La mia opinione è che il pubblico, soprattutto quello granata, è fondamentale. Sarebbe un’arma in più in questo momento. Noi andavamo fortissimo in casa. Io ho vissuto sia momenti belli, come la promozione, che difficili, come la salvezza, ma il pubblico ci ha sempre dato una mano”. Franco difende poi l’operato di Lotito e Mezzaroma e della dirigenza; secondo lui la Salernitana ha sempre puntato alla vittoria. La multiproprietà non è mai stata un freno: “La storia che Lotito non vuole andare massima serie non esiste. Non c’è nulla di vero, voci infondate. L’obiettivo è sempre quello stato di puntare al massimo. Lo testimoniano gli investimenti di questi anni. Basti pensare a giocatori come Coda, Donnarumma, Schiavi, Sciaudone, Rosina, giusto per citarne alcuni. Non ho visto mai la proprietà e la dirigenza limitarsi e non voler puntare a vincere. Serviva un po’ di pazienza. Nel calcio ci sono tantissime variabili, non basta solo prendere giocatori forti”. Como, Perugia, Salerno, Livorno, Trapani e Monza, le piazze dove il trentaseienne difensore ha conquistato una promozione. Vincere in granata però ha tutt’altro significato: “Ho avuto la fortuna di vincere tanti campionati, tutti importanti. Vincere a Salerno è un’altra cosa. Un’esperienza forte, sapere di rimanere nella storia e nel cuore dei tifosi è un motivo di orgoglio pazzesco. Non oso immaginare cosa succederebbe se la Salernitana salisse in Serie A. I calciatori diventerebbero degli immortali. Questo deve essere un motivo per dare quel qualcosa in più fino alla fine”.
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