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Fischi bipartisan a Udine, l’ennesimo ritorno amaro per i 665

Tutto lo stadio… a fischiare. Epilogo singolare questo pomeriggio al Bluenergy Stadium: da una parte i sostenitori dell’Udinese, delusi per il mancato successo della loro squadra, comunque pericolante; dall’altra i 665 cuori granata arrivati in Friuli nonostante l’epilogo del campionato ormai quasi già scritto.

Il pareggio ottenuto suona come una sconfitta per i tifosi della Salernitana, che a fine partita hanno ricacciato via i calciatori granata andati sotto il settore ospiti per ringraziare del sostegno, nonostante tutto. Ci si aspettava la vittoria, ancor più perché con la superiorità numerica in tanti avevano pensato che finalmente la ruota potesse un minimo girare, anche se tardivamente, anche dalla parte della Bersagliera. Così non è stato ma nonostante tutto c’è voglia, necessità, di crederci ancora. Non è bastato l’incessante incitamento del pubblico dal primo all’ultimo minuto. Squadra e società hanno capito la rabbia di fine partita e hanno applaudito ugualmente, apprezzando. In tribuna erano presenti l’ad Milan, il segretario Dibrogni e Pietro Bergamini, collaboratore di Sabatini. Assente Iervolino.

La partita è iniziata con un coro ben preciso e un chiaro, perentorio, fragoroso invito ai calciatori a fare il proprio dovere. Non si può dire che sul piano dell’approccio e della prestazione ciò non sia accaduto. Chissà cosa è frullato nella testa degli aficionados in quei 30 minuti di attesa prima di uscire dallo stadio, ormai triste copione di ogni trasferta, con deflusso “controllato” per motivi di ordine pubblico sebbene a Udine non ci fosse alcuna criticità (sostenitori granata in aggiunta al numero presente nel settore ospiti erano presenti anche in altri settori dello stadio, pacificamente integrati con i bianconeri nonostante gli evidenti e diversi vessilli. È bastato poco perché si diffondesse l’eco del caso Dia e del suo rifiuto a subentrare. E quindi amarezza, ancora una volta. Un viaggio di ritorno notturno, tra chi ha scelto i minivan e chi il treno, per tanti altri più breve perché residente nel nord-est o all’estero. Rimuginare, ripensare. Pochissima forza per intonare ancora cori, un senso di impotenza. E sabato si vola a Cagliari. La maglia è sempre la maglia.

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