Il Venezia ha ufficialmente presentato i nuovi acquisti Samuele Longo e Marco Firenze con una conferenza stampa. L’ex granata svela il retroscena del suo ritorno in maglia arancioneroverde: “Quando ho saputo della trattativa che era in piedi mi è venuto in mente come mi ero trovato qui e i rapporti che avevo qui. Insomma ho pensato prima di tutto al lato umano. Poi ovviamente avevo visto qualche partita del Venezia ed ero rimasto piacevolmente colpito dal modo di giocare che avevano questa squadra e questi ragazzi. C’erano altre situazioni, ma ho messo in difficoltà, tra virgolette, il mio procuratore dicendo che la mia prima scelta sarebbe stata questa, perché credevo e ora credo a maggior ragione che il modo di giocare della squadra possa esaltare le mie caratteristiche. Vederlo dal vivo è stato ancora più convincente, ho trovato una squadra organizzata, che sa cosa fare. Poi il direttore e la società mi hanno voluto quindi è stato semplice”.
Il centrocampista torna anche sull’infortunio che ha cambiato le gerarchie nella squadra di Ventura, avvenuto proprio contro il Venezia: “Prima di quella partita stava andando tutto bene. Quando mi sono ripreso ci sono state delle situazioni che non riesco ancora a capire. Parlando anche con la società granata nemmeno loro hanno saputo spiegarmi come eravamo arrivati al punto in cui mi trovavo a gennaio. Comunque a Salerno è stato bellissimo e negli ultimi giorni non potete immaginare quanti messaggi mi sono arrivati dai tifosi dispiaciuti del fatto che stavo andando via. Ma non è stato un problema, è stata una bella esperienza, poi adesso sono qua e non penso ad altro”.
Il calciatore classe 1993 chiarisce anche il discorso sul suo ruolo: “Io fino ad ora ho giocato dappertutto, soprattutto l’anno scorso, quando l’unico ruolo in cui non ho giocato è stato quello di difensore centrale. Per il resto ho giocato terzino, quinto di centrocampo, mezzala, attaccante, trequartista, giocando praticamente sempre tranne quando avevo problemi fisici. Penso di essere una mezzala, ma appunto dico penso perché a seconda del modo in cui l’allenatore vede il calcio decide dove collocarmi. Poi bisogna tenere conto anche delle esigenze, anche quelle di risultato, ma a me va benissimo così, anzi mi dà fiducia perché vuol dire che l’allenatore e gli altri credono nelle mie qualità anche in ruoli non miei. Quindi non è una frase fatta se dico che sono a disposizione del mister, la necessità viene prima di tutto, poi se devo scegliere dico che sono una mezzala”.
Infine sul Venezia visto da avversario commenta: “Mi ha colpito l’organizzazione, tutti in campo sanno cosa fare. È anche una squadra molto giovane, però hanno personalità e non hanno paura di giocare nemmeno in una situazione rischiosa. A volte potrebbe subentrare un po’ di tensione, ad esempio se sei sotto e devi fare risultato, invece rimangono tutti tranquilli e questa è una cosa molto importante anche per come vedo io il calcio. La differenza tra casa e trasferta? Non lo so, in Serie B la classifica è sempre cortissima, quindi è importante fare punti sempre. In casa non è sempre semplice giocare, io ora sono abituato a giocare all’Arechi, è un aeroporto in confronto al Penzo che deve diventare il nostro fortino, perché i risultati passano soprattutto dalle prestazioni in casa, poi in trasferta più punti fai meglio è. Bisogna pensare di partita in partita, lo so, sono sempre le stesse frasi, ma sono la verità. Non si possono fare progetti a lungo termine, bisogna pensare a giocarsela contro tutti anche perché secondo me questa squadra può farlo. Piano piano si vedrà dove possiamo arrivare, però mancano ancora troppe partite”.
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