Non è certamente felice di quello che ha visto a Cittadella. Angelo Fabiani, direttore sportivo della Salernitana, è intervenuto ai microfoni di Radio Alfa, analizzando la sfida in terra veneta in maniera eloquente, senza tralasciare una tiratina di orecchie ai giocatori: “A Cittadella è successo quello che potrebbe accadere in un’orchestra musicale: sono venuti meno due-tre strumenti e la qualità della musica prodotta è stata negativa. Alcuni dei nostri uomini hanno fatto degli errori individuali importanti tali da compromettere una partita che avrebbe potuto avere, sulla carta, un esito diverso”.
Sul mal di trasferta, Fabiani ha le idee chiare: “Io non faccio distinzioni tra rendimento in casa e in trasferta. Anche a Cittadella c’erano molti tifosi della Salernitana. Se sai giocare all’Arechi, puoi giocare anche altrove. Qualora qualcuno dei giocatori facesse questa differenza, è meglio che se lo tolga dalla testa. Io penso che la Salernitana gioca in casa sempre e comunque. Anche sabato erano più rumorosi i nostri tifosi di quelli del Cittadella. L’analisi che deve essere fatta deve andare aldilà del risultato, la si deve fare nel chiuso dello spogliatoio e nelle sedi più opportune analizzando come si siano presi i goal e non è accettabile vedere come se li abbiamo presi sabato: con difesa schierata o con superiorità numerica. C’è qualcosa che non va a livello individuale, l’allenatore ci può fare onestamente ben poco. Si stanno palesando alcune carenze individuali che bisogna eliminare immediatamente, altrimenti ci portiamo sempre questi errori che compromettono di produrre la musica di qualità. Siamo alla quattordicesima giornata, sono stato paziente fino ad oggi. Queste situazioni devono essere prese di petto e dargli un nome ed un cognome. Il tecnico si basa su quello che vede durante la settimana, nel test settimanale c’ero anche io e mi sembrava che la squadra andasse a mille mentre a Cittadella non ho visto nulla di ciò e me ne sono dovuto andare prima. E’ un problema di concentrazione del singolo che l’allenatore non può prevedere. Neanche Mourinho può cambiare il corso della gara. Io e la proprietà non siamo arrabbiati, siamo vigili e ci muoveremo di conseguenza. Abbiamo fiducia nello staff tecnico: valutiamo il lavoro quotidiano, arrivano alle prime luci del mattino e terminano a notte fonda. A loro non possiamo rimproverare nulla. Bisogna fare delle valutazioni pertinenti dalla società, cose che non competono all’allenatore”.
Fabiani prosegue nella sua analisi commentando anche l’ingresso di Rosina : “Chi va in campo deve dare il trecento percento e non dare il duecento perché tanto c’è il compagno che dà il cinquecento. Se vogliamo essere costruttivi i goal presi non sono una questione di modulo. Rosina è un calciatore al pari degli altri. Non ci sono figli, né figliastri. E’ un gruppo omogeneo, formato da persone navigate che sanno di operare in una piazza importante. Per cui, siamo contenti del ritorno di Rosina. Non lo abbiamo avuto per lunghi momenti, ma siamo riusciti lo stesso ad andare avant. Basare tutto su un goal di Rosina, vuol dire attaccarsi al fumo della pipa. Il problema è altrove. Mi sono reso conto che la società debba intervenire drasticamente. Lo sport migliore è quello di individuare il colpevole. In molti stanno trovando in Colantuono il capro espiatorio, ma io non ci sto a questo giochino al massacro. in trent’anni di carriera so valutare se un allenatore sa trasmettere o meno qualcosa ai suoi giocatori e viceversa. Qui le componenti ci sono, ma viene meno qualcosa a gara in corso da parte di un singolo”.
Sulla società vigile sul mercato, Fabiani nicchia: “Entriamo in un contesto su cui è meglio non toccare questo tasto. A mio avviso, la Salernitana abbonda in tutti i reparti, chi non rientra nei piani avrà il benservito. O si troverà una squadra oppure si allenerà come già fatto da alcuni atleti che abbiamo attualmente in rosa.. Deve essere un gruppo assatanato di agonismo, non bisogna tradire società, tecnico e tifosi. Chi non se la sente, deve alzare la mano e farsi da parte”.
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