Una rondine non fa primavera. Ancor più se fuori stagione, con i primi freddi alle porte. Ma l’avvio sprint in campionato della Salernitana lascia intravedere segnali più che incoraggianti. Quantomeno cercando di confinare il discorso ad un ambito unicamente attinente al rettangolo verde, isolando tutti gli altri argomenti di discussione che terranno banco ancora per mesi. Perché è giusto che Salerno ottenga risposte alle tante, troppe domande rimaste irrisolte, ma è altrettanto auspicabile che la squadra possa continuare a lavorare con tranquillità, senza dover pagare in prima persona responsabilità altrui.
Un po’ quanto ha professato fin dal primo giorno Fabrizio Castori. Il trainer di Tolentino s’è messo in “bolla”, giusto per usare un’espressione molto di voga in tempi di Coronavirus, ed ha catechizzato i suoi a pensare unicamente al campo, a dare il massimo tanto in allenamento quanto in partita. I primi vagiti granata sono promettenti, seppur con la perenne sensazione d’incompiuta che da sempre accompagna gli organici allestiti dal management granata. In cui non mancano limiti e carenze strutturali, in particolare in mezzo al campo e sul binario mancino, ma dove allo stesso tempo spiccano individualità di rilievo. Come indubbiamente in attacco.
Il riferimento è ovviamente alla coppia Milan Djuric-Gennaro Tutino. Quattro gol nelle prime tre partite, un’intesa tutta da affinare partendo da un’ottima base tecnica ma soprattutto da un’assoluta complementarietà a livello di caratteristiche fisiche e tattiche. Probabilmente era dai tempi di Massimo Coda ed Alfredo Donnarumma che la Salernitana non poteva contare su un tandem offensivo così omogeneo. Se la sorte dei due attaccanti campani in granata è stata spesso controversa e divisa, Castori – che nato ieri non è – ha immediatamente applicato un concetto elementare: quando hai a disposizione giocatori forti, devi costruirci la squadra intorno e non viceversa.
E così si è passati subito al 4-4-2, malgrado i progetti iniziali raccontavano di un Castori pronto a plasmare la Salernitana con il 3-5-2 utilizzato nelle ultime stagioni. Il tecnico marchigiano è tornato all’antico, al modulo con cui ha ottenuto i migliori risultati in carriera. Djuric-Tutino ed altri nove: la sensazione, che settimana dopo settimana sta assumendo certezza, è che Castori voglia mettere il duo offensivo composto dal gigante bosniaco e dallo scugnizzo napoletano al centro del progetto. Una mossa all’apparenza semplice, ma non scontata in un movimento dove talvolta la ricerca ossessiva dell’originalità prende il sopravvento sulla logica.
Il campo parlerà, ma finora Djuric e Tutino hanno dato risposte confortanti. Pur non timbrando il cartellino, anche ieri l’apporto del centravanti ex Cesena è risultato importantissimo per Tutino che ha potuto beneficiare di spazi importanti dai movimenti del compagno di reparto su cui confluivano le attenzioni dei due centrali difensivi pisani. Djuric e Tutino si sono spesso cercati e talvolta trovati. Il giovane attaccante napoletano ha rubato la scena con una doppietta e mettendo lo zampino anche nelle altre due reti. Poco meno di ottanta minuti di gioco in cui Tutino ha messo in mostra tutto il suo repertorio fatto di freddezza sotto porta e scaltrezza, bagaglio tecnico e grande vivacità nell’ossessiva ricerca dell’inserimento in profondità. La telenovela estiva per portarlo a Salerno è ormai alle spalle, martedì c’è la sfida a distanza con un ex al veleno quale Lamin Jallow che avrà tutta l’intenzione di farsi rimpiangere…
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