Pareggio senza emozioni, 1-1 con il Rieti utile solo a evitare la figuraccia. Un test match che ha detto poche cose, a bassa voce per non farsi sentire. La prima è che la Salernitana sta finalmente recuperando Alessandro Bernardini, in campo ieri con il Rieti per 45 minuti. Qualche lancio, una buona chiusura, presenza anche nell’area di rigore avversaria in situazioni di palla inattiva. Buoni segnali per un calciatore che si era fermato nel 2017 e che poi non ha più visto il campo. Bernardini, come ha suggerito Gregucci, ha bisogno ancora di tanto tempo ma il suo recupero è una buona notizia per l’allenatore pugliese. Che ieri, con il naso da Pinocchio, ha dichiarato di non aver effettuato alcun esperimento tattico contro la formazione di Eziolino Capuano.
Piccola bugia per l’allenatore granata, perché queste amichevoli non servono solo a mettere minuti nelle gambe, servono anche per cercare di costruire sul campo tutto quello assimilato nelle settimane di lavoro. Ieri Gregucci ha naturalmente fatto giocare tutti i suoi calciatori a disposizione, ma è riuscito comunque a ricevere qualche risposta. L’ex vice di Mancini ha più volte ripetuto, nel corso delle poche settimane da tecnico di Via Allende, di non aver in testa un modulo specifico bensì una metodologia di gioco: occupare gli spazi chiave con i calciatori dalle giuste caratteristiche. E ieri, a tratti, si è visto questo atteggiamento tattico. Soprattutto nel primo tempo, con più titolari in campo. I tre centrali difensivi hanno spostato la linea più verso la metà campo, con Casasola molto largo a destra ma veloce nell’accorciare e trasformare la difesa a 4 favorendo i movimenti di Gigliotti, abile a diventare velocemente terzino sinistro. Da sottolineare anche l’atteggiamento di Vitale, pendolo tra difesa e attacco e calciatore in grado di trasformare il 3-4-3 in 4-2-3-1. “Difesa a 3 o a 4 non mi interessa, non cambia molto: l’importante è non prendere subito gol alla prima folata di vento”, ha detto Gregucci ieri in sala stampa. E in effetti la Salernitana ha proposto entrambe le soluzioni tattiche nel test match con il Rieti, soffrendo però lo stesso le avanzate dei laziali. Colpa del poco filtro a centrocampo? Impossibile prescindere da Akpa Akpro.
La terza indicazione arriva dall’altra metà campo. “La Salernitana ha il peggior indice di pericolosità offensiva della B e questo è un dato che va migliorato”. Problema che i granata si portano dietro dall’estate, in avanti non si offende. Bocalon ha segnato qualche gol, gli altri invece no. Quello che lascia perplessi, però, è la pochezza di idee di una squadra priva di fantasia e imprevedibilità. Ecco perché la Salernitana di Gregucci punta ad alzare il tasso tecnico degli uomini in campo. Già in gare ufficiali si era vista più qualità (André Anderson con Jallow, poi il brasiliano con Rosina), ieri ulteriori conferme in tal senso. Nel primo tempo hanno giocato Rosina e Orlando, vicini, molto vicini. I due hanno duettato, si sono cercati e hanno provato (con poca fortuna) a entrare in area di rigore. Probabilmente Orlando è ancora lontano dalla forma migliore, mentre Rosina nonostante la carta di identità non sia più clemente appare indispensabile per la Salernitana. Nel secondo tempo invece spazio ad André Anderson con Jallow. Meno tocchi e più verticalizzazioni, il gambiano ha cercato spesso la porta ed è riuscito a segnare. Più nervoso il brasiliano, che però gode di tanta fiducia e può vantare (se limati con un po’ di saggezza in più) colpi di alta scuola.
Da domani inizia la settimana che porta a Palermo-Salernitana e Gregucci ha promesso che sarà tutta incentrata sul lavoro tattico. Non ci saranno novità a stretto giro dal mercato, alla Favorita scenderanno in campo gli stessi. Senza Castiglia squalificato a centrocampo (rebus in mediana da risolvere), ma sicuramente con più qualità davanti e con una difesa più aggressiva. Chissà se guidata da Bernardini. Il 2019 però deve essere l’anno della svolta, già da venerdì ci si aspetta una Salernitana diversa. Nell’anno del centenario è quantomeno lecito cercare di animare un po’ di entusiasmo in una piazza ormai già rassegnata all’ennesimo campionato vissuto galleggiando nel limbo.
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