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Dia-Salerno, un addio al vetriolo: fischi e insulti dalla Curva Sud che gli volge le spalle sul penalty

La maniera peggiore per dirsi addio. Boulaye Dia e Salerno si salutano tra gli insulti, in quella che poteva essere una anonima serata di agosto con i trentaduesimi di Coppa Italia, ed invece è diventata l’ultima pagina di un romanzo senza lieto fine. In molti sono rimasti sorpresi nel leggere la sua presenza dal primo minuto in distinta, con l’accordo tra Salernitana e Lazio virtualmente raggiunto per un suo passaggio in biancoceleste. L’unico ostacolo all’ufficialità, al momento, è la trattativa in corso tra Lazio e calciatore che non hanno ancora trovato l’accordo sulla formula del legame contrattuale.

Ecco perché il rischio di infortunio, unito al fattore ambientale, avrebbero sconsigliato un impiego di Dia contro lo Spezia. Ed invece Martusciello ha puntato sul numero 10 al centro dell’attacco granata; per lui l’ultima apparizione all’Arechi è datata 24 Febbraio scorso contro il Monza.

A Salerno gli ultras non si strappano i capelli per questo addio: le 16 reti del torneo 2022-23, con il terzo posto in classifica cannonieri, sono uno sbiadito ricordo. I tifosi granata non perdonano quello che è successo nel torneo successivo, quando Dia ha puntato i piedi per il mancato passaggio al Wolverhampton nell’ultimo giorno del mercato estivo, offrendo un rendimento ampiamente insufficiente nei mesi successivi. Nessuno ha pagato il prezzo della clausola che di volta in volta veniva fissata per la sua cessione, e la permanenza a Salerno per tutto il campionato si è rivelata un macigno mal digerito sia dal calciatore che dalla piazza. A Udine il “pomo della discordia” con il presunto rifiuto di Dia all’ingresso in campo con Liverani in panchina (questione ancora in attesa di risoluzione in sede di arbitrato).

All’Arechi è calcio da agosto, ma le tensioni sono degne di un finale di stagione. Dia viene fischiato già nel riscaldamento e durante le prove dei tiri in porta. Insieme al presidente dimissionario Iervolino, il senegalese è nel mirino della Curva Sud che scandisce con i fischi ogni singolo tocco di palla. Martusciello gli affida il penalty che riapre i giochi sul 3-1 per lo Spezia. Dia prima della battuta replica con un applauso polemico, poi una volta scagliato il pallone di rete, volge le spalle alla Curva e mostra il nome sulla divisa. La squadra corre in soccorso di Dia, abbracciandolo e coprendo eventuali ulteriori gesti di reazione, mentre l’Arechi gli rovescia addosso tutta la rabbia accumulata negli ultimi 11 mesi, i mal di pancia ed il nervosismo di chi è rimasto a Salerno controvoglia, affossando – secondo i più critici – le speranze salvezza in Serie A ed inquinando lo spogliatoio.

Un capo d’accusa troppo grande per essere cancellato dalla rete del 3-3 che ha condotto la sfida alla lotteria dei rigori. Il primo della serie è stato calciato proprio da Dia, ma al momento della battuta la Sud gli ha rivolto le spalle, limitando i decibel dell’esultanza dopo la trasformazione. “Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà” cantava Arisa: all’Arechi si chiude nel peggiore dei modi un romanzo che nell’ultimo anno ha vissuto pochissime pagine di calcio e troppe di veleni.

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