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Di Napoli al Mattino: “Niente calcio, senso di vuoto. Ora sacrifichiamoci, sono preoccupato perché…”

Arturo Di Napoli ci mette la faccia e manda un messaggio di sensibilizzazione agli appassionati di calcio. Nello stesso tempo, però, non nasconde una certa preoccupazione per tutto ciò che potrebbe negativamente incidere dopo il periodo Coronavirus, soprattutto a livello economico. In una lunga intervista al quotidiano Il Mattino, l’ex bomber della Salernitana (37 gol in due stagioni) ha parlato a trecentosessanta gradi di come vive l’epidemia nella sua Lombardia, tra l’altro una delle zone più colpite, e come pensa che il calcio possa riprendersi.

“Di normale non c’è nulla, è tutto surreale. Sono sincero: inizialmente l’abbiamo presa un po’ tutti sotto gamba. Codogno ha acceso una spia importante per noi lombardi. Col mio Cologno, in Eccellenza, avremmo dovuto giocare proprio lì quando si è fermato tutto. Si cerca di tener botta, ma ho paura che la situazione possa divenire ancor più drammatica. Spero di sbagliarmi. La cosa più importante è fare unione per ritrovare il benessere di noi cittadini che oggi siamo pieni di incertezze. All’inizio poteva essere anche piacevole restare tutto il giorno a casa, poi però inizi a sentirti privato della tua libertà. Ho raggiunto il mio quattordicesimo giorno e vado avanti, invitando tutti a non mollare: solo stando a casa e facendo questo sacrificio avremo la probabilità di tornare alla normalità. Ma temo per il post. Si sta fermando l’economia e non so quanti possano garantire lo stipendio ai propri dipendenti. Viviamo in un’epoca di progresso, quindi dal punto di vista medico sono tranquillo: in qualche modo il vaccino lo si troverà. E poi abbiamo una sanità di spessore. Sono preoccupato per la ripartenza economica”, ha detto l’ex calciatore, oggi allenatore del Cologno nel massimo campionato dilettantistico regionale lombardo.
Si è parlato di un possibile taglio agli stipendi dei calciatori, fra le altre misure, per poter in qualche modo far quadrare i conti nell’eccezionalità della situazione. “Bisogna mettersi tutti al servizio del Paese, con la speranza che poi il Governo si metta a disposizione a sua volta. Credo che chi ha possibilità di ridursi i compensi senza inficiare sul fabbisogno quotidiano debba farlo. Tutti devono rinunciare a qualcosa, bisognerà poi trovare normative eque che bilancino perdite e favori, anche se le polemiche ci saranno sempre. – dice Di Napoli – La ripresa atletica sarà dura? Tutti partiranno sullo stesso piano, chi più chi meno. Sta alla caparbietà di ogni singolo giocatore trovare spazio e modo per non perdere lo stato di forma. Ma è una cosa nuova anche per i preparatori.La ripresa sarà un’incognita, saremo tutti intontiti. Nel calcio, però, ci sono strutture e studi. Sicuramente gli staff studieranno qualcosa che possa dare benzina subito e tenere quel mese e mezzo, per poi riprogrammare la stagione successiva”.
Senza calcio giocato, è chiaramente il momento dei ricordi per gli appassionati. Fosse per Re Artù, quello che proietterebbe nelle case dei salernitani? “Il gol di Potenza generò un tragitto di ritorno indimenticabile, i tifosi ci scortarono a passo d’uomo fino all’hotel. Però, per bellezza e importanza, cito il gol contro l’Ancona che ci donò il sorpasso in classifica”, dice. Era il campionato 2007-2008. A distanza di dodici anni, l’epidemia Covid 19 ha fermato tutto. “C’è un senso di vuoto pazzesco. Io non mi sono mai ammazzato di lavoro quando ero calciatore: mentre ero in vacanza e si avvicinava l’inizio del ritiro precampionato, storcevo il muso. Ma cosa darei ora per farlo. Sento anche i miei calciatori in Eccellenza: hanno voglia di allenarsi, rivedersi, abbracciarsi. Uno ha addirittura detto di desiderare i miei rimproveri”, la chiosa di Di Napoli. Bisogna stringere i denti e rispettare le prescrizioni del Governo per il proprio bene e per quello degli altri. Solo così quanto prima si potrà tornare alla normalità

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