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DeLa pressa, Sousa si allontana, social divisi tra comprensivi e traditi. E quelle “promesse”…

Poco più di un anno dopo il traumatico ed inaspettato divorzio con Walter Sabatini, la storia potrebbe ripetersi. Il condizionale è d’obbligo ma le avvisaglie ci sono tutte. Il fuoco che da qualche settimana cova sotto la cenere potrebbe di colpo divampare: Paulo Sousa si allontana dalla panchina granata malgrado l’opzione di rinnovo esercitata dalla Salernitana tramite comunicazione formula via posta elettronica certificata. Il Napoli lo affascina con un contratto biennale con opzione per il terzo anno sicuramente più ricco di quello da 1,2 milioni recentemente “scattato” con il cavalluccio.

Il Napoli pressa

Il tecnico lusitano ha tempo fino alla mezzanotte del prossimo 20 giugno per svincolarsi attraverso il pagamento di una penale. Le notizie che rimbalzano da Roma sono però inequivocabili e portano a pensare che addirittura prima di questa data la vicenda possa chiudersi. Venerdì sera Paulo Sousa ha incontrato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a Roma negli uffici della Filmauro. La pellicola cinematografica c’entra poco, né trattasi di finzione: il casting è quello per il sostituto di Luciano Spalletti. ADL ha sondato anche la disponibilità del tecnico lusitano, altro nome aggiunto alla lunghissima lista di pretendenti a sedersi sulla panchina del Maradona. Ma a queste latitudini interessa il giusto. Ciò che interessa e preoccupa è che la Salernitana potrebbe nuovamente essere costretta a cambiare allenatore (clicca qui per le possibili alternative) interrompendo sul nascere un progetto di crescita che aveva dato segnali più che incoraggianti negli ultimi mesi. Il matrimonio Sousa-Napoli ha buone possibilità di essere celebrato, ad oggi.

Social infiammati

Come spesso accade Salerno si divide in due fazioni. Da un lato chi accusa Sousa di “tradimento” per aver accettato anche solo di sedersi al tavolo con i cugini e rivali del Napoli, dall’altro chi – in una situazione comunque grottesca sforzandosi di fare esercizio di obiettività – “giustifica” la posizione del tecnico di Viseu. Difficile rimanere insensibili quando dall’altro lato della cornetta c’è il presidente della squadra appena laureatasi campione d’Italia. Lecito chiedersi come l’abbiano presa Iervolino e De Sanctis, visto che il diesse proprio poche ore prima s’era detto tutt’altro che in ansia circa la possibilità che Sousa esercitasse la clausola per svincolarsi dalla Salernitana. E soprattutto vien da chiedersi se fossero a corrente dell’appuntamento in agenda tra Sousa e ADL. L’allenatore portoghese ha avuto continue cene, call conference e dialoghi con il management e non sembravano potessero esserci segnali di divorzio. Tutt’altro. Certo, andando a riprendere “l’interpretazione” di alcune parole del tecnico di qualche settimana fa, tanto contestate dal solito ed impulsivo mainstream ma evidentemente non così… distanti dalla realtà (clicca qui per leggere), vien da riflettere.

Le promesse d’infanzia

Prima che ottimo allenatore e maestro di calcio, Sousa s’è mostrato anche ottimo educatore. E non solo verso i calciatori. Rimbalzano e riecheggiano le parole pronunciate dal tecnico portoghese nel corso dell’incontro con gli studenti del liceo Severi (clicca qui per leggere) solo poche settimane fa: “Mio papà ripeteva sempre la stessa cosa: rispettare gli altri, poi ho capito perché. Prima di chiedere rispetto dobbiamo rispettare gli altri. L’essere umano è egoista, se prendiamo l’iniziativa sugli altri sicuramente gli altri ci rispetteranno di più. Il dono della parola per me è stato fondamentale. Giocavo in una piccola squadra di Viseu, piccolo paese del nord del Portogallo. La mia squadra non aveva professionisti, era solo di settore giovanile. Dopo il primo anno in cui ho giocato a calcio, sono arrivati Benfica, Sporting e Porto. La prima il Benfica, ha parlato con mio papà, lui ha parlato con me e io gli ho detto che volevo giocare a calcio e sarebbe stata una buona opportunità. Papà ha dato la parola senza firmare nessun documento. Una settimana dopo è venuto il Porto e ci ha detto che se le cose non fossero andate bene a Lisbona il Porto sarebbe stato disponibile. Lo Sporting ha addirittura messo dei soldi sul conto dei miei genitori, più dei 25 anni di lavoro con cui avevano guadagnato, mio papà malato dello Sporting e gli hanno dato delle tute. Mio papà non è tornato indietro: aveva dato parola al Benfica e questo è stato un altro insegnamento“.

Chissà cosa ne penserà Sousa senior, magari che ai giovani non bisogna portare parole al vento ma esempi concreti. Il calcio è perfetta metafora della vita. E proprio per questo bisogna far tesoro di precedenti esperienze. A Salerno non mancano, fin dai tempi in cui il “Profeta” Delio Rossi decise di lasciare Rossilandia per tornare al Foggia. Anche in quel caso si parlò di tradimento, anche in quel caso c’era una parola di mezzo. Passano gli anni, la storia rischia di ripetersi. Ancora una volta. Ma il refrain è noto. Lo ripete a squarciagola anche la Curva Sud: giocatori, allenatori e anche presidenti passano. Una sola cosa no: la maglia.

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