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Del Grosso commenta la promozione: “Salerno, goditi questa Serie A! Castori principale artefice”

Oltre cento presenze ufficiali con la maglia della Salernitana. Due esperienze a Salerno, dal 1996 al 1999 tra B e promozione in massima serie e, nel 2001/2002, ancora in cadetteria. Un solo gol in Serie A per Alessandro Del Grosso realizzato con il granata addosso a San Siro contro il Milan. L’ex difensore, che ora ha intrapreso la carriera da tecnico, fu uno dei protagonisti della cavalcata Rossi band: “È una cosa bellissima. L’ho vissuta da calciatore, ma non me la sono goduta, viste le pressioni. Ma so di aver ricambiato l’affetto della gente. Ora l’ho assaporata di più – dice Del Grosso ai nostri microfoni – Purtroppo sia 23 anni fa che ora sono capitati episodi brutti a macchiare la festa, come l’alluvione di Sarno allora e le morti di Loris e Matteo adesso. Purtroppo per la Salernitana quando c’è un lato positivo sportivo, c’è sempre un rovescio della medaglia. È stata una cavalcata bella e avvincente. Io ero tra gli scettici, vedevo la Salernitana nei playoff, ma non promossa direttamente. Quando però le cose arrivano inaspettate sono ancora più belle”.

Del Grosso analizza la splendida annata del cavalluccio partendo dal principale protagonista, Fabrizio Castori, e paragonando questi calciatori a quelli del ’97/’98: “L’allenatore è stata la più grande forza di questa Salernitana, la persona giusta per la piazza. I calciatori hanno creduto in lui e Castori è stato bravo a farli fidare di lui. La squadra è sempre scesa in campo spensierata, giocando sia per il tecnico che per la società alla quale vanno dati grandi meriti. La svolta è arrivata a cavallo tra dicembre e gennaio con quelle tre sconfitte di fila con Monza, Pordenone ed Empoli che, paradossalmente, hanno dato consapevolezza. Castori si è caricato su di sé tutte le pressioni, i calciatori si sono aiutati tra di loro. Poi alcuni singoli sono davvero forti, uno su tutti Tutino; in questa squadra, poi, non giocava titolare un calciatore di qualità come Cicerelli. Ciò vuol dire che la differenza l’ha fatta il gruppo, gli uomini prima dei calciatori; c’erano i giusti equilibri tra i reparti e tutti, quando entravano nel meccanismo, non avevano difficoltà a dare il loro contributo. Non sarebbero bastati solo i nomi, come capitato negli scorsi anni, ma anche i gregari sono serviti in questa impresa, forse quello che mancava nelle stagioni passate. Da ex difensore dico che se cominci dall’impermeabilità difensiva, hai un’ottima base che ti aiuta a vincere, anche di misura, o a pareggiare partite che magari dovevi perdere. L’organizzazione ha fatto la differenza. Il Monza ha speso tanto, ma alla fine non ha raggiunto l’obiettivo. La mia Salernitana e questa avevano due filosofie di gioco diverse, ma il medesimo obiettivo. Noi venivamo da una salvezza e avevamo fame di riscatto. È quello che è successo anche quest’anno, le motivazioni hanno fatto la differenza. Tanti calciatori che venivano da una retrocessione dello scorso anno hanno vinto il campionato. I singoli si possono paragonare: Tutino ricorda Di Vaio, Casasola può assomigliare a me, Fusco a Gyombér. Come ci aiutavamo noi, si aiutavano questi calciatori. Lo spirito di gruppo ha fatto la differenza”.

E adesso c’è la Serie A. Un traguardo che la piazza deve, secondo Del Grosso, godersi a pieno. Sul piano tecnico serviranno conferme e colpi importanti: “Lo zoccolo duro per affrontare la Serie A ci vuole. Serviranno almeno un paio di calciatori per ruolo per salire di livello. La massima serie non è la B. Saranno necessarie tante alternative nei vari reparti. A Salerno puoi stare tranquillo solo quando dai il 100%, quando giochi per la gente. I tifosi sono intelligenti, se c’è l’impegno, ti applaudono, indipendentemente dalle vittorie o dalle sconfitte. La gente ti dà tanto e pretende tanto. L’anno prossimo l’Arechi dovrà essere l’arma in più, dovrà essere difficile per le big venire a giocare a Salerno. Il pubblico sarà il dodicesimo uomo per la Salernitana. E poi la spensieratezza, la voglia di godersi e di giocarsi questa Serie A, ritrovata dopo 23 anni”. In passato l’ex difensore di Catania e Bari aveva a volte criticato l’operato societario. Lotito e Mezzaroma hanno finalmente vinto e ora dovranno lasciare l’ippocampo in buone mani: “La società ha subito molte critiche. Anche a me non piaceva l’operato, come ai tifosi, ma alla fine ha vinto – conclude Del Grosso – Lotito e Mezzaroma hanno un impegno importante ora e certamente faranno le cose per bene per lasciare la Salernitana nelle mani giuste”.

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