La conferma di Paulo Sousa è l’argomento preponderante della conferenza di Morgan De Sanctis. Il dirigente ha affrontato l’argomento, senza essere sollecitato dalle domande dei giornalisti: “Il mister è arrivato a febbraio e ha accettato, nella negoziazione, la nostra sfida che era stimolante per lui e per noi nel ricevere un profilo così importante – ha dichiarato il ds -. L’accordo prevede un’opzione unilaterale da parte del club per rinnovare il contratto. Questa opzione è stata esercitata. Allo stesso tempo c’è la possibilità concessa all’allenatore di avere un piccolo spazio nel quale si prenderà legittimamente il diritto di decidere se continuare con noi. In questo periodo posso garantire che rispetto al futuro c’è allineamento e condivisione di programmi e obiettivi al cento per cento. Da parte mia e della proprietà c’è convinzione che il progetto Salernitana continuerà con Paulo Sousa. Il mister non aveva avuto esperienze felicissime in precedenza. Con grande entusiasmo ha accettato l’offerta del club e oggi sa benissimo chi è Iervolino, chi è Milan, come lavora la direzione sportiva. È consapevole di quello che la Salernitana è e sarà in futuro.
Ci saranno scelte di mercato che potranno rendere la rosa più forte oppure decidere di rischiare, in una condivisione generale, di lasciare un livello della rosa un pochettino più basso subito investendo su giovani ma, nell’ambito di una crescita di lavoro che Sousa ci dà, farla crescere dopo. Queste cose sono condivise. Sousa si è rilanciato in questi quattro mesi, abbiamo la certezza di aver trasferito l’allenatore che qui possa aiutare la Salernitana a crescere e lui ancora ad imporsi per tornare a livelli che merita. Non siamo un club che strozza le ambizioni di chi lavora qui, è una filosofia di libertà ma anche di rispetto dei contratti e di responsabilità nei confronti della tifoseria. Questo ristretto periodo che il mister ha per decidere eventualmente di continuare con lui passerà in maniera assolutamente serena e lui resterà con noi perché abbiamo bisogno di continuare a crescere. C’è una finestra nella quale il mister Sousa potrebbe accettare nuove sfide, al termine di questa finestra di dieci giorni arriverà il comunicato ufficiale. Non la viviamo con ansia, siamo sicuro che Paulo non rinuncerà così facilmente all’opportunità”.
L’addio di Nicola
Chiosa anche sull’ex tecnico Davide Nicola, ancora contrattualmente legato al club, e sulla sua sostituzione: “Nel contratto di Nicola c’era clausola di risoluzione con scadenza entro metà aprile, è stata esercitata quindi lui e il suo staff dall’1 luglio non saranno sotto contratto granata a fronte del pagamento di una penale. Con Nicola ci conoscevamo da ragazzini avevamo condiviso la Nazionale di Serie B. Ci siamo ritrovati e i momenti più difficili sono stati all’inizio perché lui giustamente aveva l’ambizione di avere subito a disposizione una rosa quanto più pronta possibile. Non è che non volevo farlo ma per i giocatori che poi sono arrivati bisognava avere pazienza e aspettare un po’ per portarli, prenderli a condizioni migliori. All’inizio non vedeva che questa squadra veniva su. Dopo la coppa Italia col Parma la rosa ha iniziato a prendere forma ed è diventata importante e probabilmente poteva anche ottenere qualche punto in più. L’abbiamo costruita per fare il 3-5-2 e soddisfare le esigenze tattiche di Nicola. Il mister ha cominciato a fidarsi, poi però la squadra si stava perdendo dopo un inizio importante. Insieme abbiamo cercato di far migliorare le cose. All’inizio per demerito anche di Cremonese, Samp e Verona non siamo mai stati con l’acqua alla gola. Il momento più critico è stato quello post Verona, perché l’Hellas si è risvegliata. Devo prendermi le mie responsabilità, certe volte le visioni delle cose esterne al campo non ci trovava in sintonia. A Nicola va riconosciuto di aver fatto tutto il possibile per non far soffrire la Salernitana. Va ringraziato col suo staff perché la metà dei punti serviti per la salvezza li abbiamo ottenuti con lui. Ho sempre detto all’allenatore e al presidente cosa secondo me non andava secondo le mie idee. Mi è sempre stato risposto che probabilmente quella del mister era comunque una strada giusta. Poi contano i risultati ed essi a un certo punto, associati alle prestazioni, hanno determinato preoccupazione che causa per prima cosa l’allontanamento dell’allenatore. Se anche con Sousa avessimo continuato così probabilmente ci sarebbe stata una valutazione negativa del mio operato.
Successivamente all’esonero di Nicola a Bergamo, non avevamo il sostituto pronto. In quelle 48 ore il ritorno è stato indotto dal mister Nicola e ricevuto sia da parte mia sia da parte soprattutto del presidente. Ritengo ancora adesso un’infedeltà parlare con altri allenatori prima di un esonero. In quelle 48 ore abbiamo contattato più di un profilo, Semplici compreso. A tutti devo dire grazie perché ciascuno ha capito il momento che viveva la Salernitana. Soprattutto Iervolino ha vissuto in modo sensibile la sofferenza di mandar via un tecnico al quale tutti erano legati per quello che aveva rappresentato e conquistato. Nicola aveva garantito di poter cambiare la rotta nell’ambito dei suoi comportamenti anche con lo spogliatoio, si è deciso di richiamarlo dopo un casting corposo e che ci è tornato utile successivamente. Il nome di Sousa era già in quel casting”.
L’annata, il futuro e le critiche
Morgan De Sanctis ha esordito facendo un passo indietro. Il ds ha ripercorso la stagione, conclusasi con una soddisfacente e sicura salvezza, e chiarisce anche sul suo modo di comunicare con la stampa e con i tifosi: “È stato fatto un lavoro importante. Sono stati raggiunti risultati notevoli, durante la stagione non sono intervenuto tante volte quanto sarebbe stato necessario farlo. In alcuni momenti avrei potuto creare divisioni e schieramenti e invece la mia decisione è stata quella di rimanere spesso in silenzio perché così facendo ero sicuro di salvaguardare l’interesse della Salernitana. Ero certo che la squadra allestita avrebbe a un certo punto ottenuto risultati auspicati e tutto si sarebbe ricondotto a una stagione che doveva essere così. Ci siamo visti meno di un anno fa nella mia prima conferenza, avevo descritto che l’obiettivo doveva essere quello di salvarsi alla penultima, è successo che ci siamo salvati a tre giornate dalla fine ed è stata una soddisfazione per tutti. Il mio silenzio non è stato un esercizio complicato, per il mio carattere, la mia provenienza abruzzese, si sente dire che siamo testardi, forti, sicuri di sé, gentili, mi sono sempre messo a disposizione. La mia famiglia mi ha trasmesso dei valori. È stato difficile farmi apprezzare dai tifosi e farmi conoscere dalle persone che nella Salernitana hanno lavorato alacremente. Con l’arrivo dei risultati è stato riconosciuto il nostro lavoro e questo è elemento di soddisfazione che è giusto condividere con tutti i dipendenti della società. Condividiamo l’obiettivo con lo staff medico, tecnico, il gruppo della direzione sportiva, calciatori, amministratore delegato, presidente e tutta la tifoseria. Molte volte ho compreso l’onestà intellettuale delle critiche della stampa e ho attinto da lì come fonte di riflessione. Alcune volte ho apprezzato, altre mi sono chiesto il perché di alcune letture che non corrispondevano alla realtà ma fa parte di un percorso che deve renderci responsabili. Si può migliorare, dipende anche dal club. Stiamo lavorando affinché la Salernitana venga raccontata e descritta per quello che è e per quello che vuol fare”. La salvezza è un presupposto importante da cui ripartire, come ha sottolineato De Sanctis: “La Salernitana ha una base più solida su cui ripartire dalla prossima stagione. Si può migliorare e bisogna ambire a ottenere sempre qualcosa in più. Nel nostro contesto dobbiamo avere tutti la consapevolezza che bisogna salvarsi quanto prima. Poi ci sono tante cose che rendono una salvezza più bella rispetto alle altre”.
Il dirigente abruzzese non ha digerito alcune critiche eccessive ricevute: “Alcune critiche sulla mia persona mi hanno infastidito parecchio, ho visto delle mancanze di rispetto nei miei confronti e della mia famiglia che non mi ha ferito perché è una roba falsa ma infastidisce perché le persone che ti sono vicine si chiedono il perché chi mi conosce profondamente sa che non ho una capacità naturale di essere simpatico ma di essere considerato serio, riservato e faticoso – ha concluso -. Usare descrizioni negative e dire che sono maleducato e irrispettoso non mi è piaciuto. Ci sono stati dei momenti in cui durante l’anno ho pensato di mettere i puntini sulle i o di togliermi dei sassolini ma non rappresenterebbe chi sono io e le persone che lavorano con me. Non mi tolgo nessun sassolino. Alla fine il tempo è galantuomo e i risultati determinano tutto. Ho consapevolezza che tutti sapranno apprezzarmi come uomo e come diesse”.
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