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Da Calaiò i gol per la salvezza: a Foggia l’attacco sarà tutto nei suoi piedi

di
Oreste Tretola
- 28 Aprile 2019 alle 10:00

Il tonfo casalingo col Carpi tiene in apprensione il mondo Salernitana, per una salvezza ancora da acciuffare con le unghie. Tre partite da qui alla fine nelle quali cogliere una vittoria che significherebbe tirare i remi in barca, andare in vacanza e riordinare le idee, fare valutazioni per ripartire al meglio. Per la società la medicina per combattere un’influenza cronica si chiama ritiro, per Angelo Adamo Gregucci potrebbe chiamarsi Emanuele Calaiò.

Il diciannove è stato una delle pochissime note liete nella débacle dell’Arechi, pericolo continuo per la retroguardia di Castori, confermandosi un attaccante di lusso per la cadetteria. Oltre al gol del 2-2 (il secondo stagionale, il primo sul prato amico) il palermitano ha dipensato lampi di grande calcio, giocando praticamente da regista avanzato e segnalandosi come uno degli ultimi a mollare. Dribbling, cambi di gioco, appoggi, imbucate, una condizione fisica migliorata e un’ottima intesa con Djuric, anche lui trascinatore. La prossima tappa sarà la sfida salvezza di Foggia, dove però non ci sarà l’ex Cesena, causa cartellino giallo. Mercoledì allo Zaccheria quindi tutto il peso dell’attacco granata sarà sulle spalle dell’arciere (considerando gli alti e bassi di Jallow): tecnica, carattere ed esperienza al servizio della squadra. Il cavalluccio va sempre più a fondo, Calaiò l’appiglio per tornare in superficie.

Argomenticalaiò primopiano salernitana

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