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Covid-19, in Cina la luce fuori dal tunnel. L’ex granata Joao Silva: “Abbiamo ripreso ad allenarci”

In Cina il campionato sta per riprendere, anzi per cominciare. Con un mese di ritardo rispetto alla tabella di marcia, nella zona dove il Coronavirus è partito adesso la situazione sta molto migliorando. Restando in ambito calcistico, le squadre sono tornate sui campi, sebbene non ci sia ancora una data di inizio e le precauzioni per la vita di tutti i giorni siano sempre massime. Ma la luce in fondo al tunnel inizia a vedersi in modo sempre più forte, come conferma l’ex attaccante granata Joao Silva. Da un anno gioca nel Nantong Zhiyun, in seconda serie cinese, e all’odierna edizione del quotidiano Il Mattino ha dato testimonianza di quanto sta accadendo nel Paese orientale.

“Siamo tornati da un mese ad allenarci in gruppo, la vita è ripresa normalmente e la gente lavora, anche obbligatoriamente con mascherine. Non c’è ancora la data di inizio del campionato, ma rivedere le famiglie nel parco a godersi il sole è una gioia, perché sono rimaste due mesi barricate in casa. Hanno avuto tanta forza mentale. – afferma il portoghese – I casi sono quasi annullati, ma ora sono gli europei a portare il virus. Perciò hanno chiuso le frontiere da giorni. Nessuno entra, neppure se residente o deve lavorare. L’avvio della stagione slitterà ancora per consentire a chi è in arrivo di fare la quarantena. Se qui non è ancora iniziata, non oso immaginare in Europa dove si è già oltre la metà. Un bel problema”. In Cina i campionati sono diversi dall’organizzazione europea, iniziano a marzo e finiscono a novembre, rispettando l’anno solare. Joao ha trascorso dicembre in vacanza, dopodiché ai primi di gennaio era rientrato in Cina per il precampionato. “Dopo poco, però, è iniziata l’epidemia e ci siamo fermati. Sono tornato in Portogallo, lì mi sono allenato da solo e potevo correre all’aperto senza restrizioni, mentre i miei compagni cinesi erano chiusi in casa. – ricorda sempre sul quotidiano Il Mattino – Il 5 marzo mi hanno chiesto di tornare: ammetto che ero preoccupato, ma il club mi ha garantito che era tutto sicuro e lo confermo: ho fatto 15 giorni di isolamento e, dopo diversi controlli, mi sono unito al gruppo. Il preparatore mi seguiva su Skype con allenamenti comunque pesanti, anche senza lunghe distanze. E poi cardio, prevenzione infortuni. Serve pazienza, bisogna crearsi una routine e il tempo passa più velocemente. Se ti alleni ogni giorno e mantieni il peso forma, tornare in gruppo dopo 2 mesi non crea grandi problemi. Certo, servono almeno un paio di settimane sul campo per essere presentabili in partita”. 

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