Venerdì prossimo la Salernitana sarà di nuovo in campo per sfidare la Lazio dell’ex patron Claudio Lotito. Nella passata stagione i granata conquistarono una prestigiosa vittoria per 3-1, un successo particolarmente gradito a quella parte di tifoseria avversa a Lotito ed al concetto stesso di multiproprietà.
Sembra passata un’eternità, considerando che la Salernitana di questa stagione si sta avviando mestamente verso una retrocessione in Serie B maturata senza combattere. Il cambio societario, con il passaggio del club a Iervolino, ha rappresentato un’inversione di tendenza rispetto al decennio targato Lotito anche per un altro motivo. Il legame con la Lazio ha prodotto una serie di operazioni di mercato con i biancocelesti, particolarmente intenso quando i granata militavano nelle categorie inferiori. Attualmente, invece, la Salernitana è una folta colonia di… ex romanisti, che vivranno la sfida di venerdì come una sorta di derby.
Se si esclude Toma Basic (arrivato in prestito dalla Lazio a giugno) e Luigi Sepe (che ha fatto il percorso inverso sempre con la formula del prestito), l’unico ex a tutti gli effetti è Antonio Candreva che nella capitale ha militato tra il 2012 ed il 2016 con 41 reti in 151 incontri.
C’è poi la particolare storia di Walter Sabatini che ha rappresentato entrambe le sponde della capitale: da calciatore ha vestito i colori giallorossi nella stagione 1976/77. Da dirigente ha mosso i primi passi alla Lazio tra 1992 e 1994 nel settore giovanile, scovando autentici campioni come Alessandro Nesta e Marco Di Vaio. Proprio nella prima era Lotito, Sabatini è tornato alla Lazio tra il 2004 ed il 2008, legandosi ad un altro nome di spicco della storia granata come Delio Rossi. Alla Roma approda nel 2011, diventando un idolo della tifoseria giallorossa e aprendo un legame con diversi elementi che lo hanno seguito poi a Salerno.
Su tutti i difensori Federico Fazio e Kostas Manolas. L’argentino dovrà saltare la sfida agli ex cugini per infortunio; lui che aveva già trafitto la Lazio in un derby del settembre 2018 vinto per 3-1.
Il greco, invece (alla Roma tra 2014 e 2019) dovrebbe esserci, dopo gli incoraggianti segnali di risveglio in Salernitana-Sassuolo. Chiudendo la rassegna degli ex giallorossi, è in dubbio Norbert Gyomber, che la Roma prelevò dal Catania nel 2015, prestandolo poi nelle due successive stagioni. All’Olimpico appena 6 le presenze ufficiali.
Non sarà una partita come le altre nemmeno per l’allenatore Stefano Colantuono, portato a Salerno dalla gestione Lotito ma di fede calcistica opposta.
Come rivelato dallo stesso Colantuono in una intervista di 4 anni fa: “ La mia famiglia è romanista, io sono come loro. Da sempre tifo giallorosso. Tifo la Roma”.
Con la Roma non ha mai disputato gare ufficiali, ma solo due incontri amichevoli della “Los Angeles Gold Cup”, torneo che fece parte di una tournée statunitense, nel mese di giugno 1987. “Fu un onore per me vestire questa maglia, da romano e romanista – avrebbe poi dichiarato Colantuono – ma fu bello e gratificante. Indescrivibile, in alcuni momenti. Ebbi questa possibilità di essere tesserato per la Roma per quel torneo estivo a Los Angeles. Viola fece una richiesta ufficiale all’Avellino, la mia squadra di appartenenza allora. E gli fu accordata la possibilità di portare sia il sottoscritto, sia Dirceu. Entrambi ci eravamo messi in luce nell’Avellino, facendo un buon campionato. Mi fece effetto portare il numero 5 sulle spalle. Nella Roma quella maglia aveva un significato particolare, soprattutto in quegli anni. Era sinonimo di Paulo Roberto Falcao. Ma io giocavo in difesa, in ogni caso. Non a centrocampo come il “Divino”. Il mio esordio avvenne contro il Club America. Vincemmo 2-1 con doppietta di Zibì Boniek”.
Sarà aria di derby, quindi, anche se in tono minore per diversi calciatori granata. Una spinta in più per una squadra a corto di motivazioni.
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