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Con Altobello l’ultimo blitz a Reggio: “Che emozione segnare davanti a papà!”

A distanza di dieci anni la Salernitana tornerà, venerdì, a giocare al Città del Tricolore di Reggio Emilia. L’ultima volta era l’8 maggio 2011 (l’impianto si chiamava all’epoca Giglio) e i granata di Breda vinsero di misura contro la Reggiana, piazzando uno scatto decisivo verso la qualificazione ai playoff di quel campionato di Lega Pro Prima Divisione. A segnare il gol decisivo fu il difensore Errico Altobello.

Quello è il ricordo più bello di un anno fantastico. Era praticamente uno spareggio playoff – racconta ai nostri microfoni il man of the match di quel giorno – Ricordo la curva ospiti piena. Tra i tifosi c’era mio padre, con il suo classico maglioncino di cashmere rosa. Lo metteva sempre per scaramanzia, sfidando il caldo, tanto che lo mise anche a Verona nella finale playoff di andata. Fu una grandissima emozione segnare davanti a lui”. Il difensore, attualmente in forza al Bisceglie, ricorda anche altri momenti personali di quell’annata: “Il primo gol nei professionisti contro il Monza è un ricordo limpido. Con la Salernitana però non iniziai benissimo. Contro il Sorrento, dopo 45′, il mister mi sostituì perché Manco, l’esterno avversario, mi stava mettendo in grossa difficoltà. La stagione poi è stata un crescendo di emozioni: a dicembre non eravamo messi bene, poi iniziò la risalita in classifica e la gente ci aiutò tantissimo, credendo molto in noi. È stata un’esperienza unica”.

La stagione appunto. L’inizio fu difficile, poi i problemi economici, ma la squadra si compattò e arrivò a giocarsi la finale playoff all’Arechi contro il Verona. Il rigore di Carrus non bastò dopo il ko (2-0) all’andata al Bentegodi. Poi il fallimento dell’allora Salernitana Calcio 1919. Altobello svela i retroscena di quel campionato, vissuto a mille all’ora: “L’anno fu molto complicato. Non iniziammo bene e la fine fu peggiore, con il fallimento. In mezzo però abbiamo fatto una cavalcata fantastica. Noi calciatori conoscevamo la situazione economica della società. L’unica salvezza sarebbe stata la promozione. Fu una dinamica difficile da sopportare soprattutto per i calciatori più esperti che si dimostrarono dei veri uomini. Molti avevano contratti importanti e iniziarono da novembre a non percepire lo stipendio, ma continuarono comunque a scendere in campo, dando il massimo. I senatori si assunsero le responsabilità, togliendo a noi più giovani un po’ di pressione e provando ad isolare il gruppo dalla situazione che vivevamo. Nella seconda parte di stagione poi io e i vari Fabinho, Jefferson, Ragusa trovammo anche più spazio. Tutti hanno pensato solo al bene della Salernitana. Mister Breda ovviamente fu il principale artefice della gestione di quella situazione delicata, fu bravissimo a farci capire che dovevamo solo provare a vincere per salvare tutto. Purtroppo ci andammo vicinissimi, ma non ci riuscimmo. Nella finale col Verona ero squalificato, ma ovviamente ero con la squadra. Mi ricordo lo stadio stracolmo, fiumi di persone. Io e Michele Murolo uscimmo dal tunnel degli spogliatoi, guardammo la curva e scoppiammo a piangere, abbracciandoci. L’emozione era tanta, sensazioni indescrivibili. I tifosi erano pazzi noi, riconoscenti per tutto quello che avevamo fatto. Basti pensare che stiamo ancora aspettando gli stipendi di quella stagione”.

In quella sfida a Reggio Emilia militava, tra i padroni di casa, l’attuale difensore granata Ramzi Aya, all’epoca ventunenne: “Aya lo conoscevo già avendolo sfidato nelle giovanili, quando lui era alla Fiorentina – dice Altobello – Era già un calciatore di grande prospettiva, si capiva che avrebbe avuto una carriera importante. In B sta dimostrando il suo valore, è un difensore affidabile e attento, porta in dote anche qualche gol”. Altobello, cresciuto nelle giovanili granata, ha avuto modo di conoscere anche Fabrizio Castori. All’alba della stagione 2008/09 il difensore fu aggregato alla prima squadra per il ritiro estivo, con il tecnico di Tolentino che gli regalò anche qualche panchina in campionato: “Ho avuto il piacere di lavorare con mister Castori e la sua mano si vede. È uno che ci mette tanta attenzione, che bada al sodo e dà tante motivazioni ai calciatori, pretendendo a sua volta tanto. Qualche volta venivo aggregato alla prima squadra e ricordo che durante gli allenamenti ci diceva sempre, in dialetto marchigiano, ‘si dovemo da magnà’. La grinta non doveva mai mancare”. La Salernitana attuale quindi, secondo l’ex centrale del Taranto, è stata forgiata a immagine e somiglianza del suo allenatore e dirà la sua fino alla fine: La squadra è molto compatta e concreta. Sa difendersi molto bene e ha individualità importanti, soprattutto in fase offensiva. Tutino è certamente straordinario per la categoria, fa la differenza. Anche Djuric e Gondo sono importanti. L’ivoriano mi ha impressionato quando ci ho giocato contro, ha grande forza fisica. In difesa Gyombér è una sicurezza, è sempre aggressivo e concentrato, concede pochissimo agli attaccanti. A centrocampo Di Tacchio è una garanzia. I granata possono restare assolutamente in alto. I momenti negativi sono fisiologici nell’arco della stagione, ma li hanno superati alla grande. Il campionato di B come sempre è difficilissimo, ma è ancora apertissimo. Ci sono squadre super attrezzate come Empoli, Monza, Spal e Lecce. La Salernitana dovrà lottare fino alla fine per il secondo posto. La vetta è comunque distante appena quattro punti”.

Il classe ’90 in passato (dal 2012 al 2014) ha vestito la maglia del Bari. La piazza pugliese condivide con quella salernitana la situazione multiproprietà, visto l’avvento nel 2018 di De Laurentiis per far rinascere il calcio in città: “Da tifoso sarei contento. Lotito e De Laurentiis sono due figure importanti, garanzia di progettualità e stabilità economica – spiega Altobello – La Salernitana, dopo quello che aveva passato, aveva bisogno di certezze. La promozione in Serie A non è un problema. Negli anni scorsi forse non c’erano squadre attrezzate e quest’anno si sta vedendo la differenza. Se il club dovesse essere promosso non mancheranno interlocutori interessati. Lotito sarà certamente in grado di trovare una soluzione”. Nella scorsa sessione estiva di mercato, la Salernitana ha ceduto in prestito al Bisceglie il portiere classe ’00 Antonio Russo e l’attaccante classe ’99 Antonino Musso. Altobello parla così dei suoi compagni di squadra: “Sono due calciatori validi e sui quali, in prospettiva, la Salernitana potrà contare. Russo ha già campionati importanti alle spalle e farà parlare di sé. Musso è il nostro attaccante più prolifico, ha tutte le qualità per esplodere”.

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