Una vittoria che è ossigeno puro e chissà se darà un minimo di serenità in vista delle due trasferte consecutive contro Brescia e Carrarese, due scontri diretti che la Salernitana deve cercare di affrontare con il massimo della carica per poi arrivare al terzo match salvezza di fila, quello del 23 febbraio contro il Frosinone. Insomma, è un mese importante e la Bersagliera lo ha iniziato ieri con il piede giusto. Poco più di 10mila presenti, quasi la metà abbonati e poi i 1000 studenti e allievi di scuole calcio con ingresso gratuito. Uno zoccolo duro che fa ancora fatica ad essere quello dei tempi d’oro, anche nelle difficoltà di classifica, ma che premia comunque l’impegno della squadra con il virtuale abbraccio della gente a fine partita. Come è strano il calcio e come è strana Salerno: dal tutto nero alle scene di giubilo in pochi giorni. Granata terzultimi, per nulla fuori dalla zona retrocessione, hanno avuto il merito di battere la Cremonese e restare attaccati al “mischione” salvezza. Vittoria fondamentale e ancora di più lo sarà la capacità dell’ambiente di restare compatto.
Due vittorie consecutive in casa sono importanti, denotano che nel 2025 l’aria è cambiata tra le mura amiche, se ci si mette pure la buona prova contro il Sassuolo, purtroppo senza ottenere punti. Merito di un Roberto Breda salutato con grande affetto al suo ritorno a Salerno, poi diventato un brocco, poi nuovamente anima dal cuore granata, a Pisa allenatore bollato come quasi non capace e con le braccia conserte ed infine nuovamente spirito condottiero, con i suoi modi, della salernitanità, anche se acquisita. Sono gli estremi a cui Salerno abitua ed è abituata, gli stessi della squadra scialba all’Arena Garibaldi e battagliera, con artigli affilati, nel pieno mood salvezza come deve essere in questo campionato, contro la Cremonese.
Due su due anche per patron Iervolino, tornato all’Arechi contro la Reggiana, ieri felice per il bis di vittorie con la sua presenza. Anche l’assenza del proprietario del club si era sentita e ora si ricomincia timidamente ad avvertire aria di normalità da questo punto di vista, dunque le due vittorie non paiono essere un caso. Gli ingredienti per attenuare le divergenze e soprattutto riequilibrare il rapporto proprietà-tifosi ci sono: Iervolino ha riconosciuto che nel momento di grande difficoltà c’era bisogno di un suo rientro e gli effetti si sono sentiti. La retrocessione dell’anno scorso e il comprensibile malcontento della piazza non possono ancora, a distanza di mesi, far rimanere sulle stesse posizioni una tifoseria che nel cuore della Curva Sud ha già scelto la giustissima e sacrosanta linea del sostegno incondizionato alla squadra. Niente cori contro la società, segnali di maturità perchè in questo momento – dai 7 innesti di mercato in tempi record ai prezzi dei biglietti stracciati con la Reggiana e comunque ridotti contro la Cremonese – la proprietà ha dato risposte incoraggianti. Bisogna completare l’opera trovando più ossigeno in classifica per invogliare gli scontenti a vario titolo a vedere più positivo. L’impressione è che tutti siano talmente scottati da quanto accaduto l’anno scorso, oggettivamente il peggiore della storia di 105 anni della Salernitana, che in questa stagione qualsiasi cosa, anche la più piccola e futile, abbia dato il via a polemiche, critiche non costruttive e malcontenti. Non andava bene il modulo di Martusciello, serviva la difesa a tre che poi è arrivata con due mister diversi e… non è andata bene neppure quella, invocando cambi tattici che Breda (per il momento) non ha preso in considerazione, con contemporanee riabilitazioni social del mister ischitano che pochi mesi prima era crocifisso. La società doveva dare segnali sul mercato facendo almeno cinque innesti, ne ha fatti sette… e ne servono altri quattro. Il direttore doveva rinforzare la rosa, lo ha fatto ma… non va bene che sia con prestiti.
Insomma, nel momento di lotta massima e difficoltà, alzare sempre di più l’asticella dell’appagamento è un errore che potrebbe costare caro e minare la serenità dell’ambiente. Il bicchiere non sarà mai pieno, ma l’equilibrio e lo sforzo di guardare al lato pieno e non a quello vuoto possono fare la differenza in questa fase in cui c’è bisogno di tutti, anche della maturità del tifoso-tuttologo che al prossimo passo falso (ce ne saranno, non si possono vincere tutte le partite) invece di vomitare insulti sui social al calciatore di turno che magari beatificherà dopo due settimane dimenticandosi di quanto detto in precedenza, potrà scegliere di dare comunque forza a chi indossa una maglia importante, quella comune della Salernitana. Che deve salvarsi e non può farlo facilmente se l’evviva diventa abbasso e poi di nuovo evviva. Il cavalluccio marino è vivo e ha voglia di lottare, lo ha dimostrato ieri con chi è andato oltre qualche limite tecnico e chi (un nome su tutti, Roberto Soriano) ha dimostrato, invece, di avere la maturità e l’umiltà di essersi calato nell’agone fangoso della B dopo i fasti di una carriera ad alti livelli. Salerno vuole questo e massimo impegno, quando questo manca fa sentire (giustamente) la propria voce ma guai a confondere cali di tensione, incidenti di percorso, bravura maggiore degli avversari sempre con una mancanza di attaccamento o professionalità. Non è così e non può essere così soprattutto in questo 2025 che ha visto tanti cambiamenti. Breda non è Guardiola ma sa cosa vuol dire indossare la maglia della Salernitana, potrà sbagliare qualche mossa come tutti, ma va sostenuto lui ed i suoi calciatori, tutti. Fine mercato, inizio del nuovo campionato. No alle tensioni e alle dita puntate a chi fa errori tecnici, sì al sostegno e alle critiche costruttive.
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