Emmanuele Cicerelli è il primo calciatore di proprietà della Lazio che l’anno scorso ha vinto il campionato con la Salernitana a raccontare l’estate anomala di tanti elementi protagonisti in B e poi bloccati a Formello per due mesi. L’esterno d’attacco, attualmente al Frosinone con Casasola, ha parlato ieri al portale Assist Perfetto.
“Il ritardo di condizione c’è, per motivi abbastanza strani ci siamo ritrovati a Formello fuori rosa dopo aver vinto un campionato per un mese. Ci veniva detto che dovevamo tornare a Salerno, che la società sarebbe stata venduta. Io Casasola, Gondo, Lombardi abbiamo aspettato parecchio e la situazione è diventata paradossale, potevamo anche restare fermi. – ha raccontato l’ex giocatore della Paganese – Abbiamo spinto per andare via, io e Casasola potevamo venire qui prima ma siamo arrivati a fine agosto. Il primo luglio sarei dovuto andare alla Salernitana, dopo 15-20 giorni mi sono stancato di stare a Formello. Io avevo detto che se non c’era la possibilità di andare a Salerno volevo tornare in B”. Da fine maggio a… fine agosto. Cicerelli e Casasola sono riusciti ad accasarsi al Frosinone e, come loro, anche Kiyine (Venezia) e Gondo (tornato in granata solo da svincolato dopo aver operato la rescissione a Roma, con indagini della Procura Federale ancora in corso) soltanto a fine mercato – se non dopo – hanno potuto vivere nuove avventure. Lombardi, Dziczek (che ha però problemi ben più importanti da risolvere), Durmisi e Adamonis, nonostante i flirt con altri club, sono invece rimasti a Formello senza possibilità, se non soltanto per gli ultimi due, di effettuare un vero ritiro precampionato. Situazione a dir poco inusuale per chi conquista una promozione in A, certamente non passata inosservata (clicca qui per leggere). Alla fine il portiere lituano è stato inserito in lista dai biancocelesti. Con lui pure André Anderson, anche se quest’ultimo non è in elenco Uefa e non può essere impiegato in Europa.
Cosa intende Cicerelli con “ci veniva detto che la società sarebbe stata venduta” e soprattutto da chi veniva detto? Lotito, Tare, Fabiani? È ipotizzabile che la proprietà uscente forse puntasse a un trust ‘morbido‘ – come da prima stesura poi rigettata dalla Figc a fine giugno – per poter avere la possibilità di confermare a Salerno almeno i protagonisti della cavalcata oppure era solo un’attesa cautelativa di una vendita reale e definitiva, poi non suffragata dai fatti? In ogni caso, perché attendere solo l’ultimo giorno di mercato per “liberare” gli esuberi e non provvedere prima, dall’8 luglio, dopo l’accettazione del trust con il divieto di rapporti tra Salernitana e Lazio? A Cicerelli e agli altri è stato proposto di risolvere il contratto con i biancocelesti, come ha fatto Gondo? Lotito, al momento, sulla questione societaria granata e sulla grana multiproprietà resta in silenzio.
“Castori ha un modo diverso rispetto a Grosso di preparare le partite, mi reputava un giocatore di squilibrio. Avevamo trovato il nostro equilibrio nell’essere compatti, rischiare poco. Poi al 60′ avevamo più benzina degli altri e mi buttava dentro, esterno o attaccante cambiava poco. – ha poi aggiunto il giocatore originario di Manfredonia, trasferendosi sul ‘campo’ – A Salerno ho provato emozioni fortissime, la promozione è stata l’emozione più grande, ho i brividi solo a parlarne, è stata la ciliegina sulla torta. In una piazza come Salerno, dove saremo per sempre ricordati… andavamo dopo la vittoria in giro per strada e un altro po’ facevi fatica a camminare. In quella piazza si sente veramente tanto, quando sei in piazze così è veramente qualcosa di indescrivibile”.
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