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Candreva contro il suo passato da montagne russe: fischi, ovazioni e l’addio polemico

Antonio Candreva giocherà titolare domenica contro la Lazio. Per l’esterno della squadra di Nicola sarà una sfida che evocherà molti ricordi, contro una delle squadre con cui ha fatto meglio durante tutta la sua carriera. L’esperienza del centrocampista granata nella capitale con i biancocelesti potrebbe essere paragonata ad una montagna russa con mille colpi di scena.

L’arrivo tra i fischi e le polemiche

L’esperienza di Candreva alla Lazio non parte benissimo, anzi si potrebbe dire il contrario. L’esterno arriva a Roma durante la sessione invernale di calciomercato del 2012 dal Cesena con la formula del prestito con diritto di riscatto. Al suo arrivo, però, alcune voci parlano di una presunta fede giallorossa che i tifosi non accettano. Il 1 febbraio durante Lazio-Milan, Candreva esordisce subentrando al posto di Hernanes e, pur non avendo giocato nemmeno un minuto, viene fischiato dalla tifoseria. Dopo la fine della sua esperienza biancoceleste, fatta di ben 192 partite e 45 gol, il centrocampista parlò a Radiosei di come sia stato difficile l’inizio della sua avventura, a causa della voce che lo dava per romanista, e di come sia stato importante l’allora tecnico Reja: “Per radio sentivo tutti che mi insultavano. I primi giorni ho avuto un po’ di difficoltà, mi dicevano di stare tranquillo e di dimostrare il mio valore in campo. In questo Edy Reja è stato determinante”.

La riconciliazione con il pubblico

Per la riconciliazione con i tifosi si deve aspettare il 7 aprile quando Candreva, durante Lazio-Napoli, sigla il primo gol. Il centrocampista, istintivamente, decide di andare ad esultare sotto la Curva Nord, sede del tifo laziale più caldo. Da quel momento inizierà l’avventura che, oltre a farlo entrare nel giro della Nazionale, è forse la più importante della sua carriera fino ad oggi. Il centrocampista diventa un idolo dei tifosi ed uno dei componenti più importanti dello spogliatoio della Lazio dal 2012 al 2016. Partecipa naturalmente alla vittoria della Coppa Italia, il 26 maggio del 2013, contro gli eterni rivali della Roma e stringe ottimi rapporti anche con Pektovic. I problemi che lo porteranno lontano dalla capitale, con destinazione Milano sponda Inter, nascono con l’arrivo di Pioli.

La rottura con Pioli

Candreva, come raccontato ad un’intervista a SportWeek, ha avuto molti litigi, mai troppo pesanti, con l’attuale allenatore del Milan che ritroverà anche durante la sua avventura all’Inter: “Quando è arrivato ero in Nazionale e mi hanno subito preso in giro: ora ritrovi il tuo papà. Noi diciamo così perché tra padri e figli si discute spesso”. La rottura totale del rapporto tra il centrocampista e la Lazio avviene durante l’estate del 2016. Pioli decise di non assegnare la fascia da capitano, tanto sognata, al centrocampista attualmente alla Salernitana, a cui preferì Lucas Biglia, che era da meno tempo a Roma. Sempre a Radiosei, Candreva parlò della sua delusione e di come rifiutò anche il ruolo da vice: “Ci tenevo molto a quella fascia. Scegliendo Biglia, il tecnico non mi diede spiegazioni. Io non dissi nulla, tornai nella mia camera e ci ragionai un po’. Quindi chiamai Pioli per dirgli che, se non potevo essere il capitano, non sarei stato pronto neanche per fare il vice”.

L’addio e la cessione all’Inter

Dopo la questione fascia, come da lui dichiarato, Candreva passò “da incedibile a cedibile”. In seguito ammetterà la sua delusione per la decisione della società: “Forse la Lazio voleva fare cassa. Dal canto mio avrei voluto diventare un punto di riferimento, ma non mi è stato permesso. Detto questo, non potrò mai parlare male della società, per quello che ero e per quello che sono diventato nei miei anni a Roma”. Il 3 agosto del 2016 Candreva diventa ufficialmente un giocatore dell’Inter, naturalmente con l’amaro in bocca per l’addio alla Lazio e con la tristezza dei tifosi laziali, per la proficua somma di 22 milioni. Tutte le volte che l’ormai 35enne calciatore ha sfidato gli aquilotti in seguito, ben 17, non ha mai trovato il gol dell’ex. Non è mai troppo tardi…

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