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Calil a TvOggi: “Tifosi delusi, servono i risultati. Un piacere giocare a Salerno, ho ricordi indelebili”

16 gol e una promozione in Serie B, in quel campionato di Lega Pro 2014/15, a discapito del Benevento. Questo è “bastato” a Caetano Calil per restare nel cuore dei tifosi della Salernitana. L’attaccante, che ora veste la maglia della Paganese, ospite ad Amici Granata, trasmissione in onda su TvOggi, ha analizzato il momento attuale del cavalluccio: “E’ difficile decifrare la Salernitana in questo momento, quando sono andato via c’era entusiasmo, c’era piacere di andare allo stadio. Ora la gente è dispiaciuta, non credo che la stagione possa definirsi fallimentare, ma era lecito aspettarsi la squadra più in alto. Prendere un allenatore importante come Ventura, comprare uno come Cerci significa che l’obiettivo fosse fare bene. Poi non sempre può andare per il meglio, anche facendo investimenti, il calcio non ha un’equazione esatta. Purtroppo si viene da una serie di stagioni negative, per questo la gente non è contenta. I tifosi dovrebbero essere il dodicesimo uomo, vogliono vedere bel calcio, vittorie e divertirsi. Non mi ricordo un Arechi vuoto”.

Il bomber brasiliano dice la sua anche sugli ultimi arrivati e su cosa serve alla squadra per risollevarsi: “Aya e Curcio sono giocatori di buon livello e ragazzi per bene, non creano problemi nel gruppo. Secondo me per la Salernitana sono due buoni acquisti, forse non per ambire alla A, ma per il futuro possono anche dare un contributo. Non credo che la squadra abbia bisogno di rinforzi in attacco, i giocatori che ha sono forti. Sicuramente non sono punte da 20 gol, come un Coda del Benevento. Poi il modulo va sempre adattato ai giocatori, che non vanno messi fuori ruolo. Mister Menichini cambiava modulo in base ai giocatori che aveva a disposizione. Variava dal 3-5-2 al 4-4-2. La società comunque sa cosa deve fare. Servono i risultati, fanno la differenza e riportano i tifosi allo stadio”. Difficile giocare a Salerno? Sciocchezze per Calil: “Per me non era difficile giocare a Salerno, anzi. Non c’è cosa più bella per un calciatore andare in squadra che ha una tifoseria calda”.

Domenica ci sarà il ritorno in campo, la Salernitana sarà di scena a Pescara: “Non è facile tornare in campo dopo una pausa, stacchi mentalmente e alla ripresa è un nuovo campionato. Ci saranno altre motivazioni, la Salernitana deve avere l’idea di cambiare la stagione e può vincere a Pescara. Il campionato è lungo ed equilibrato, le squadre si equivalgono. E’ importante saper gestire i momenti. Tranne quest’anno, con il Benevento, non ci sono squadre che dominano”. Amarcord finale per il classe ’84: “Il rigore contro il Benevento lo ricordo benissimo, un momento indimenticabile a coronare un’annata fanstastica. Mio padre me lo aveva predetto al telefono dal Brasile. La mia famiglia a Salerno è stata da Dio. Ci sono tanti momenti che ricordo benissimo e porto nel cuore, oltre che per la promozione, anche personalmente fu un anno importante”.

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