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Brescia virtualmente fuori dai giochi. Ecco perché le rondinelle non possono essere quarta retrocessa

Il Brescia è virtualmente fuori dai professionisti. Al termine delle 15 Massimo Cellino non ha provveduto a saldare le spettanze dovute, così 114 anni di storia della formazione lombarda saranno cancellati ufficialmente nel prossimo consiglio federale utile che ufficializzerà la mancata iscrizione delle rondinelle al prossimo campionato (che sarebbe dovuto essere di Serie C, secondo la piega che sta prendendo la giustizia sportiva). Grandissima delusione nella piazza bresciana, storicamente gemellata con la tifoseria Salernitana dal lontano 1997. Probabilmente nelle prossime ore potrebbero spuntare striscioni o comunicati di solidarietà da parte degli ultras della Curva Sud Siberiano.

Adesso le argomentazioni legali del Brescia perderanno di forza, è inevitabile. Ecco perché il 10 giugno è molto probabile che la Corte d’Appello Federale dia ancora torto anche in secondo grado, indebolendo la posizione delle rondinelle nell’eventuale ricorso al Collegio di Garanzia del Coni. La Salernitana non può che prepararsi a giocare il playout, con la testa al campo, mentre il pool di avvocati composto da Rino Sica, Francesco Fimmanò ed Eduardo Chiacchio studia contemporaneamente il da farsi nelle aule della giustizia sportiva, per il momento solo quella. Non sembrano esserci le possibilità di andare al Tar, come già spiegato dall’approfondimento della nostra redazione.

Il 10 giugno in serata, oppure il giorno dopo, la Lega Serie B aggiungerà i nomi di Salernitana e Sampdoria al nuovo comunicato che indicherà la disputa dei playout. Mentre la piazza blucerchiata si compatta e sosterrà la squadra, a Salerno monta la rabbia e la protesta degli ultras non sembra rientrare, anzi c’è divisione tra chi vuole entrare all’Arechi e sostenere la squadra, prevalentemente tifoseria organizzata, e chi non intende partecipare sugli spalti, come gli ultras. Ulteriori riflessioni saranno fatte ancora, perché da un lato c’è la dignità di un popolo e di una tifoseria da salvaguardare, insieme a quella di una società costretta da un mese ad assistere all’ennesimo pastrocchio all’italiana e a giocare dei playout che quasi non sembrano appartenere alla stagione 2024/2025, perché cambieranno tanti fattori dal 19 maggio al 15 giugno, non solo le squadre in campo. Dall’altro lato c’è la necessità di sostenere Ferrari e compagni contro tutto e tutti, portando la Salernitana sul campo ad avere la meglio e salvarsi. La Bersagliera, senza ultras, perde tanto ed è giusto riflettere bene da parte di tutti, nel rispetto di ogni idea, come sta accadendo civilmente in questi giorni a Salerno. La stessa Curva Sud ha detto più volte che rispetta chi non la penserà come gli ultras e deciderà di entrare allo stadio.

I playout si giocheranno, è impossibile considerare il Brescia come quarta retrocessa insieme a Sampdoria, Cittadella e Cosenza, con l’inutilità conseguente degli spareggi, come sul web qualche tifoso continua ad augurarsi. Infatti, non ci sono le basi normative. Nel 2019 la Lega Serie B fece questa riflessione dopo la retrocessione d’ufficio del Palermo all’ultimo posto e pubblicò un comunicato nel quale indicava i rosanero come ultima retrocessa, decretando l’inutilità di giocare i playout. A quel punto il Foggia, che era nel frattempo diventato quartultimo, fece ricorso al Tar chiedendo la sospensiva del provvedimento e che la Lega Serie B tornasse sui suoi passi facendo disputare i playout, perché all’epoca sembrava averne diritto la società pugliese. Il Tar accolse la richiesta ed è per questo motivo che da via Rosellini non possono nuovamente fare il ragionamento del Brescia quarto retrocesso: se la Sampdoria facesse ricorso al Tar, lo vincerebbe a mani basse, a causa del precedente del Foggia (che poi non giocò i playout perché in seguito il Palermo tornò al di sopra in classifica, gli fu dato un -20).

Per andare nel dettaglio, sei anni fa il Tar si pronunciò così: “Appare configurabile una situazione di disparità di trattamento nell’ambito delle modifiche alla medesima graduatoria. Ritenuto, conclusivamente, sussistente un pregiudizio grave ed irreparabile per la parte ricorrente a cui sarebbe da subito preclusa la possibilità di disputare i play out e quindi avere la chance di permanere nella serie B. La modifica della graduatoria del campionato, a seguito della retrocessione della squadra del Palermo, provoca in realtà uno scorrimento che ha come effetto quello di permettere la disputa dei play-out a squadre diverse rispetto a quelle individuate nella precedente graduatoria, le quali, per effetto dello scorrimento medesimo, si trovano nelle posizioni di quart’ultima e quint’ultima. Il citato verbale ha in tale ottica attribuito valore alla retrocessione della squadra palermitana, nell’ambito della graduatoria, disponendo la possibilità per la A.C. Perugia Calcio di disputare i play-off, ancorchè essa non fosse collocata in posizione utile prima della retrocessione del Palermo. Appare pertanto configurabile una situazione di disparità di trattamento nell’ambito delle modifiche alla medesima graduatoria. Ritenuto sussistente un pregiudizio grave ed irreparabile per la parte ricorrente a cui sarebbe da subito preclusa la possibilità di disputare i play-out e quindi avere la chance di permanere nella serie B e considerato che la stagione sportiva è nella fase finale ed è necessario preservare le condizioni sportive ed agonistiche della squadra per sostenere le partite di play-out, che non possono avvenire nell’imminenza dei nuovi campionati di calcio”. Con queste parole la presidente del Tar, Panzironi, si espresse per sospendere l’efficacia della decisione della Lega che intendeva liquidare la faccenda non facendo disputare i playout. Ecco perchè oggi a Milano vogliono a tutti i costi giocarli.

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