Dopo lo scivolone di San Siro, il Sassuolo all’Arechi sarà occasione da non fallire per la Salernitana. Davide Nicola dovrebbe ritrovare Federico Bonazzoli. Il nove sarà presumibilmente di nuovo titolare dopo aver guardato da spettatore le sfide contro Bologna e Inter. I problemi fisici dovrebbero essere alle spalle. “Sto abbastanza bene, ora è tutto ok. Sono tornato col gruppo. È stata dura star fuori – dice l’attaccante sulle colonne de Il Mattino – Col Sassuolo sarà uno spareggio, come lo saranno gli altri, come contro la Juve. Dobbiamo metterci lo spirito giusto e voglia di fare i tre punti. In questa categoria gli avversari sono tutti forti, non esiste una squadra più facile. L’Inter ne è l’esempio: si pensava fosse il momento giusto per affrontarla e invece… Non so cosa non abbia funzionato, da fuori le partite si vedono in maniera diversa. Il mister, i dottori e i fisioterapisti hanno ritenuto opportuno tenermi fermo. Avrei voluto esserci per dare una mano e perché sarebbe stato speciale giocare dove sono cresciuto. Ormai è andata, testa alla prossima”.
Sogno salvezza e sogno…
La salvezza per la Salernitana resta a meno dieci, con le sfide contro Venezia e Udinese. Nicola continua a motivare i suoi: “Il mister ha voluto tenere alto il morale, come sempre. Ci spinge a dare il massimo in qualsiasi situazione e contro ogni avversario, dobbiamo ascoltarlo e fare la nostra parte per rendere i tifosi e la città orgogliosi”. La possibilità di andare via a gennaio, l’esclusione dai convocati contro lo Spezia, la storia tra la Salernitana e Bonazzoli ha avuto qualche turbolenza: “Ho tantissimo bisogno di questa squadra, altrimenti non sarei qui. Ho sposato la causa in estate e a gennaio non sono partito perché sento la fiducia. Voglio giocare per questa squadra e finire il torneo con qualcosa di straordinario. L’ambiente mi è sempre stato vicino, portandomi sul palmo di una mano. Mi sento riconoscente: Salerno mi ha dato tanto e non so quanto sto restituendo. Spero di ricambiare in campo l’affetto straordinario dei tifosi. L’esclusione con lo Spezia? La questione era già chiusa, ha parlato con Sabatini. Non c’è stato nessun problema, tanto che dalla partita seguente sono stato disponibile. Sono cose che capitano, fortunatamente passate. Tra me e il diesse c’è un rapporto di affetto, stima e rispetto”. Finora il modo di ricambiare della punta sono stati otto gol tra campionato e coppa. Con qualche finezza in meno e maggior concretezza potevano essere anche di più: “Rivedo le partite due o tre volte per capire gli errori, poi ci rifletto. La verità è che quando giochi devi seguire l’istinto ed essere scaltro e lucido nello stesso tempo, in una frazione di secondo. Mi piace provare cose che altri non farebbero. Quando ho rivisto la rabona non ho pensato di aver avuto colpe: pensavo di fare la cosa giusta e la rifarei mille volte. Ma se non fossi stato così… non avrei fatto gol in rovesciata. Credo che anche nella vita si debbano prendere decisioni ed esserne convinti, anche se si può sbagliare”. Bonazzoli fa anche un pensierino all’azzurro della Nazionale: “Un passo alla volta, non voglio spingermi troppo in là. In passato ho sbagliato, ero troppo giovane e carico di pressioni che non sopportavo. Ora vivo il mestiere in un’altra maniera, cerco di guardare obiettivo dopo obiettivo. Nell’azzurro ci spero, come tutti: se il campo parlerà in modo positivo, tutto arriverà di conseguenza. Credo nei sacrifici quotidiani, ma preferisco essere realista per non rimanere deluso”.
Nicola, Sabatini e… Djuric
Il bomber granata riavvolge anche il nastro, parlando dei cambi in panchina durante la stagione: “Siamo sempre stati gli stessi. Se abbiamo cambiato tre mister, siamo tutti responsabili. Conosco Nicola da tempi del Toro: è schietto, sincero, ha già dimostrato di saperci fare in queste situazioni. Del passato è inutile parlare”. La società e la dirigenza credono in Bonazzoli, le parole di Sabatini qualche settimana fa lo confermano: “I suoi complimenti fanno piacere. Ci siamo sempre detti cose in faccia, da uomini. Mi è di grande aiuto, lo ringrazio”. Bonazzoli-Djuric è indiscutibilmente la coppia titolare granata, due calciatori che si integrano bene per caratteristiche come conferma lo stesso attaccante: “Abbiamo trovato feeling nelle ultime partite, anche perché non abbiamo giocato tanto insieme prima, più per colpa mia. Chi fa coppia con lui deve adattarsi e io non ho saputo farlo dall’inizio. Per noi è una spalla importante: fa un grandissimo lavoro, è un ragazzo eccezionale e professionista esemplare”.
La sfera privata
Il classe ’97 parla anche un po’ di sé: “Sono una persona normale, più di quello che si possa pensare. Vivo per il calcio h24, sono un ragazzo umile. Una cena in casa con famiglia e amici vale più di ogni altra cosa. Però in campo mi trasformo. Chiamo due donne, non solo oggi, ma tutti i giorni: mamma Nicoletta e mia sorella Beatrice, sono le uniche sulle quali potrò sempre contare. La vita mi ha insegnato che la famiglia va sempre al 1° posto. Ai social do il giusto peso. Mi piace ogni tanto farci un giro, per svago. Ma se dovessero chiuderli domani, non avrei nessun problema. Grazie a Dio vivo di altro. Ascolto tutto. Giocare a pallone è la cosa più bella del mondo, la musica prima delle gare mi fa sentire libero e aiuta a stemperare la tensione”.
Il campo resta sempre il primo pensiero e Bonazzoli suona la carica: “La Serie A è l’ambizione più grande che un bambino può avere. Deve scattare questo, dobbiamo pensare che l’anno prossimo vogliamo continuare a giocarci. E poi la piazza merita palcoscenici importanti, basta venire allo stadio per rendersene conto. I primi sei mesi non sono stati facili, ora dobbiamo compattarci perché siamo ancora lì, con due partite da recuperare. Nulla è deciso, speriamo di riuscire nell’impresa”.
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