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Bohinen si (ri)prende la scena: Sousa lo ha aspettato ed esaltato

Emil Bohinen si è ripreso la maglia da titolare e lo ha fatto con una grossa prestazione sul prestigioso palcoscenico del Milan. Mentre papà Lars – vecchia gloria del calcio norvegese – mostra tutto il suo orgoglio su Instagram pubblicando una foto del figlio a contrasto con l’altro scandinavo, Ibrahimovic, il diretto interessato ringrazia i tifosi accorsi in Lombardia e commenta l’1-1 contro i rossoneri.

La pazienza

“Fantastico spirito di squadra che ci ha permesso di combattere contro un avversario forte. Grazie mille ai tifosi che hanno viaggiato”, ha scritto l’ex regista del CSKA Mosca. Non era titolare dal 27 gennaio. A Lecce giocò (maluccio) il primo tempo e fu poi rilevato da Nicolussi Caviglia, che invece ebbe un impatto sul match piuttosto importante. Pian piano si è ripreso la Salernitana ed è tornato sui livelli dell’Emil della scorsa stagione. Del resto Paulo Sousa è uno che i centrocampisti bravi, con visione e tocco, li sa riconoscere. Un esperto del settore ed anche delle fragilità fisiche che ne hanno frenato un’esplosione ancor più marcata nella sua pur lunga e vincente carriera da calciatore. Lo aveva detto al suo arrivo, il tecnico portoghese: Ho parlato a lungo con Emil, è un giocatore forte ma deve superare la paura nei contrasti dopo l’infortunio e diventare più veloce nel breve. Ci stiamo lavorando e già nel corso dei primi allenamenti ho ricevuto risposte positive da lui”. Ha avuto pazienza. Tempo un mesetto (in cui Sousa ha continuato a tesserne le lodi in conferenza stampa) ed è tornato titolare.

Playmaker

A Genova Bohinen era subentrato mettendo ordine nel finale, a Milano – anche un po’ a sorpresa – il trainer gli ha dato la possibilità di architettare il gioco granata: aveva bisogno anche dei suoi centimetri sulle palle alte e della sua fisicità. Qualche minuti di appannamento nel finale di primo tempo, poi un’ottima ripresa, condita dall’intuizione che ha permesso a Lassana Coulibaly di trovare Bradaric libero a sinistra per l’assist a Dia. “Non può giocare in una mediana a due, non ha il passo per coprire la fetta di campo di pertinenza”, aveva poi aggiunto l’ex allenatore della Fiorentina dopo la partita di Marassi a proposito del numero 8 della Salernitana. Detto, fatto. Contro il Milan si è passati a una sorta di 3-5-1-1 con Candreva ad aiutare gli altri due centrocampisti spesso e volentieri, molto più mezzala che trequartista. Ne ha beneficiato anche il norvegese, ora pronto a un altro finale di stagione in crescendo.

 

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