La Salernitana ha commissionato una perizia ad un esperto professionista con lo scopo di rivalutare i beni immateriali. La notizia è stata pubblicata questa mattina dal quotidiano Il Mattino e trova riscontro nella volontà del presidente Iervolino di cambiare passo anche dal punto di vista di tutto ciò che riguarda il brand ed i suoi diritti di sfruttamento: presto il club potrà avere l’esito dello studio e rivalutare “marchio, colore e denominazione” (ma anche altro, nda) adeguando tutto alle nuove possibilità di introito.
Conferenza di presentazione di Danilo Iervolino: l’entusiasmo del presidente a gennaio ’22 (foto Francesco Pecoraro)
Una nuova “velocità” per il brand
Se all’Inter la rivalutazione ha consentito di patrimonializzare una riserva di oltre 200 milioni e per l’Udinese ben 63, è facile ipotizzare come la Salernitana – al suo secondo anno consecutivo in A e con una buona base numerica di tifosi – possa pensare di portare almeno a 10 milioni (se non di più) tale voce nel bilancio al 30 giugno 2023. Sfruttando il “decreto agosto”, poi convertito in legge (la 126 del 2020), numerose società calcistiche hanno optato per la rivalutazione dei propri beni. Particolarmente quelli immateriali hanno potenziale importante, soprattutto in casa granata: fino all’ultimo bilancio, infatti, sono stati iscritti con il valore di 252mila euro, miserrimo in relazione alle entrate prodotte grazie al loro sfruttamento.
Le vicissitudini
La cifra era figlia del costo materiale sostenuto dalla precedente proprietà, che con Claudio Lotito e Marco Mezzaroma riacquistò il cavalluccio dopo un anno di transizione con San Matteo sul petto ed il Salerno Calcio in D: dapprima fu fitto triennale, poi arrivò il riscatto. L’accordo fu sancito il 12 luglio 2012 in un hotel di Montoro direttamente dai due co-patron con Antonio Lombardi, ex presidente della Salernitana Calcio 1919 fallita, che aveva mantenuto la titolarità dei beni grazie all’operazione condotta con l’Energy Power. Nel 2009, acquisendo a sua volta i beni immateriali dalla curatela fallimentare della Salernitana Sport di Aniello Aliberti (fallita nel 2005), l’ex institore vallese aveva “isolato” il marchio nel contenitore Energy Power che lo aveva poi girato alla Salernitana in comodato d’uso gratuito. Non mancarono le tensioni anche da questo punto di vista, con un ricorso della curatela della Salernitana Sport che nel 2011 chiese un risarcimento per 3,5 milioni, in primo grado concesso dal Tribunale di Napoli, alla società facente capo a Lombardi che era accusato di un uso illegittimo dei beni immateriali. Alla fine, Lombardi riuscì a negoziare con Lotito e Mezzaroma e a vendergli tutto. Inizialmente l’intenzione era un bando, poi stoppato dal Tribunale di Salerno. Si ricordano ancora oggi le scene di giubilo a Nocera Umbra per la prima uscita della Salernitana di Galderisi in ritiro con la denominazione attuale (US Salernitana 1919) con cui fu poi affrontato il torneo di Seconda Divisione 2012/13.
Il nuovo portale
Nelle disponibilità della Salernitana in teoria sarebbe rientrato anche il dominio internet Salernitana.it, che frattanto era stato però registrato da un privato di Bellizzi che aveva messo su dei blog dedicati alla compagine granata. Il dominio era utilizzato dalla società di Aliberti. Soltanto pochi mesi fa Danilo Iervolino ha deciso di rientrarne in possesso, nell’ottica di sfruttamento massimo del brand e di riconoscibilità dello stesso: l’area comunicazione sta limando gli ultimi dettagli per il varo del nuovo portale ufficiale, previsto inizialmente per la sosta, ma che dovrebbe slittare di qualche settimana, probabilmente con il nuovo anno solare. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Mattino, sarà presente anche una innovativa piattaforma che consentirà ai tifosi di dialogare tra loro e fare altrettanto con la società, per un vero e proprio filo diretto. Una sorta di social tutto granata che sarà prologo all’app ufficiale pure già “spoilerata” da Iervolino all’inizio della sua avventura presidenziale.
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