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Aya a Liratv: “Salerno bella piazza, a 30 anni posso ancora crescere. Promozione diretta? Mancano tante partite…”

E’ arrivato nel mercato di gennaio, da quando ha messo piede in campo non è mai più uscito, superando Karo nelle gerarchie. Ramzi Aya, anche ieri contro il Trapani tra i migliori, ha conquistato Gian Piero Ventura che lo ha innalzato al grado di titolare. L’ex Pisa è intervenuto telefonicamente nel corso di “LineaaiTifosi” su Lira Tv, analizzando in primis la sofferta vittoria contro i siciliani: “Ieri soprattutto nella ripresa abbiamo fatto meno bene che nel primo tempo e non come a Benevento. Ma ci siamo aiutati tutti per portare a casa un risultato importante. La prima frazione è stata buona, abbiamo cerato di fare ciò che ci chiedeva il mister, anche sbagliando. Quando abbiamo superato il loro pressing, arrivavamo facile in porta. Nella seconda frazione ci siamo abbassati troppo, ci lavoreremo in settimana. Durante una partita le difficoltà ci sono sempre, abbiamo comunque trovato la soluzione per portare a casa i tre punti”. Il centrale non ha avuto dubbi a scegliere la Salernitana nel mercato di gennaio, senza farsi condizionare dalla prestazione negativa dei granata nella sfida contro il Pisa, quando Aya vestiva la maglia nerazzurra: “Non ho parlato col mister prima di arrivare a Salerno. la piazza è importantissima, qualsiasi giocatore vorrebbe giocarci. Quando ho saputo dell’interessamento ho avuto tanta voglia di vestire granata. All’andata fu complicata per la Salernitana che era in difficoltà, al Pisa riusciva tutto bene. Ventura vuole che si giochi sempre a calcio, l’Arena aveva un campo pesante e condizionò molto. Non mi sono posto tanto il problema della squadra che vidi. Ora ho trovato un gruppo di giocatori che vuole fare bene e che ascolta l’allenatore. C’è tanta voglia di crescere e migliorarsi”. Il classe ’90 non è totalmente estraneo alla idee di gioco di Ventura, qualche concetto va assimilato, ma l’intenzione di entrare bene nei meccanismi c’è tutta: “Lo scorso anno avevo un allenatore preparato a Catania come Sottil che voleva molto possesso palla. Io mi adatto a quello che mi chiede l’allenatore, sono arrivato da poco e sto cercando di apprendere le idee di gioco quanto prima per applicarle, con umiltà. A 30 anni si può crescere ancora”.

L’italo tunisino apprezza anche lo spogliatoio: “Tanti miei compagni hanno qualità, Lombardi, Cicerelli, Jallow, Kiyine, poi c’è chi ha più tecnica, personalità o fisico”. Nato centrale, Aya potrebbe anche disimpegnarsi sulla fascia destra, permettendo a Ventura di passare al 4-4-2, provando a dare apporto pure in fase realizzativa: “Posso giocare terzino, in passato l’ho fatto, quindi in caso di necessità lo farei. I gol? A noi difensori, sulle palle inattive, serve essere determinanti perché possono indirizzare le partite. Sono occasioni che vanno sfruttate al meglio”. L’ex Catania parla anche del rapporto con i tifosi, in continua contestazione contro la proprietà: “Quando sono arrivato dovevamo giocare col Cosenza e la tifoseria era in constestazione. Ho sentito qualche coro, ma quando c’era bisogno i tifosi ci sono stati vicino. Anche ieri e a Benevento. Possono succedere malintesi, ma il tifoso intelligente ti aiuta sempre e non posso dire che a Salerno non succeda. Li ringraziamo sempre. Dare tutto in campo è una prerogativa, al di là del lavoro che si fa in settimana che poi può riuscire o meno in partita. Serve dare il massimo quando si vince e quando si perde, bisogna avere la coscienza apposto, il tifoso poi lo capisce”. Sulla domanda relativa alla promozione diretta il calciatore prova a glissare, mantenendosi equilibrato: “E’ lecito sognare, ma serve anche equilibrio, la classifica è corta. Pensiamo serenamente partita dopo partita, daremo peso alla classifica al momento giusto, ora mancano troppe partite. Crotone e Spezia mi hanno fatto una buona impressione, ma per il resto mi concentro sulla Salernitana”. Chiosa finale sull’arrivo, alla soglia dei 30 anni (compiuti sabato), in cadetteria che Aya spiega così: “Ogni giocatore ha un suo percorso di maturazione che deve arrivare nel momento giusto. In passato ho commesso degli errori, ho capito tante cose e sono cresciuto come persona. Posso avere dei rammarici a livello calcistico, non si torna indietro, ma si può decidere il finale, pensando a ciò che sarà e non a quello che è stato”.

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