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Arrigo Sacchi a Salerno: “Sousa era un ottimo allenatore, spero sia all’altezza anche Inzaghi”

C’era Arrigo Sacchi tra gli ospiti dello Sport Business Forum, organizzato da Fenailp con Gruppo Iovine a Salerno per parlare di intelligenza collettiva, ha rilasciato delle dichiarazioni sulla Salernitana ed in generale su come si è evoluto il calcio nel tempo.

“Questo sport è cambiato molto, è il riflesso della storia e della cultura di un paese. Noi siamo un paese in crisi, con scarsa progettualità che confida nel singolo, nello straniero, per rimediare alla propria situazione. Di pari passo anche il calcio, che era stato ideato come uno sport offensivo e di squadra, lo abbiamo tramutato in difensivo ed individuale”, ha detto l’ex allenatore due volte campione d’Europa con il Milan. Alla domanda su come è cambiata la qualità del calcio italiano e su quali possono essere le difficoltà del CT della nazionale, Sacchi ha risposto così: “Storicamente ogni volta che ci sono molti stranieri nel nostro campionato, la Nazionale ha trovato sempre difficoltà. Ma il calcio è una filosofia, non un sistema di gioco. Un giorno un calciatore mi disse che non si divertiva perché si lavorava troppo. Gli dissi che non ho mai saputo che facendo poco si abbia tanto. noi dovremmo divertirci per come riusciamo a distrarre ogni domenica i milioni di spettatori che ci guardano: ricordati che quando darai a loro il massimo dell’impegno, ti saranno grati e riconoscenti per tutta la vita. Ho smesso di allenare da trent’anni, dovunque mi incontrino mi danno attestati di gratificazione. Quando ti impegni al massimo non avrai mai rammarico. Al massimo può venirti una gastrite”.

Sulla Salernitana: “Ho visto poco i granata in questo periodo. Sousa lo reputo un ottimo allenatore. Spero che anche Inzaghi possa dimostrarsi all’altezza, è un ragazzo che si impegna molto ma i due sono molto diversi. Vedremo se il presidente avrà avuto ragione. Iervolino ha portato innovazione? Il presidente non gioca ma il club con la sua storia, le sue visioni e la sua competenza è sempre la cosa più importante”.

Su un suo possibile erede ha preferito non individuare nessun nome, ma è sembrato comunque sollevato dal livello dei tecnici attualmente militanti nel massimo campionato italiano: “In Italia ci si muove sempre poco ma qualcosa si muove. Il tatticismo prevale sempre sulla strategia. Adesso in Italia qualche stratega c’è, ossia colui che grazie alle sue idee riesce a giocare un calcio di dominio”.

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