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Difesa decimata, Castori: “Non piango, assenze sono opportunità. Rispetto Cosenza perchè…”

L’ultima di novembre, la prima di una serie di nove partite senza sosta da affrontare con il piglio di chi ha toccato la vetta della classifica. Un ciclo di ferro che si concluderà il 4 gennaio – tra poco più di un mese – e che Fabrizio Castori affronta come da copione: “Pensando partita dopo partita”.

Per il match di domani al San Vito Marulla di Cosenza, però, le difficoltà non mancheranno. Tante assenze in difesa e soprattutto la fascia sinistra sguarnita. Toccherà a Baraye dal 1′ sull’out mancino. “Non è detto che modificheremo l’assetto tattico, quando qualcuno manca è un’occasione per dare opportunità ad altri: nessun pianto, non è mia abitudine lamentarmi. – ha detto Castori in videoconferenza stampa prepartita – Massima fiducia, si va a giocare con chi abbiamo a diposizione, prima o poi arriva il momento per far giocare tutti, quando si compone l’organico a inizio anno si ha fiducia in tutti. Non facciamoci condizionare dalla classifica, a Cosenza sarà difficilissima. Abbiamo il morale alto, una buona condizione generale, al di là degli assenti. Chi andrà in campo ha giocato meno finora, ma sopperirà con l’entusiasmo. Ad ogni partita si volta pagina, tra poco si giocherà ogni tre giorni”.

C’è stato il controsorpasso del Lecce in vetta, per la Salernitana sarà importante dare segnali in Calabria. Sarà importante fare risultato a prescindere da quel che si è fatto prima e da chi gioca. Non sono per nulla preoccupato, sono fiducioso. La squadra deve essere viva, quel che conta è lo spirito. – aggiunge il mister – Una difesa deve essere preparata ad affrontare qualsiasi attaccante, nel Cosenza partiranno titolari giocatori brevilinei ma a partita in corso possono entrare quelli strutturati. Le insidie ci sono sempre, l’importante è saper leggere i momenti e avere il giusto atteggiamento in campo, mantenendo le distanze e riuscendo a essere equilibrati. Servirà la migliore Salernitana. Occhiuzzi? Sta facendo molto bene, dopo il lockdown l’anno scorso ha fatto un punto più di me; anche io col Trapani mi sono salvato sul campo… la squadra è retrocessa per problemi societari, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Ha salvato una squadra che tutti davano per spacciata, come il Trapani che si sarebbe salvato se non avesse avuto la penalizzazione. Il Cosenza gioca in verticale, le partite non si vincono col possesso palla. Mi piacciono le squadre così e le rispetto molto, va subito a cercare la profondità con attaccanti veloci come Baez, Carretta. Siccome lo facciamo anche noi, vedremo chi sarà più bravo a verticalizzare”.

Tutino e Casasola devono un favore a Castori, visto che il primo gli segnò due anni fa in un Cosenza-Carpi, il secondo partecipò alla rimonta calabrese in Cosenza-Trapani dell’anno scorso. “Spero che l’aria di Cosenza gli faccia bene. – dice il trainer sorridendo – Si è persa un po’ l’abitudine del gol dell’ex, bella o brutta a seconda delle parti. Non gliel’ho chiesto, ma penso che ci terranno a far bella figura. Hanno fatto un percorso importante lì”. Poi Castori torna sugli assenti: “Non conosco i tempi di recupero, bisognerebbe chiedere al dottore. Per giocare devi stare bene fisicamente ed avere la capacità di arrivare quantomeno alla fine. Vedo il lato positivo della cosa: non sono contento delle assenze, ma una squadra di calcio apre il ventaglio delle proprie soluzioni in questi momenti. Perdi il giocatore che ha condizione e ha sempre giocato ma si dà possibilità a chi ha atteso finora di poter mettere entusiasmo, voglia e freschezza che garantiscono l’alimentazione dello spirito che in una squadra è fondamentale”.

Ancora un occhio… relativo alla classifica: “Il Chievo è forte, ma il Lecce è fortissimo. Ci sta che possa andare a vincere a Verona. Il campionato è lungo e ancora da giocare, non stiamo troppo dietro alla classifica, facciamo il massimo ogni partita, le somme si tireranno più avanti. Per fare risultato bisogna mettere tutte le energie che si posseggono in ogni gara”.

Infine, un commento sulla scomparsa di Diego Armando Maradona: “Dire cose che non siano state già dette su un mito così grande è difficile. Il mio ricordo è dei corsi a Coverciano che ho condiviso con gente che aveva giocato contro di lui, Mancini, Dossena, Vierchowod. Tutti mi dicevano che prendeva un sacco di botte e non si era mai lamentato, né aveva mai simulato un fallo, mentre oggi molti calciatori urlano appena si sentono toccare”.

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