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A Breda non riesce lo scherzo: “Peccato non portare via punti. La Salernitana può guardare al secondo posto”

Scuote la testa Roberto Breda. Ci ha provato la bandiera granata a tirare uno scherzo di Carnevale a Ventura e al cavalluccio, ma una buona partita non ha comunque portato punti. Il Livorno è sempre più ultimo e Breda adesso vede da vicinissimo la retrocessione: “Abbiamo fatto anche una discreta partita con atteggiamento e voglia di rimanere in partita, siamo rimasti in gara fino alla fine – ha detto Breda – Ci abbiamo provato contro una buona squadra che ha giocatori importanti ed è in fiducia. Purtroppo ci troviamo a commentare spesso la stessa partita, con qualche gol in più fatto e qualcuno in meno subito sarebbe stata un’altra classifica. Non c’è matematica certezza e ci proveremo fino alla fine per salvarci, ma è logico che diventa sempre più difficile”.

Oggi al Livorno è mancato l’ultimo passaggio, Micai non è praticamente mai dovuto intervenire: “Fino alla trequarti andiamo bene, ma non abbiamo imparato a coprire l’area. Portiamo a casa davvero poco, oggi non era facile. Fare questo tipo di partita a Salerno è positivo, ma se non porti a casa nulla vuol dire che dovevamo fare di più. Djuric fa reparto e difende la palla, ma nel secondo tempo la linea è sempre stata più o meno uguale. La Salernitana ha provato a giocare di rimessa mentre noi provavamo a fare la partita. Noi abbiamo cercato di alzare i ritmi e non farli giocare. Dopo l’1-0 abbiamo rischiato di sfaldarci invece i ragazzi hanno mantenuto equilibrio e ci hanno provato fino alla fine. Certamente ci mancano i gol. È la storia di quest’anno, ogni volta che possiamo dare una svolta non ci siamo mai riusciti. L’esonero? Adesso è l’ultimo dei miei pensieri”.

Naturalmente Breda continua a fare il tifo per la Salernitana (“Mancano 13 partite, i granata sono lì con merito e possono giocarsela anche per il secondo posto”), lo storico capitano non può dimenticare il suo passato: “Ho avuto tanta fortuna qui a Salerno, sono stato capitano e ho vinto campionati. Mi sento un privilegiato, tanti ragazzi oggi in campo non erano manco nati quando giocavo qui. Anche in estate emozione fortissima al centenario, è stato un onore: qui ho vissuto i momenti più importanti della mia vita calcistica e anche non calcistica”.

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