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A.Anderson-Rosina, staffetta che fa ben sperare: buona prova del brasiliano alla prima da titolare

Il giovane ed il vecchio, il sudamericano ed il calabrese. Dal gelo del San Vito-Marulla di Cosenza la Salernitana torna con un punto in classifica, una piacevole scoperta ed una ritrovata certezza. Non è dispiaciuta la staffetta André Anderson-Alessandro Rosina, tra le poche note liete di una serata gelida sotto tutti i punti di vista. Per una squadra all’assoluta ricerca di qualità ed idee, appare imprescindibile la presenza in campo di almeno un elemento capace di accendere la luce, di smuovere le acque e scuotere la squadra dal piattume di un evanescente palleggio orizzontale.

E’ servito praticamente un girone intero per vedere all’opera dall’inizio André Anderson. L’ex Santos ha risposto presente, superando col passare dei minuti l’emozione dell’esordio e proponendosi con giocate interessanti e movimenti che meritavano miglior assistenza da parte dei compagni. Imperdonabile l’errore di Lamin Jallow, egoista ed autolesionista quando ha tentato la giocata personale anziché premiare con un elementare filtrante il movimento di Andrè Anderson. Sarebbe stata un’occasione d’oro per la Salernitana per passare in vantaggio, invece alimenta i rimpianti per una partita che con un pizzico di concretezza e cattiveria in più probabilmente si poteva portare in porto anche con un risultato diverso e più rotondo.

Capitolo Rosina. Accolto da bordate di fischi dai suoi conterranei, il trequartista nativo di Belvedere Marittimo ha ormai confermato la sua vocazione all’utilizzo… part-time. Il numero dieci granata era annunciato in formazione titolare, egli stesso s’aspettava di partire dal 1′ ma ha comunque avuto un buon impatto sul match servendo una bella palla a Jallow e dimostrandosi importante quando i ritmi calano e tra gli avversari iniziano a subentrare stanchezza e mancanza di lucidità.

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