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Valentini post mercato: “Squadra rinforzata. Henry e Russo hanno preferito altro. Con Sepe nessuna problematica”

Quaranta minuti di conferenza per spiegare i perché e i per come del calciomercato della Salernitana. Stamane il direttore sportivo granata, Marco Valentini, si è soffermato su tutti gli aspetti riguardanti le operazioni condotte in entrata e in uscita.

Il dirigente ha voluto iniziare con un premessa che ha riguardato soprattutto le possibilità economiche avute per muoversi: “Voglio ringraziare le persone che mi sono state accanto. Il mercato è stato diviso in due step. Quello iniziale è servito per dare alla squadra ciò che serviva per affrontare le partite, poi c’è stata la parte finale. Sono stato supportato dalla società e voglio ringraziarla. Da parte nostra c’è soddisfazione per quanto fatto. Volevamo rinforzare la squadra numericamente e qualitativamente ed è stato fatto. Secondo me, nei reparti in cui volevamo intervenire, questa rosa è più completa e migliorata. È stato accontentato l’allenatore che, ad oggi, ha tutte le possibilità per fare il modulo iniziale, ma anche per cambiare a gara in corso. Siamo soddisfatti io ed il club.

Ieri sono sceso da Milano a Salerno, appena ho parcheggiato mi sono presi gli insulti di un tifoso che mi ha detto che siamo senza attaccanti. Questa sensazione è ingenerosa nei confronti del club. Pensare che siamo senza attaccanti mi fa sorridere: i nostri attaccanti ci hanno portato 6 punti. Per quanto riguarda l’ultima giornata di lavoro, io sono salito a Milano con una squadra fatta al 90%. Se avessi preso Cerri e Raimondo all’ultimo giorno sarebbe apparso diversamente dal punto di vista mediatico. La narrazione è stata ingenerosa, per quanto fatto dal club. Non ho mai parlato di cifre, perché le scelte che si fanno sui calciatori e che fanno i calciatori esulano dal discorso economico. Ci sono meccanismi di scelte e tecnico tattici, dove i soldi contano poco. Ho fatto offerte maggiori a calciatori, rispetto ad altre squadre, ma non sono voluti venire. L’aspetto economico conta poco, la proprietà mi ha messo tutto a disposizione, se fosse servito fare altri sforzi, li avremmo fatti. C’erano degli equilibri da rispettare. Quando sono arrivato, col mister, volevamo rivitalizzare una parte del gruppo, ma anche fare degli innesti. Abbiamo offerto il doppio a calciatori, che sono andati altrove, abbiamo offerto ad altri meno e sono voluti venire qua. In sede di calciomercato, la parte economica è quasi marginale”.

Il dirigente maceratese ha spiegato anche la dinamica che ha riguardato l’ultima operazione, sfumata sul gong, per prendere il difensore francese Guessand dall’Udinese: “Con chiarezza e trasparenza, bisogna raccontare le cose, per fare la giusta narrativa di come ragiona il club e non dare interpretazioni. L’operazione con l’Udinese non riguardava solo Guessand. In difesa ci siamo numericamente e per caratteristiche, ma un club deve osservare tutte le dinamiche del mercato. L’operazione Guessand era anche per il futuro, volevamo prendere in prestito con diritto o biennale. Lo si voleva valutare in questi sei mesi per poi costruirlo per averlo in futuro. Alle 23.38 eravamo pronti con le carte, ma l’altro club non aveva il controllo del ragazzo che non rispondeva al telefono. Alle 23.58 eravamo pronti in tutto, abbiamo mandato le carte firmate e l’Udinese ha avuto un minuto per il deposito, ma ci ha messo un minuto e due secondi. Volevamo prendere un giocatore, non solo perché ci servisse adesso. Stavamo trattando due giocatori. Avremmo preso Guessand per l’ora, ma anche per il futuro”.

L’obiettivo primario per la mediana era Saric del Palermo, ma Valentini ha spiegato come anche Zuccon fosse nella lista dei profili valutati: “Quando si pianifica un mercato, non si decide di prendere un solo giocatore. Sia per caratteristiche, per tipologia di contratti ed operazioni, si mettono in piedi varie possibilità. Anche Zuccon era tra le valutazioni. Volevamo valutare bene quelli che avevamo. Volevamo vedere come avrebbero risposto i nostri calciatori, per poi procedere con gli acquisti. Il centrocampo è stato completato, sia a livello numerico che di caratteristiche. Abbiamo messo quantità e qualità con Zuccon e Caligara. Saric aveva le caratteristiche tecniche per completare l’organico, ma non c’erano le condizioni economiche col Palermo, che aveva dato una valutazione non in linea. Nel corridoio si fanno delle valutazioni sul costo, la necessità della squadra, l’impatto sullo spogliatoio e abbiamo virato su altri profili per caratteristiche che potevano integrarsi col gruppo. Zuccon, Caligara e Girelli hanno questi requisiti”.

Nelle ultime ore è sfumata la possibilità di aggiungere un’altra punta al roster: “Prima di salire a Milano, mi è stato detto che se fosse servito qualcosa ancora, avrei dovuto valutarlo, con la piena disponibilità della proprietà. Negli ultimi giorni ci siamo avvicinati ad Henry e Russo, abbiamo parlato con i ragazzi e con gli entourage – ha spiegato il ds -. Con Henry abbiamo parlato direttamente col calciatore, recentemente ha avuto un grosso problema familiare e non si è sentito di muovere per quattro mesi la famiglia, rimanendo a Palermo. Su Russo abbiamo fatto una valutazione diversa. Gli abbiamo offerto il doppio di quello che gli offrivano gli altri club, ma l’attaccante e l’entourage hanno fatto una valutazione diversa. Un ragazzo che non gioca al Sassuolo si sposta con la certezza di giocare. Mi ha detto che, con Cerri e Raimondo, non avrebbe giocato; ha scelto Cesena dove potrebbe alternarsi con un giocatore o giocarci insieme”.

Valentini ha spiegato anche come, con l’arrivo di Christensen, sia stata colta un’opportunità inaspettata: “Con Sepe non abbiamo avuto problemi o discussioni. Io avevo un dovere nei confronti della città, dei tifosi e del club: dovevo migliorare questa squadra. L’occasione Christensen è capitata e non me la aspettavo. La Fiorentina mi ha detto che era in uscita, ho parlato con Sepe, gli ho spiegato la situazione, che l’ambiente era particolare. Non mi era mai capitato che ci fosse una non soddisfazione verso un portiere della mia squadra. Christensen era sul mercato per la B e abbiamo fatto subito l’operazione che ci ha permesso di migliorare. Con serenità, abbiamo avvertito Sepe e abbiamo fatto l’operazione”.

Il dirigente granata ha voluto anche precisare come il club si sia riservato, su alcuni giocatori, l’opzione di valutarli in futuro. Parentesi anche sulla situazione di Simy e sul mercato svincolati: “Su tanti calciatori abbiamo il diritto di riscatto, su Caligara c’è l’obbligo. Un occhio al futuro è giusto darlo, quando si prendono calciatori giovani e bravi. Ho cominciato a fare il mercato con la squadra ultima e ho dovuto guardare all’immediato per salvare la categoria. La proprietà mi ha messo a disposizione le risorse necessarie per rinforzare la squadra e, ancor di più, negli ultimi giorni. Abbiamo fatto tanti prestito con diritto e qualche obbligo. Nel mercato di gennaio i club, in una situazione non tranquilla, non fanno investimenti per il futuro. In bassa classifica la progettazione è sopravvivere nell’immediato. Non si possono fare investimenti milionari. Cerri l’ho preso anche se non a titolo definitivo, poi a giugno, se si sarà trovato bene, se ne riparlerà. Stesso discorso per Raimondo. Non ho voluto rinunciare a prenderli, solo perché non potevo prenderli a titolo definitivo. In lista siamo 18, compreso Simy che resterà dentro. Con lui sapete come sono state affrontate le precedenti sessioni. Ha avuto quattro offerte concrete di quattro squadre estere, sono state declinate. È nei suoi diritti. Ha avuto la possibilità di uscire, non l’ha sfruttata e a fine campionato, col contratto in scadenza, farà le sue valutazioni. La rescissione si può fare in qualsiasi momento. Nei discorsi con lui, mi è stato chiesto di fare una risoluzione, che però si fa a condizione che vanno bene ambo i lati. Sul mercato non faremo altro. Ci siamo numericamente e qualitativamente. Il campo ci dirà se le scelte sono state giuste”.

Dal mercato al campo. Venerdì a Brescia inizierà un trittico di sfide (che proseguirà con Carrarese e Frosinone) che potrebbe essere decisivo nella corsa alla permanenza in cadetteria: “Il trend è in crescita ed è positivo, al di là della classifica, visti i 6 punti in 4 partite. Nelle prime 4 partite abbiamo forse giocato con le tre squadre più forti del torneo e non è cosa semplice. I ragazzi e l’allenatore hanno fatto un gran lavoro sul campo. Abbiamo giocato con squadre forti, ma non ci hanno messo sotto. Abbiamo trovato un equilibrio di squadra. Una squadra che era quasi morta, l’abbiamo messa in rianimazione, poi dovrà cominciare a camminare e poi a correre. È un percorso da fare e sono sicuro che lo faremo. Il momento non è decisivo, bensì molto importante. I campionati si decidono ad aprile, sia in basso che in alto. Siamo ad un bivio importante, ci giochiamo tre scontri diretti con una squadra completata. Ho sensazioni molto positive sulla compattezza che c’è, dobbiamo affrontare il momento tutti insieme. Dobbiamo dare una sensazione di unione, compattezza e forza”.

Valentini ha commentato anche la scelta di salutare Torregrossa e la permanenza di Soriano: “Quando siamo arrivati, io e il mister, tanti calciatori non li conoscevamo. Dovevamo valutare in profondità le problematiche e le situazioni che i calciatori vivevano a Salerno. A Torregrossa, come a tutti, è stato detto, dal primo giorno, di non mettersi nelle condizioni di finire sul mercato e di farmi cambiare idea. Con lui è stato valutato che non avrebbe avuto la possibilità di giocare con continuità e che, se ci fosse stata un’opportunità, di partire l’avremmo valutata. Se fosse rimasto, a noi, in termini di bilancio, sarebbe cambiato poco. In avanti siamo completi e abbiamo deciso di farlo uscire. Per Soriano non ci sono mai state trattative per cederlo, è un ottimo ragazzo ed è un ottimo professionista. Ci ha dato una mano domenica e ci darà una grande mano”.

Infine il ds ha svelato quale trattativa è stata più estenunante e complicata: “Prendere Raimondo è stato difficile, c’erano dieci squadre, di cui due di Serie A. Ma lui ha ragionato, come Russo, di voler andare dove poteva giocare. È un giocatore che seguo da due anni, l’allenatore lo ha allenato, la piazza è prestigiosa e questo ha giocato a nostro favore”.

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