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Trent’anni senza Ago: “Sia monito di amore, cura, perseveranza”. Lo striscione ultras e il ricordo di De Luca sui social

Trent’anni senza Agostino Di Bartolomei. Il 30 maggio 1994 il campione decise di andare via in un rumoroso silenzio lasciando il mondo del calcio e soprattutto la sua famiglia troppo presto. Salerno, dove chiuse la carriera, non lo dimentica. Lo ricordano anche Roma e Milan, che giocheranno un’amichevole in Australia, con la bella foto postata sui social che vede protagonisti i rappresentanti delle due squadre con in mano una maglia personalizzata a colori invertiti. Ieri al vecchio Vestuti è stata apposta una targa col suo nome (clicca qui per l’articolo), Ago resterà per sempre in quelle mura e nella memoria dei salernitani grazie al suo essere campione umile, trascinatore non rumoroso, grazie alle 71 partite e 19 gol nel biennio 1988/90, l’ultimo a Brindisi il 27 maggio 1990. L’ultimo della sua carriera culminata con il ritorno in B dei granata dopo 25 anni d’attesa.

Lo striscione degli ultras della Curva Sud Siberiano affisso sulla recinzione esterna dello stadio Arechi non poteva mancare: “Agostino Di Bartolomei: lasciato solo da quel calcio, divenne leggenda”. Quanta verità. Anche Walter Sabatini sui social ha condiviso un suo ricordo postato dalla Salernitana, lui che con Di Bartolomei ha giocato nella Roma negli anni Settanta. “Grazie a Salerno, ai tifosi tutti e alla società, che non perdono occasione di ricordare Agostino. ‘Mi piacerebbe che i bambini imparassero da piccoli a imparare il calcio, ma non prendendo a modello alcuni dei miei capricciosi colleghi’, disse una volte in un’intervista. Agostino adorava i bambini, eppure questo non gli bastò per travolgere la mia vita con una scelta scellerata, perché se oggi a trent’anni di distanza siamo qui a ricordarlo e non a celebrarlo è per averne un’immagine nitida non un santino. Agostino va ricordato affinché sia monito di amore, di cura e di perseveranza, perché la vita è ciclica e sta a tutti noi impegnarci i momenti di difficoltà di quanti sono più sensibili. Perché c’è un giorno nel quale siamo tutti più sensibili. Il mio augurio è che sotto questa targa, tra queste strade e questi vicoli, che ricordo con gli occhi di me bambino, tanti ragazzi e ragazze possano divertirsi con un pallone e diventare grandi, diventare amici. Vi ringrazio per tutto quello che ci siamo detti in questo tempo, per la forza che ci siamo fatti e per aver capito che il coraggio non ruggisce sempre, a volte è un fiato sottile che dice: riproverò domani”, la lettera scritta da Luca Di Bartolomei, il figlio che da anni porta avanti il ricordo del papà.

Il recente ricordo a TvOggi di Marco Pecoraro Scanio, salernitano che come Ago ha indossato la fascia da capitano della Bersagliera: “Agostino è stato non solo un compagno ma un amico. Abbiamo momenti indimenticabili anche nel Cilento che lui amava. Ed era amato da tutti, finanche dai pescatori di San Marco di Castellabate, dove si era trasferito. Ovunque sia stato, ha seminato sobrietà e serietà. Sulla modalità assurda con cui se n’è andato ancora non ce ne facciamo una ragione. Era laureato in scienze politiche. Spesso eravamo in stanza insieme nei ritiri, abbiamo trascorso momenti bellissimi e in confidenza. Quando penso a lui non riesco a farmi capace, sarebbe stato un grande dirigente. ricordo quel momento difficile con Pasinato che lui visse con sobrietà, poi Ansaloni impostò la squadra attorno a lui. Il mister viveva al Jolly Hotel, la famiglia era rimasta in Romagna ed era mentalizzato esclusivamente sulla Salernitana e infatti venne fuori un campionato straordinario”.

C’è anche il post su Facebook di Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno e oggi presidente della Regione Campania: “Trent’anni fa, oggi, finiva in maniera drammatica la vita di Agostino Di Bartolomei, un grande calciatore e soprattutto un grande uomo. Lo ricordiamo per le sue grandi imprese sportive: Capitano dello Scudetto della Roma di Liedholm, poi nel Milan, e sul finire della carriera prima al Cesena dove fu protagonista di una meritata salvezza e, quindi, alla Salernitana che grazie a lui tornò in serie B dopo ventitré anni. Ma lo ricordiamo anche per essere stato una persona dalle qualità straordinarie. Era amato dai suoi tifosi e rispettato dagli avversari per la sua grande umanità, fatta di riservatezza, umiltà e correttezza. Un esempio per tutti. Manca tantissimo. Un abbraccio alla famiglia e a tutti i suoi cari”.

 

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