Altro giro di consultazioni, non potrà che essere l’ultimo. Mancano sei giorni alla deadline e la Salernitana resta nel limbo dell’impasse societario. Claudio Lotito e Marco Mezzaroma si sono rivolti anche a un altro pool di professionisti per un nuovo parere tecnico sul trust. Si tratta di quello che fa capo a Gianluca Vidal, commercialista esperto proprio di tali formule (è stato protagonista dell’operazione messa in piedi da Massimo Ferrero per due sue società, con la Sampdoria a garanzia esterna, ma con architetture e obiettivi ovviamente diversi dal trust che immagina la Salernitana). Vidal siede anche in consiglio di amministrazione del club doriano. Per ovvi motivi non potrebbe essere trustee, ma ha fornito una sua consulenza da libero professionista. Per ora, null’altro. Aveva fatto altrettanto il professor Rino Sica nei giorni scorsi, che aveva – con i suoi collaboratori – portato avanti anche le interlocuzioni con la Figc. Da via Allegri nessuna flessibilità, stesso discorso (fino a ieri) per quanto riguarda i due co-patron nel dibattito su prezzo di vendita, modalità, nome del trustee e durata del trust, con tanto di dubbi su cosa accadrà in caso di mancata vendita alla scadenza.
I due soci-cognati utilizzeranno il fine settimana per riflettere sui diversi tavoli imbastiti (compreso quello del dialogo con imprenditori romani che avrebbero offerto una cifra ritenuta inferiore al valore minimo di mercato del club dai due comproprietari, si parla di 35 milioni), poi lunedì dovranno obbligatoriamente dare una sterzata. A inizio settimana è prevista l’assemblea di Lega A in videoconferenza, a cui la Salernitana ancora una volta non è stata invitata, la terza nel giro di meno di un mese. Finché non si metterà in regola, sarà così. Posta anche la necessità di attendere qualche giorno per l’effettiva ufficialità dei passaggi di proprietà, la giornata di lunedì sembra veramente l’ultima buona per poter finalmente risolvere il problema. Ci saranno ulteriori interlocuzioni alla ricerca della fumata bianca. Nelle ultime ore pare che Lotito e Mezzaroma si siano ammorbiditi sul discorso prezzo (chiedevano 80 milioni, giudicati troppi dalla Figc che invece propone una valutazione da parte di un ente terzo) e sulle modalità. Resta in piedi la questione trustee (dalla federazione insistono, meglio una società indipendente di revisione, mentre l’attuale proprietà spinge per una persona fisica) e soprattutto quella relativa alla durata: sei mesi, non di più secondo gli avvocati federali. Lotito e Mezzaroma invece chiedono di poter arrivare a fine stagione. Ma anche in quel caso, quale che sia la categoria, la Salernitana non potrebbe ritornare nelle loro mani. In caso di retrocessione ci sarebbe comunque una incompatibilità, viste le recentissime ulteriori strette sulle nuove multiproprietà: passando la proprietà della società al trust, di fatto, perderebbero il possesso e, dovessero ipoteticamente riacquistarlo nell’estate 2022, ciò accadrebbe in violazione ancora delle Noif. E ricomincerebbe il giochino dei trenta giorni. Da evitare assolutamente, anche se il codice civile è da questo punto di vista un tantino diverso. Peggio ancora sarebbe arrivare a dicembre senza aver venduto e con il trust in scadenza: scatterebbe l’esclusione dal campionato e la stessa Figc, pur inflessibile, non potrebbe permettersi un’anomalia del genere in quello che dovrebbe tornare ad essere “il campionato più bello del mondo”. Continuano i dialoghi, alla fine la sensazione è che un accordo sarà trovato. Ma quanta fatica, quanta sofferenza sulla pelle dei tifosi che oggi festeggiano 102 anni della mitica Bersagliera.
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