a cura di Raffaele Di Nicola
Tattica e mercato. Due facce della stessa medaglia. A poco più di un mese dall’apertura della sessione invernale, prevista per il 2 gennaio 2023 (chiusura il 31), assetto tattico e mercato si intrecciano. Costituiscono i nodi da sciogliere in questa fase. Continuare con un abito su misura, adatto unicamente al 3-5-2 (e derivati) oppure pensare ad alternative per un diverso approccio tattico che possa prevedere l’utilizzo di una difesa a quattro? Domande propedeutiche all’azione.
Rewind
Nelle prime cinque gare sulla panchina granata Davide Nicola si presentò con un 4-4-2 (e sue varianti 4-3-1-2 e 4-2-3-1) che abbandonò dopo poco più di un mese per un più solido e redditizio 3-5-2, modulo che è rimasto punto fermo anche di questa prima parte di campionato. Dati alla mano, nella presente stagione il tecnico piemontese ha utilizzato la difesa a quattro soltanto a gara in corso ed in quattro occasioni su quindici. Inoltre, in tutti e quattro i casi, il cambio di modulo è stato dettato dalla necessità di rimontare l’avversario, con esito positivo solamente a Bologna. Proprio in queste partite, la Salernitana ha mostrato meccanismi e situazioni di gioco meno fluide rispetto all’originario approccio in virtù, probabilmente, della presenza di calciatori meno adatti a moduli che prevedono l’utilizzo di una linea a quattro e per via dell’assenza, nella trequarti offensiva, di giocatori particolarmente dotati tecnicamente e in grado di garantire un cambio di passo specie in corso di gara, quando c’è da recuperare nel punteggio o contro squadre di minor blasone che chiudono gli spazi con efficacia. Non sembrano esserci attualmente in organico gli interpreti giusti per poter costruire il reparto a quattro: Fazio, Lovato, lo stesso Bronn e Pirola farebbero fatica in una coppia di centrali e hanno costruito o modellato le loro abilità nel reparto a tre, come braccetti. E poi, i terzini: tolto Mazzocchi, non vi sono giocatori in grado di interpretare il ruolo a quattro. Bradaric è più un quinto e non avrebbe riserve mancine, in ogni caso.
Pericolosità offensiva in calo
In fase offensiva, gli ultimi dati statistici sono poco incoraggianti: negli ultimi 230’ del 2022 la Salernitana ha collezionato soltanto un tiro in porta, la rete siglata da Dia al Franchi di Firenze: un pericoloso segnale di una involuzione della squadra non solo in termini di punteggio, ma anche sul piano del gioco. In questo senso la sosta e il mercato possono – anzi, devono – aiutare non solo ad invertire questa rotta, ma anche a reclutare risorse in grado di dare diverse soluzioni tattiche contro alcune tipologie di avversari o anche nel corso di determinate partite. In quelle “sporche”, ad esempio, potrebbe fare al caso il ventilato ritorno di Djuric (clicca qui per leggere).
La difesa da puntellare
«La squadra oggi ha dimostrato che la fase difensiva era improbabile in Serie A. Ci sono cose da migliorare sotto ogni punto di vista, sotto l’aspetto agonistico, forse tattico, e per l’atteggiamento». Dopo un incoraggiante inizio di campionato, a partire dal disastro di Sassuolo la difesa ha mostrato parecchie crepe. Per questo si è alla ricerca degli innesti utili a puntellarla. Allo stato attuale, l’ingaggio di due esterni sembra essere la priorità, complici l’inatteso infortunio di Mazzocchi (che lo terrà fuori almeno fino alla metà di febbraio), l’utilizzo col contagocce di Sambia, l’impossibilità per il 35enne Candreva di continuare a fare il pendolino di fascia all’infinito e la presenza del solo Bradaric sulla corsia mancina. Sotto questo aspetto, bisognerà capire quello che sarà oggetto della ricerca da parte della squadra mercato: cursori con spiccate capacità offensive e di corsa, adatti al 3-5-2, oppure esterni difensivi con qualità differenti e quindi utilizzabili anche in un assetto a quattro? Probabilmente si opterà per la prima. Il ritorno di Zortea, per fare un esempio, è più di una semplice idea e c’è un discorso ben avviato con l’Atalanta.
Anche la ricerca di un centrale difensivo sembra essere nei pensieri della direzione sportiva, considerati i diversi infortuni che hanno minato la stabilità del reparto arretrato in questa prima parte di stagione (Lovato, Fazio, poi Gyomber). L’argentino inevitabilmente ha dovuto affrontare una serie di guai fisici che ne destabilizzano la giusta continuità; inoltre, in questa fase della carriera, sembra trovarsi più a suo agio come braccetto di sinistra in una difesa a tre (consentendogli anche di sfruttare la sua tecnica per sganciarsi e ricercare, nel centro del campo, una superiorità numerica che nel 352 è di cruciale importanza); Lovato, fiore all’occhiello della campagna estiva di difesa, sia dal punto di vista qualitativo, sia come investimento in termini economici e sul potenziale, ha sempre giocato in contesti difensivi che prevedono l’utilizzo di tre centrali; anche gli altri elementi del reparto arretrato sembrano prediligere questo tipo di schieramento tattico. L’unico che sembra essere a suo agio in entrambi i moduli è l’altro grande investimento difensivo, Flavius Daniliuc. L’austriaco ha avuto un rendimento altalenante, dovuto principalmente alla sua giovane età. Difatti, le prestazioni più convincenti (Juventus e Lazio su tutte) dell’ex Nizza hanno coinciso con la presenza di Fazio al suo fianco, ossia di un difensore esperto e capace di comandare l’intero reparto arretrato con l’autorevolezza che ne ha contraddistinto la carriera. Al momento l’orientamento è quello di andare su profili esperti, conoscitori della massima serie e – se possibile – polivalenti. Nuytinck, Ceccherini e Rugani sono i nomi più in vista sul taccuino di De Sanctis.
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