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Stop anche al calcio paralimpico: “Noi della Salernitana for Special ripartiremo con più carica l’anno prossimo”

Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la comunicazione ufficiale, la Figc ha deciso di concludere “in maniera preventiva e definitiva” tutte le competizioni e manifestazioni della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale. Una decisione giusta e inevitabile, ma che certamente non porta entusiasmo.

Anche la Salernitana for Special quindi si ferma, l’appuntamento per la squadra della città formata da ragazzi con disabilità è rimandato all’anno prossimo. “Dispiace non aver potuto completare questo percorso, ma la prendiamo con filosofia”. Parla e sorride Carlo Noviello, il responsabile della squadra nata dal Villaggio di Esteban, associazione da tempo attiva nel sociale nella città di Salerno. È grazie agli sforzi di volontari come Carlo che alcuni sogni si sono trasformati in realtà, come quello per i ragazzi di poter disputare un campionato a tutti gli effetti organizzato dalla Figc. “Proprio come la Serie A – scherza ancora Carlo ai nostri microfoni – Rispetto all’anno scorso c’è stato un salto di qualità impensabile”.

Proprio così, perché è questo il primo campionato della storia organizzato dalla Figc, ma non il primo al quale i ragazzi del Villaggio di Esteban partecipano. Carlo ci racconta la storia: “Fino all’anno scorso il torneo si chiamava Quarta Categoria e racchiudeva realtà del territorio nazionale e regionale che fanno attività di calcio con ragazzi con disabilità. Quest’anno invece è organizzato dalla Figc: la particolarità del torneo era che le squadre partecipanti potessero essere adottate da società professionistiche. Io ho cercato molto la Salernitana, ci era stata vicina già anni fa permettendoci di fare allenamenti al Campo Volpe. Da qui il nome, Salernitana for special. I ragazzi hanno potuto indossare la maglietta granata ed è stato un orgoglio”.

Oltre a indossarla, i ragazzi hanno potuto anche onorarla perché il campionato era partito alla grande: “Due partite e due vittorie, contro Milan for Special e l’Associazione sportiva dilettantistica Ragazzi di Vita. Queste partite si sono svolte in un’unica giornata a Roma, perché noi siamo ospiti del torneo Laziale. Purtroppo nonostante molti sforzi in Campania non siamo riusciti a organizzare il torneo”.

Ma il torneo laziale è impreziosito anche dalla presenza di un ospite speciale: “Nell’impianto c’è anche la scuola calcio di Totti e avremmo dovuto affrontare la sua squadra proprio alla seconda giornata. I ragazzi erano entusiasti, volevano sapere quando lo avrebbero visto. Anche se provavo a dire che era difficile, erano comunque felicissimi”.

Invece è arrivato il Coronavirus e l’inevitabile stop. Oltre al calcio, il Villaggio di Esteban si occupa di tante altre attività. Alcune si sono fermate, altre invece vanno avanti: “Noi siamo una cooperativa sociale e gestiamo una serie di attività per minori a rischio e persone con disabilità. Siamo fermi su alcuni aspetti come il centro diurno per disabili e minori oltre all’assistenza scolastica. Sugli altri servizi invece no: gestiamo comunità residenziali e queste sono in piene attività perché le persone vivono con noi h24. Quelli dei centri diurni sono a casa ovviamente, ci teniamo in contatto con la tecnologia”.

E proprio questa mattina Carlo ha dovuto comunicare ai suoi ragazzi che il campionato era già finito: “La comunicazione è arrivata ieri quando mi hanno contattato i referenti della Figc. Stamattina ho informato i ragazzi sul gruppo whatsapp e con ognuno di loro ci siamo interfacciati, con qualcuno ci siamo sentiti telefonicamente. C’è un po’ di delusione anche se sapevamo che questa decisione era nell’aria, noi siamo fermi dal 15 febbraio e avremmo dovuto giocare il 29 febbraio la seconda giornata. La delusione c’è, quest’anno c’era entusiasmo non solo perché andavamo a Roma a giocare ma anche perché l’anno scorso ci siamo trovati squadre molto più capaci dal punto di vista fisico. Loro si sono divertiti lo stesso, ma quest’anno c’è più competitività, ci sono tante squadre ed è organizzato bene. Le squadre del nostro gruppo sono tutte allo stesso livello. C’era entusiasmo, c’era la possibilità di divertirsi giocando a calcio”.

Ma comunque, nonostante lo stop, quest’anno si sono messe le basi per costruire un progetto importante sul panorama nazionale: “Al di là dell’emergenza siamo riusciti a entrare in questo meccanismo. Lo sport paralimpico esiste già ed è anche abbastanza riconosciuto. È interessante sottolineare che la Figc è la prima federazione a livello internazionale che abbia inserito attività paralimpica nelle proprie organizzazioni: è una cosa molto importante, dà un valore alle attività che si svolgono. Non è stato facile se dobbiamo dire la verità perché ci hanno richiesto molti più documenti come i certificati medici, i ragazzi per iscriversi hanno dovuto superare più prove. Ma questo dimostra l’importanza di quanto fatto, è un salto di qualità anche impensabile: disputiamo di fatto un torneo di Figc come la Serie A. E’ soprattutto questo che dispiace, non aver potuto completare questo percorso. Ma non fa niente, ripartiremo con maggior carica”. E sempre col sorriso.

 

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