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Spezia, rammarico senza fine. Augello: “A Salerno grande prova ma senza cattiveria sotto porta”

In casa Spezia la delusione per la sconfitta patita all’Arechi è ancora grande. Ne è testimonianza la riflessione di Tommaso Augello, terzino sinistro classe 1994 del team di Marino che quest’oggi ha incontrato la stampa in conferenza. Per i bianconeri sarà una settimana… come le altre, senza sosta, visto che all’orizzonte c’è il recupero di campionato contro il Benevento al Picco.

“A Salerno abbiamo fatto una partita di altissimo livello, penso che questo sia sotto gli occhi di tutti – afferma Augello – Abbiamo giocato come sappiamo fare, nonostante ciò è arrivata una sconfitta immeritata e che brucia, anche tenendo conto dell’inferiorità numerica e del fatto che eravamo fuori casa. Specialmente nel secondo tempo abbiamo creato numerose occasioni, paradossalmente abbiamo fatto meglio del primo tempo. Purtroppo ci sono state mancanze da parte nostra: siamo stati grintosi e belli da vedere ma non siamo riusciti a concretizzare ed in questo dobbiamo migliorare. Fino alla trequarti campo arrivavamo senza problemi, abbiamo tenuto gli avversari lì, però non siamo riusciti a finalizzare”.

Il maggiore rammarico, per lo spezzino, è non aver capovolto la partita nella ripresa, più che aver subito il gol di Bocalon. “In campo ci sono anche gli avversari, gli errori nel calcio ci possono stare ma è stata l’unica volta che la Salernitana si è resa pericolosa, pertanto dispiace ancora di più. Ci è mancata determinazione su una palla a metà campo, forse c’è stato un errore di copertura ma va anche detto che sul gol la Salernitana si è mossa bene, è stata una bella azione. L’errore nel calcio ci sta, siamo noi che avremmo dovuti fare due gol dopo. Ci rimettiamo a lavorare consapevoli che stiamo facendo un gioco ottimo, giocando sempre così ne perderemo poche”, aggiunge Augello prima del monito finale in vista della sfida contro i sanniti: “Serve più cattiveria e presenza in area in certe situazioni. Penso che il nostro obiettivo debba essere quello di riproporre prove come quella dell’Arechi, cosicché i risultati dovranno essere naturali conseguenze”.

 

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