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Sousa torna sull’addio: “Sono stato benissimo. Il contratto? Potevo incontrare chi volevo…”

Nel giugno scorso poteva tornare in Serie A, ma alla fine Paulo Sousa ha scelto gli Emirati Arabi. Il trainer lusitano allena lo Shabab Al-Ahli Dubai Football Club, con il quale è primo in classifica, dopo 6 partite, a punteggio pieno. Qualche settimana fa è stato accostato anche alla panchina della Roma dopo l’esonero di De Rossi. L’ex allenatore di Fiorentine e Bordeaux non ha dimenticato la sua avventura a Salerno, dove è approdato sostituendo Nicola, nel febbraio 2023 e cambiando rotta alla squadra, portandola ad una tranquilla salvezza con tre giornate d’anticipo. Sousa è stato poi esonerato nell’ottobre del 2023 (pagò gli appena 3 punti raccolti nelle prime 8 giornate), rescindendo il suo contratto fino al 2025 nel febbraio scorso. Prima dell’avvio del Campionato 2022/23 Sousa fu vicino all’addio: attendeva notizie dalla società in merito al rinnovo e, nel frattempo, incontrò il Napoli fresco Campione d’Italia.

L’allenatore, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, è tornato proprio sulla sua esperienza alla Salernitana: “È il posto dove sono stato meglio, lo staff, la gente, l’amicizia con Rampulla, ritrovato dopo tanti anni, le nostre famiglie, la Costiera. Insieme al City avevamo la serie migliore in Europa, e segnavamo su tutti i campi. Il contratto prevedeva il mantenimento della categoria e una via d’uscita per entrambe le parti, ero quindi libero di incontrare chi volevo. In quell’occasione il Napoli, un grande club, lo scudetto, le ambizioni. Per conoscerci, nessun accordo. La Salernitana si fece viva solo a un giorno dalla scadenza”.

Pur trovandosi negli Emirati, Sousa segue ancora con grande interesse la Serie A: “Il gioco della Lazio mi piace tantissimo. Tutti partecipano, tutti sono coinvolti, l’intensità con cui la Lazio continua a giocare anche quando si trova in vantaggio mi entusiasma. Nella Lazio trovo il calcio posizionale, lo sfruttamento degli spazi, l’interazione settoriale, la velocità costante. È molto interessante anche Palladino che nel momento di maggiore difficoltà ha saputo fare un passo indietro, dimostrando grande intelligenza. O il Como di Fa- bregas, il Genoa di Gilardino. L’altra sera ho fatto tardi per vede- re Genoa-Como fino alla fine. Motta ha fatto benissimo a Bologna e si ripeterà alla Juve dove c’è la cultura della vittoria… La matrice, si sa, è comune. Gasperini cambia qualcosa, aggiungendo soluzioni a un gioco che da tempo non è più soltanto uomo contro uomo. Lui è quello che ha in- fluenzato di più il calcio italiano nell’ultimo periodo”.

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