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Sottil, amore mai sbocciato: lascerà col nodo dello staff costoso. E quel caso simile del 2013 in granata…

L’amore tra Andrea Sottil e la Salernitana, di fatto, non è mai sbocciato veramente. Il tecnico ha maturato la sua decisione di rassegnare le dimissioni da un incarico che non ha mai realmente assunto. Il suo contratto sarebbe dovuto partire oggi, undici giorni dopo l’ufficializzazione sul sito del club della firma sul biennale, ed invece arriverà il dietrofront.

Staff oversize?

Le prime indiscrezioni hanno raccontato di un tecnico indispettito dalla mancata cessione della società o comunque dal ridimensionamento di budget e ambizioni da parte della proprietà Iervolino. Il mister era voglioso di rilanciarsi dopo l’esonero di Udine e si aspettava un campionato e una squadra importanti. Stando alle trattative imbastite da Petrachi, tali presupposti sembravano esserci. Poi, nelle ultime 48 ore sarebbero venuti a mancare. Da fonti molto vicine alla società stamani è emerso invece un dettaglio riguardante lo staff di Sottil che non era stato subito messo sotto contratto, di fatto congelato in attesa della definizione del futuro societario (clicca qui per leggere l’articolo).

Pare che tra le motivazioni che hanno portato alla rottura del rapporto lavorativo ancora prima di iniziarlo ci sarebbero pure le richieste del tecnico relativamente al suo staff particolarmente folto e costoso: complessivamente sarebbe costato 1,5 milioni alla società, cifra giudicata non in linea con la categoria inferiore. Sottil aveva chiesto di portare con sé cinque collaboratori (l’allenatore in seconda Gianluca Cristaldi, il preparatore atletico Cristian Bella, l’allenatore dei portieri Matteo Bonavolontà, il match analyst Salvatore Gentile e il mental coach Eugenio Vassalle).

Il precedente del cavalluccio

Andrea Sottil non è il primo allenatore che lascia a pochi giorni dalla partenza per il ritiro in casa granata. Era già accaduto nel 2013, con la gestione Lotito-Mezzaroma, quando Carlo Perrone decise di non partire per Chianciano Terme, dove la Salernitana avrebbe dovuto sostenere il precampionato per la stagione 2013/14 in terza serie. Aveva appena vinto la vecchia Seconda Divisione, categoria oggi abolita.

Non sembravano esserci dubbi sulla conferma del tecnico romano, che già aveva condotto il Salerno Calcio alla vittoria del torneo di Serie D l’anno prima. Non c’era però stata la firma sul contratto: la proprietà si diceva certa di continuare con una stretta di mano che c’era stata ma il tempo passò fino ad arrivare alla settimana precedente al ritiro toscano, che vide Perrone fare un passo indietro (non furono mai spiegate le reali motivazioni). Il club fu dunque costretto a ripiegare in fretta e furia su Stefano Sanderra, che dopo sole otto partite fu esonerato e rimpiazzato da… Carlo Perrone.

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