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Serve cambio passo radicale per ripetere l’impresa: la media del 7% di 2 anni fa potrebbe non bastare

Al termine della sfida contro il Genoa, Pippo Inzaghi ha fissato l’obiettivo: occorrono sette vittorie per poter raggiungere una ipotetica salvezza, supponendo che la soglia dei 33 punti basti a mantenere la categoria. Previsione quantomeno fattibile vedendo le attuali medie delle altre squadre in lotta con i granata. È innegabile, però, la necessità un cambio di rotta repentino per poter provare a recuperare lo svantaggio concretizzatosi fino a questo momento.

Il paragone con il 7%

Attualmente la Salernitana viaggia con una media di 0,57 punti per partita. Numeri pressoché identici all’annata 2021-2022, dove, arrivati alla ventunesima giornata, i granata avevano un punto in meno (11) rispetto a quest’anno ma con due partite da recuperare, vinte poi entrambe con Udinese e Venezia. In quella occasione ci fu un cambio radicale nell’approccio della squadra, che dopo una grande rimonta riuscì ad ottenere la salvezza all’ultima giornata, con 31 punti totali. All’epoca i campani viaggiarono con una media di 1,11 punti a partita dall’arrivo operativo di Sabatini, collezionando 20 punti in 18 gare. Una svolta assolutamente da fotocopiare, anzi da migliorare anche adesso, perché se i granata dovessero mantenere la tendenza attuale, i punti che arriverebbero al termine della stagione sarebbero circa 24, decisamente troppo pochi per poter restare nel massimo campionato.

Con la media di 1,11 da qui al termine, invece, si arriverebbe ancora a quota 31. Rischiosissimo. La storia parla chiaro, salvarsi è difficile ma non impossibile. Oltre alla Salernitana della già citata annata 2021-2022, soltanto il Crotone nel 2016/17 era riuscito nell’impresa di uscire dalla zona rossa della classifica dopo aver racimolato 12 o meno punti alla ventunesima giornata di Serie A, dall’era dei tre punti. In quel caso i calabresi, penultimi con 10 punti, si salvarono arrivando a 34.

Il cammino e le opportunità

Ora però bisogna vincere ed i match in programma offrono anche qualche incrocio abbordabile soprattutto tra le mura amiche. Inzaghi ha spesso detto che “il calendario, da quando sono arrivato, non è stato semplice”. Vero. Ora potrà avere anche altri termini di paragone. Lunedì all’Arechi arriverà la Roma, che con il cambio di allenatore in panchina ha cambiato anche il modo di giocare, forse non ancora assimilato dai giocatori che domenica scorsa contro il Verona hanno lasciato grandi spazi agli avversari. Poi Candreva e soci faranno visita al Torino, fino ad arrivare allo scontro cruciale casalingo contro l’Empoli dell’ex Davide Nicola, alla ricerca di una nuova impresa.

Successivamente c’è l’Inter a San Siro per il match in famiglia tra fratelli in panchina, dopodiché a fine febbraio inizierà un ciclo interessante con Monza in casa, doppio turno esterno con Udinese e Cagliari, Lecce all’Arechi, Bologna al Dall’Ara e Sassuolo ancora tra le mura amiche. Esclusi i felsinei, è proprio questo il filotto da cerchiare con incontri tutto sommato alla portata, dato che il calendario si andrà nuovamente a complicare nel rush finale. Lazio, Fiorentina, Atalanta, Juventus e Milan, con in mezzo soltanto Verona e Frosinone che sembrano essere meno proibitive, concluderanno il campionato della Bersagliera. Per provarci c’è sicuramente bisogno di un cambio di atteggiamento. Ulteriori rimonte subite e, di conseguenza, punti lasciati per strada risulteranno fatali. Per raggiungere la salvezza non c’è più tempo di aspettare, bisogna marciare alla pari delle compagini che lottano per un posto in Europa.

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