Poco più di dieci giorni fa la Salernitana ha conquistato sul campo la permanenza in Serie B battendo ai calci rigore il Venezia nella finale playout. Spareggio andato in scena dopo settimane di ipotesi, ricorsi e appelli in seguito alla – seppur momentanea – retrocessione in terza serie del Palermo per illecito amministrativo. Il 29 maggio però la Corte d’Appello Federale salvò il club rosanero che se l’è cavata con una penalizzazione di 20 punti da scontare nel torneo cadetto appena terminato.
Solo ora sono state pubblicate – con notevole ritardo – le motivazioni della decisione assunta dalla CAF. La Salernitana, al pari del Benevento provò a farsi sentire come parte controinteressata ma l’intervento del club granata fu giudicato inammissibile. In primis l’avvocato Gian Michele Gentile aveva fatto notare che il caso di Chievo e Cesena (relativo a plusvalenze gonfiate) invocato dal Palermo era diverso da quello oggetto del presente giudizio, essendo in quella fattispecie necessarie due società per commettere l’illecito contestato.
Il 21 maggio la Salernitana, nelle memorie depositate alla CAF, scriveva che “l’eventuale accoglimento del reclamo del Palermo, determinerebbe, per la società interveniente, un grave danno, determinando il rischio della retrocessione nella serie inferiore”. Ed in effetti così poteva essere dato che la compagine granata si è ritrovata a dover disputare i playout col Venezia in ritardo rispetto a quanto previsto dal calendario iniziale. La società campana inoltre aveva evidenziato che le operazioni economiche contestate al Palermo dalla Procura Federale “hanno alterato vistosamente la situazione patrimoniale e finanziaria del Palermo, in aperta violazione delle norme federali che regolano l’attività sportiva alla quale è preposto il Coni; analoga violazione è stata effettuata rispetto alle norme del codice civile che disciplinano il funzionamento delle società di capitali”. E lo stesso TFN, prosegue la U.S. Salernitana, “ha posto in rilievo l’illiceità sportiva delle operazioni effettuate, che avevano il solo scopo di evitare di dover ricapitalizzare la società Palermo per non incorrere nella mancata iscrizione al campionato”.
La Corte d’Appello Federale però ha definito inammissibili gli interventi di Salernitana, Benevento, Lega Nazionale Professionisti Serie B e Sporting Network s.r.l. Questi, seppur titolare di un interesse di fatto, indiretto, seppur rilevante, non potevano – secondo la CAF – “vantare una specifica posizione giuridica differenziata che ne legittimi la partecipazione al presente giudizio disciplinare. Del resto, la legittimazione ad intervenire non può essere ricondotta alla mera sussistenza del presupposto sostanziale costituito dall’esistenza di un collegamento tra le posizioni giuridiche rappresentate, seppur qualificate”.
Il Palermo dunque è stato salvato dalla Corte d’Appello Federale e la società danneggiata è stata quella del Venezia . I lagunari però non si arrendono e sperano in una riammissione in cadetteria in virtù di possibili default di società provenienti dalla terza serie. Nella giornata di ieri la Figc ha reso noti i criteri per essere riammessi: bisognerà presentare due domande, una alla FIGC ed una alla Lega di B oltre ad una fideiussione dell’importo di € 800.000,00. Ci sarà tempo fino alle ore 15 del prossimo 5 luglio.
Quella arancioneroverde chiaramente è la squadra che avrebbe diritto prima delle altre ad una eventuale riammissione ma se dovessero saltare più società allora si aprirebbe uno spiraglio anche per Foggia (alle prese con una clamorosa cessione societaria), Carpi e Padova. Per quanto concerne il ripescaggi la domanda alla FIGC dovrà essere corredata dall’assegno circolare intestato di un milione di euro a titolo di contributo straordinario. Per la graduatoria si terrà conto del risultato sportivo ottenuto nella stagione precedente per il 50%, per il 25% della tradizione sportiva e per il restante 25% del numero medio di spettatori negli ultimi 5 anni. Anche in questo caso sarà possibile presentare la domanda entro le ore 13 del 5 luglio. Si preannuncia dunque un’altra calda estate nei tribunali del calcio.
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