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Sciaudone, tra rimorsi e presente: “Poca fiducia a Salerno. Maggiore, discorso mentale. Salvezza? Tutto in gioco”

Si può dire che Daniele Sciaudone abbia lasciato il segno più a Bari che a Salerno: 101 presenze in biancorosso (maglia più indossata in carriera) e 11 gol tra il 2012 e il 2015, perdendo anche una semifinale playoff, appena 18 con la Salernitana nel 2015/16, che lasciò nel mese di gennaio. Ai nostri micrfoni, il centrocampista della Trevigliese, compagine che milita in Eccellenza, si è proiettato alla gara di sabato al San Nicola.

Il match in Puglia sarà importante per entrambe le squadre. I padroni di casa vogliono i playoff (sono noni, a pari punti col Palermo ottavo) mentre gli uomini di Breda la salvezza: “Sarà sicuramente una partita difficile da giocare da ambo i lati. Il Bari vuole assolutamente qualificarsi ai playoff, mentre la Salernitana deve continuare a portare punti a casa dopo il Modena per tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Per i granata è possibile evitare i playout essendo la classifica corta. La gara sarà tesa e giocata su ogni pallone ed episodio”.

Da un lato i ricordi di Bari e dall’altra l’amarezza dell’esperienza a Salerno: “Il ricordo più bello che ho di Bari è sicuramente quello dei playoff dell’annata fallimentare, avendo avuto la fortuna di giocare in un San Nicola pieno. A Salerno fu emozionante entrare in campo nel derby con l’Avellino sentendo in sottofondo i cori dei tifosi. Con tutta sincerità sono stato troppo poco a Salerno e mi è stata data poco fiducia, venendo messo fuori rosa dopo poche gare. Si è creato del clima caldo senza senso e non c’è stato modo di creare gruppo capendo la categoria. Dopo neanche quattro mesi sono stato escluso ed è stata dura dimostrare il valore, venendo messo poco in campo. La dimostrazione c’è stata anche negli anni successivi, con giocatori che hanno trovato tante difficoltà, poiché non messi nelle condizioni migliori”.

Secondo l’ex Cosenza, per la salvezza, tutto dipende dalla Salernitana: “Per conquistare la permanenza in Serie B c’è bisogno di continuità di risultati senza perdere scontri diretti: nelle ultime giornate può succedere di tutto. La Salernitana può sia retrocedere direttamente, che salvarsi direttamente ed è tutto nelle sue mani. Tutto dipende da quanto vengano percepite le idee del mister e messe in atto. La squadra più forte mentalmente arriverà alla salvezza“.

La Salernitana ha cambiato tre allenatori durante questa stagione: “Sicuramente è un sintomo di qualcosa che non va. Qualcosa che si è cercato di cambiare, ma è anche sintomo di qualcosa che è difficile da portare avanti – ha proseguito Sciaudone -. Sicuramente tutto ciò non aiuta e destabilizza, ma la società ha fatto queste scelte indubbiamente per il meglio della squadra pensando che i ragazzi non percepissero le idee del mister che, pur potendo non avere colpe, è sempre il primo responsabile. Poi nel mercato di gennaio si fanno altre valutazioni. La squadra c’è ed i nomi ci sono: bisogna solamente farla andare”.

Ex della sfida è Giulio Maggiore che ha condiviso lo spogliatoio con Sciaudone a La Spezia nella seconda parte della stagione 2015-2016 e nel campionato successivo. Dalle prestazioni sottotono di Salerno alla rinascita targata Bari: “Tante volte è un discorso mentale e di sblocco. Tutta una questione di pressione e di sentire la poca fiducia. Magari poi andando da un’altra parte si diventa subito un punto di riferimento su cui fare affidament e dopo poche partite arriva il gol: da quel momento in poi è tutto in discesa. Ti sblocchi e riesci a rendere. Anche Bari è una piazza esigente, come lo è giustamente Salerno. Non so tutte le dinamiche della piazza, ma posso assicurare che al 90% anche con i giocatori di Serie A è così: non sentendo la stima si fa fatica a rendere ed anche altri giocatori hanno detto ciò”.

Da centrocampista, un parere sulla mediana granata: “Sono sempre stato dell’idea che il mix d’età sia un’arma necessaria in Serie B. C’è bisogno di chi vuole, per età ed entusiasmo, emergere e spingere, poi le mancanze devono essere compensate da chi ha esperienza. Una squadra troppo giovane ha sempre sofferto, a meno che non ci siano giocatori di grande qualità come accadde con il Parma che, con giocatori giovani, ha creato un progetto per vincere e maturare. In squadre dove si tende a cambiare tanto il mix è un obbligo. La Salernitana ha bisogno sia del giovane Amatucci, che dell’esperienza di Soriano“.

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