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Schiavone: “Salernitana, attenta alle ripartenze di Castori. Al mister posso dire solo grazie. Ai granata manca il gruppo”

Andrea Schiavone ha parlato ai nostri microfoni del match di sabato tra la Salernitana e il Sudtirol. Il centrocampista, attualmente svincolato dopo l’esperienza dello scorso anno all’Olbia, è infatti un doppio ex della sfida, avendo indossato la maglia biancorossa nella stagione 2022-2023 (15 presenze) e la casacca granata dal 2020 al 2022 (42 presenze tra Serie B e Serie A). Naturalmente parole al miele anche per il tecnico dei biancorossi Fabrizio Castori: sotto la sua guida, i granata di Schiavone conquistarono la promozione in massima serie nel campionato 2020-2021. Inoltre, il centrocampista e l’allenatore sono stati insieme anche a Cesena nella stagione 2017-2018.

Il centrocampista ha voluto subito sottolineare l’importanza della partita di dopodomani: “Partita molto importante dove inizialmente penso che le squadre avranno paura ad aprirsi troppo. Il gioco di Castori lo conosciamo e chiaramente cercherà di difendersi e ripartire. Bisogna vedere Marino che idee darà alla squadra. Arrivare alla fine non è facile e tenterà di tirare fuori il meglio dai giocatori senza soffermarsi sull’idea di calcio da proporre. La Salernitana ha una rosa importante ed è un peccato che sia in quella condizione di classifica. La gara potrebbe dare una piccola svolta per invertire la situazione delle ultime giornate”.

Schiavone ha anche allertato i granata sul gioco del suo ex allenatore e sui possibili pericoli: “Venire a giocare all’Arechi non è mai semplice. Se la Salernitana partirà forte metterà in difficoltà il Sudtirol. Le squadre di Castori sono toste e ben messe in campo: il Sudtirol cercherà di fare male in contropiede ai granata. I padroni di casa dovranno stare molto attenti sulle ripartenze degli ospiti che hanno gli interpreti per fare male”.

Il nativo di Torino ha rilasciato alcune dichiarazioni sul rapporto con Castori e sulle esperienze avute con il mister della squadra di Bolzano: “Io ho avuto Castori a Salerno e Cesena. Con lui ho ricordi bellissimi perché in Romagna abbiamo conquistato una salvezza incredibile ed a Salerno la promozione in Serie A. Devo tanto a lui e gli ho dato tutto quello che potevo in campo e fuori. Posso dirgli solamente un grande grazie per quello che mi ha insegnato dal punto di vista professionale, ma anche umano. Il mister è una persona stupenda, con lui ho solamente ricordi bellissimi avendomi permesso di fare anche l’esordio in massima serie”.

Tanta delusione per un centrocampo ricco di grandi nomi, ma incapace di dare equilibrio alla squadra durante il campionato: “La Salernitana ha cambiato spesso giocatori e modulo. Non è facile quando cambi tre allenatori, adeguarti. Amatucci all’inizio mi ha stupito perché è uno di quei giocatori che non si vedono più. Pecca di più a livello fisico, ma mi rivedo in molte delle sue caratteristiche essendo ordinato. Non è facile dare un giudizio per i diversi cambiamenti. Tongya è stato schierato mezzala, ma è un giocatore più offensivo: bisognerebbe capire le idee degli allenatori passati a Salerno. Anche Soriano è un giocatore di qualità. A centrocampo non si è mai trovato un equilibrio: un reparto fondamentale in Serie B dove la squadra deve avere certezze con giocatori che devono amalgamarsi. Quando si trovano gli equilibri giusti si rende anche meglio: così non è stato a Salerno. Ci si aspettava tanto da Maggiore, ma non ha reso ed è andato via. Caligara non è riuscito ad incidere, ma in Serie B può fare bene. Sono tutti giocatori che sulla carta dovevano fare grandi cose, ma non hanno inciso”.

Il classe 1993 si è soffermato sull’intera stagione della Salernitana e sul come non riesca a darsi una spiegazione per come sia andato il campionato: “Difficile darsi delle risposte ad una stagione così. Non è facile iniziare da una retrocessione e cambiare tanti giocatori. La partenza è stata con un deficit importante. Faccio realmente fatica a darmi delle spiegazioni. Veramente assurdo vedere una squadra come la Salernitana nei bassi fondi della classifica perché ci sono giocatori di spessore e qualità. Quando manca un gruppo forte e delle basi importanti con un’unità d’intenti tra tutte le parti, si fa fatica a fare un campionato difficile come la Serie B. Basti pensare anche alla situazione della Sampdoria. La cadetteria è una categoria spietata dove devi lottare ogni domenica. Un peccato anche per i tifosi che non si meritano di vivere un campionato del genere. Per me è un dispiacere vedere i granata lì in fondo. Il premio salvezza è molto importante. Mi ricordo anche quello messo per la Serie A. E’ uno stimolo dato dalla società ai giocatori: può essere una scelta giusta dovendo dare il tutto per tutto”.

L’obiettivo, per il centrocampista, ora devono essere i playout: “Non vedo una spina dorsale importante in questa squadra. I giocatori più rappresentativi come Ferrari, Verde e Soriano sono arrivati quest’anno. C’è bisogno di un gruppo solido, come eravamo in Serie A. In massima serie eravamo tutti ragazzi arrivati dalla promozione e che avevamo creato un bel gruppo: questa è la cosa più importante. I granata hanno tanti scontri diretti e la maggior parte in casa. Passa tanto per le mani della squadra. Ad oggi l’obiettivo deve essere quello dei playout perché non è una cosa di cui vergognarsi. Se io fossi all’interno dello spogliatoio cercherei di trasmettere anche questo messaggio. I playout ad inizio anno potevano sembrare assurdi, ma ad oggi deveìono essere l’obiettivo principale con la speranza di fare bene agli spareggi e salvarsi. Difficile scavalcare 5-6 squadre pur essendo una cosa possibile”.

Alla fine dell’intervista ha parlato più “Andrea” di “Schiavone” della situazione vissuta durante quest’anno e dei suoi obiettivi per il futuro. Intanto, però, potrebbe tornare all’Arechi per una gara determinante in ottica salvezza: “Alla fine sono rimasto a casa, soprattutto all’inizio ho provato sofferenza. Adesso mi sono abituato ed attendo per il prossimo anno sennò mi ritiro. Già stare un anno fermo è tosto dal punto di vista fisico ed è più probabile che non torni a giocare. Manca anche della fortuna. Io ho voglia di giocare, se qualcuno mi dà un’occasione la sfrutto. Dovrei venire a Salerno per vedere la partita contro il Cosenza o il Mantova”.

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