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Schiavi pensa già al futuro: “Programmare per una B di livello. Squadra indebolita dal mercato estivo”

Dopo l’esperienza dello scorso anno in Serie D, con i lucani del Francavilla in Sinni, Raffaele Schiavi ha appeso gli scarpini al chiodo. Lo stuzzica l’idea di fare l’allenatore. Il difensore ha indossato sia la maglia del Lecce (2005/06 e dal 2006 al 2010), vincendo un campionato di B e giocando in A, sia quella della Salernitana (da 2015 al 2019). “Per la salvezza c’è pochissima speranza, non cambierebbe molto anche in caso di vittoria domani. Ma nel calcio può succedere di tutto e la salvezza di due anni fa ne è la prova. Cinque anni fa con Colantuono eravamo nelle zone alte di classifica fino alla fine del girone di andata. Il mister ebbe purtroppo dei problemi familiari e dovette lasciare. Probabilmente con lui avremmo continuato a fare un buon campionato, ma in quel caso evitammo comunque il peggio. La Salernitana domani potrà contare sul ritorno di Gyomber che può essere importante. Ci ho giocato insieme a Catania, è un lottatore. Il Lecce credo si salverà, deve solo ritrovarsi e potrà farlo col cambio in panchina. Corvino ha fatto un lavoro straordinario. Con pochi soldi ha preso giocatori come Falcone, Baschirotto e Krstovic”, ha detto ai nostri microfoni l’ex difensore, rientrato nella sua Cava de’ Tirreni e che domani potrebbe fare un salto all’Arechi.

Secondo l’ex centrale, tra le altre, di Cosenza e Vicenza, la dirigenza non deve più pensare a questo finale di stagione, bensì iniziare a programmare già il post retrocessione: “La società ora deve pensare al futuro per programmare la ripartenza dalla Serie B. Bisognerà costruire una squadra competitiva, capendo chi, tra i calciatori, ha la motivazione e la voglia di restare e chi no e facendo innesti di esperienza per la categoria”.

Secondo Schiavi l’ultimo posto della Salernitana, a meno undici dalla salvezza diretta è frutto di scelte errate fatte in estate: “Iervolino ha le possibilità economiche, ma non l’esperienza nel calcio. Rispetto allo scorso anno la squadra si è indebolita, sono arrivati giocatori magari anche bravi, ma sicuramente inesperti; non sono stati sostituiti due pilastri come Vilhena e Piatek e probabilmente Dia, che ha staccato la spina, andava ceduto. Questa situazione l’hanno pagata gli allenatori. Se cambi tre tecnici e le cose continuano ad andare male, vuol dire che il problema sono i calciatori. I soldi sono stati pesi male e anche le strategie sono state sbagliate. Boateng e Manolas andavano presi prima, con una preparazione adeguata, dopo un lungo periodo di stop, non avrebbero avuto i problemi fisici che stanno avendo. L’errore a Cagliari di uno esperto come Fazio è la fotografia di una annata storta. Anche i giocatori più navigati si sono trovati spaesati e non sono riusciti a trascinare gli altri”.

 

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